La campanella finalmente suonò; era il momento di andare a giocare sulla neve.
Probabilmente la madre non sarebbe stata d'accordo con Will, per questo lui non le disse nulla. Certo, era sopravvissuto una settimana in un'altra dimensione, scampato varie volte alla morte, e solo qualche mese fà aveva più demoni in testa che una casa stregata ad Halloween, ma per sua madre rimaneva sempre il fragile figliolo.D'altronde nonostante Will fosse davvero coraggioso, io oserei dire il più coraggioso del suo gruppetto, nessuno lo avrebbe mai detto per via della sua dolcezza e della sua statura infantile. In più, la forza mentale non sempre è sinonimo di forza fisica, e questo era il caso di Will, al quale bastava poco per ammalarsi.
A destarlo dai suoi pensieri fù Lucas, che lanciò la prima palla di neve della giornata dritta nella schiena del piccolo Byers.
<<Hey!>> disse lui sorridendo, e per tutta risposta ne lanciò un'altra al giovane Sinclair. Così inizio la battaglia di neve. Max e Dustin erano bravissimi e colpivano tutti come mitragliatrici; d'altro canto Mike era piuttosto scarso e se ne vergognava alquanto. Volava tanta neve quante risate, nel cortile scolastico della Hawkins Middle School, l'ultimo giorno di Gennaio del 1985.Dopo circa venti minuti i ragazzi decisero di riposarsi un pò facendo tranquilli pupazzi di neve e chiacchierando. <<Lucas, venerdì andiamo da Dustin, ci vieni?>> esordì Mike mentre modellava la base del omino di neve. <<Ci sto!>> rispose lui. Max gli lanciò un'occhiata torva e Lucas fece di spallucce, come se lei avesse avuto altri piani per quel giorno e lui li avesse appena disfatti.
Non fecero nemmeno in tempo a finire i loro pupazzi di neve che arrivarono dei ragazzini prepotenti ad infastidirli. Max voleva picchiarli, ma Mike disse che era meglio andarsene e così decisero di stare in una pianura sotto la collina più alta di Hawkins.
Appoggiarono lì gli zaini, e Will notò qualcosa fuoriuscire da quello di Wheeler. Lo tirò fuori: era una musicassetta. Stava per leggere il titolo quando Mike corse verso di lui dicendo <<Cosa stai facendo?!>>. Il piccolo Byers corse via goffamente con una inspiegabile risatina sulle labbra, inseguito a ruota dall'altro ragazzino. <<Che cos'è? Eh Mike?>> rise Will.
Ci fu un breve inseguimento, ma chiunque avrebbe potuto immaginare che il più alto tra i due lo avrebbe velocemente raggiunto. Il più basso però oppose resistenza e cercando di evitare l'inevitabile, scivolò sul ghiaccio, seguito a ruota da Mike che gli cadde sopra nel tentativo di raggiungere il contenuto della sua mano.Will era disteso di schiena con un braccio alzato e la cassetta nella mano sinistra. Mike era più comodo, adagiato sul morbido Byers.
Entrambi sorridevano. Si guardarono negli occhi. Quell'attimo sembrò interminabile.E d'un tratto, di quella musicassetta non importava più a nessuno.
Abbracciati, come animi affini, su quello strato tanto morbido quanto freddo formato da milioni di minuscoli cristalli. Dà lì sembrava di galleggiare nel cielo, tra stelle gelide e candide.
Ma la realtà era che a nessuno dei due importava qualcosa del gelo che bruciava loro la pelle; si bastavano a vicenda, c'erano solo loro due, vicini come non mai, e tutto il resto era niente.Nessuno disse nulla. L'unico suono erano i loro cuori che battevano all'unisono. Tutto intorno sembrava scomparso e lontano. C'erano solo loro. Due giovani innamorati, pieni di cose mai fatte e parole mai dette.
Sento il suo respiro sulle mie labbra. Sento il suo cuore che batte forte nel mio petto. Sento ogni cellula di lui in contatto con le mie. Sento le suo ciocche sfiorare le mie guance. Sento lui. E sento di amarlo. Ogni giorno di più.
Mike lo guardava con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati. Sarebbero entrambi voluti rimanere così, abbracciati, vicini, per sempre.
Will non sapeva cosa stesse provando. Gli piaceva però. Era felice, ma anche imbarazzato, preoccupato e comodo, sarebbe voluto restare lì ma non avrebbe voluto che gli altri vedessero. Era un mix di tante emozioni, come quando da piccolo aveva provato sul foglio tutti i colori nello stesso punto e nel mescolarli era diventato un noioso marrone terra di Siena. Si, era proprio quello il colore che avrebbe associato a quest'emozione. Non sapeva darle un nome, ma almeno ora aveva un colore.
A spezzare questa ondata fu uno starnuto di Will. Wheeler rotolò via anche se non avrebbe mai voluto farlo e disse:
<<Tutto bene, Byers?>>.
<<Oh oh, credo di essermi ammalato. Cazzo mamma si arrabbierà...torno a casa ragazzi, divertitevi.>>
Passò vicino a Mike e gli mise la cassetta, ormai non più interessante, in mano. Sentì così la sua mano calda. Come era possibile fosse tanto calda anche in mezzo alla neve? Lo guardò e sorrise.
Prese lo zaino, ed in poco tempo nessuno degli alti ragazzini potè più vederlo.
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Pastelli. ~Byler
Fiksi Penggemar"Un pastello non si rompe mai davvero, perché anche se è spezzato in due, caduto al suolo, può ancora fare i disegni più belli del mondo. E poi, due pastelli dello stesso colore, entrambi spezzati, possono ricostruirsi a vicenda." -tratto dal capito...