Quando lo vide lì, contorcersi e dimenarsi, con quegli occhi completamente neri e la pelle completamente bianca, nella mente di Mike tutto si fermò. Non riusciva a realizzarlo, non riusciva più a ragionare, e di colpo tutte i bei momenti che avevano vissuto insieme gli ripassarono davanti agli occhi, turbinandogli in testa. Ricordi dolorosi. Aveva spalancato da qualche secondo la porta della stanza d'ospedale. Dopo essere stato avvisato da Jonathan era subito partito in bici senza neanche avvisare sua madre, "per l'amore della mia vita questo ed altro" si era detto.
Ripensò a quella mattina, nella quale aveva chiamato Will diciassette volte in quattro ore, e quando finalmente lo aveva visto davanti a se, quasi una visione angelica, non poteva crederci. Mike non voleva tartassarlo, ma se non avesse risposto allora lo sarebbe andato a cercare a casa, a costo di farsi tutta Hawkins a piedi. Aveva passato la notte intera e l'intera mattinata a pensarlo, come sempre del resto, ma questa volta era rimasto sul suo letto, fermo sulla stessa pagina di uno stupido fumetto senza nemmeno mangiare.
La verità era che di solito pensava sempre a Will con amore, lo desiderava come desiderava la sua felicità, ma oggi gli aveva pensato con preoccupazione. Quella sensazione che rende il tempo solo una cosa inventata dagli uomini e che non esiste davvero, vanificandolo e triplicando la sua pesantezza. Quella sensazione che ti scava nella pancia fino a renderla un buco, e poi riempie la tua gola di piombo, pesante ed inespugnabile.
Quando era arrivato a casa Wheeler, Will era pallido, gli tremavano le mani ed aveva la pelle gelata. Mike lo aveva notato, ma si limitò ad ascoltarlo e a cercare di farlo stare meglio. Si chiedeva se ci fosse riuscito.
Will rendeva felice Mike, e per questo Mike voleva rendere Will ancora più felice. Mai esistito un sentimento più reciproco.
Ma torniamo all'ospedale, dove la situazione era tutt'altro che idilliaca.
Joyce a tratti urlava e a tratti piangeva, a volte le mancava il respiro ed altre stava in silenzio atterrita. Era in piedi alla fine del letto sul quale avevano posato Will.
Jonathan piangeva vicino a Mike ed ogni tanto gli metteva un braccio sulla spalla per fargli forza, o forse per farsi forza da solo.
Il dottor Owens stava svolgendo vari controlli, e quando Will iniziò a muoversi come un forsennato e ad urlare dovette ficcargli una siringa nel braccio.Sembrava molto doloroso. Mike continuava a guardare quegli occhi che un tempo erano verdi, chiedendosi se lo sarebbero mai ritornati.
Questo però, gli aveva ricordato che la vita può finire, fragile come un filo che ci vogliono mesi a tessere e pochi secondi per tagliare.Quindi, appena avrebbe trovato il coraggio, Mike avrebbe subito sistemato le cose con Will.
L'amore è come l'acqua, se non ti ci tuffi dentro con tutto te stesso non saprai mai quanto è bello, anche se rischi di affogare. L'amore è come l'acqua perché finché non l'assaggi non puoi dir di aver vissuto, poiché saresti solo un bambino che tenta di giudicare il sapore del futuro basandosi su quello di un bicchiere di candido latte. L'amore è come l'acqua perché non scade mai ed è infinita.
Ma non era a questo che Mike pensava.
Ogni cosa che Will aveva detto gli ritornava in testa, frullando come una trottola di lame, e solo il fatto che sapesse ciò che stava per succedere lo distruggeva. Non aveva potuto fare niente.
Aveva di nuovo quella voragine nello stomaco e quel piombo in gola.
<<Ho delle notizie.>> disse il dottor Owens ad un tratto. <<Parli.>> disse Joyce subito, con un tono che non ammetteva altre risposte se non quella da lei desiderata. <<Will ha, dentro di sé, questo liquido nero che ha infettato gran parte di lui. Sta sotto la pelle, senza però mai toccare un capillare. Ha preso anche parte del cervello. Ce n'è un velo sotto le palpebre. E scala il battito cardiaco poiché appesantisce stagnante attorno alle vene appunto, comprese quelle che pompano il cuore.- e così dicendo, passò a Joyce un'ecografia che mostrava le zone infette del corpo del figlio -Inoltre, il suo corpo ha una temperatura di molto inferiore rispetto a come dovrebbe. Sembra sia deceduto.>>
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Pastelli. ~Byler
Fiksi Penggemar"Un pastello non si rompe mai davvero, perché anche se è spezzato in due, caduto al suolo, può ancora fare i disegni più belli del mondo. E poi, due pastelli dello stesso colore, entrambi spezzati, possono ricostruirsi a vicenda." -tratto dal capito...