Mandorle e Cioccolato.

1.3K 92 322
                                    

8.24
Il sole era alto nel cielo quella mattina, e lo sfondo sul quale spiccava aveva un colore meno saporito del ciano, ma più del bianco. Era così leggero che sembrava quasi possibile sfiorarlo senza assaporarne la sostanza.
Nell'aria c'era un odore bizzarro, fresco, come se qualcosa di inaspettato stesse per succedere. E se Will Byers non fosse stato un tipo strano, sempre attento ai colori e ai sapori delle cose, forse non se ne sarebbe accorto neanche lui, come tutti gli altri.

Di fatto, la sua preziosa dote del notare sempre ogni minimo dettaglio, era stata una delle chiavi per aprire i numerosi scrigni sigillati prima di arrivare al cuore di Michael Wheeler. Micheal, infatti, o come spesso veniva chiamato, Mike, era quel tipo di persona che fingeva sempre di stare bene, come lanciando una sfida a coloro che lo circondavano. Un "io vi lascio un indizio, e se trovate il tesoro allora esso sarà il mio cuore". Senza che egli dicesse mai nulla, William capiva sempre. Loro erano così, e basta. E nessuno dei due avrebbe mai voluto cambiare qualcosa.

O forse, si.

Proprio quel giorno, il 6 Febbraio 1985, gli sguardi dei nostri due innamorati si erano incontrati più del solito. Non era di certo una casualità: Will voleva controllare se il corvino lo guardava, ed era, come al solito, così.

Dopo la meravigliosa ora di scienze di Mr.Clark, Wheeler si avvicinò al banco dell'amico. Guardava in basso, giocherellava con le dita ed era leggermente rosso sulle guance. Con voce flebile, forse differenziata in modo impercettibile da quella solita, disse: <<Hey Byers! Mi chiedevo se oggi dovessi fare qualcosa, che dici?>>

Will sorrise.
<<Fammi controllare la mia agenda da nerd con soli quattro amici, si credo di essere libero>> Era nervoso, come ogni volta, e si vedeva. Non era quel nervosismo fatto di ansia e pesantezza, era quella piccola paura di sbagliare nel parlato o di balbettare, insignificante e dimenticabile. Lo rendeva semplicemente più ironico, e a detta di Mike, adorabile.

<<Verso la sera, potrei chiamarti>> Michael cercava di sembrare rilassato e sicuro di se, ma era piuttosto evidente che aveva paura di un rifiuto.
<<Hai qualcosa in particolare da dirmi?>>

Sospetto, intuizione o semplice domanda, quelle parole misero un bel quantitativo d'ansia sulle spalle di Wheeler.
Non sapeva cosa rispondere, non sapeva mentire a Will e non sapeva nemmeno omettere. Quindi fece ciò che i codardi meglio fanno: scappò.

Bastò un <<Lucas! Dovevi raccontarmi quella cosa!>> e se ne andò, lasciando Will perplesso.

Il resto delle lezioni si svolse normalmente, se per normalmente si intende dire che i due ragazzi si continuarono a lanciare sguardi che pur desiderandosi sfuggivano l'uno dall'altro.

Alla fine della mattinata Mike uscì in fretta da scuola, non correndo, ma camminando a passo decisamente veloce. La verità era che non voleva incontrare Will. Sapeva che se egli gli avrebbe parlato, il suo intero piano sarebbe fallito, poiché non era capace di mentirgli. Nessuno conosceva il piano, tranne appunto Mike stesso. Ma quel 6 Febbraio 1985 sarebbe stato un giorno molto importante per lui.

I suoi sentimenti spaziavano dall'ansia all'eccitazione. Significava che era la scelta giusta, probabilmente.

I suoi piedi nemmeno toccavano i ciottoli dalla tale velocità che avevano preso, pure il vento blando di quella mattina gliel'avrebbe invidiata. Cercava di far finta di nulla, ma Dustin vedendolo disse "Dove scappi Mike?" aspettandosi addirittura una risposta.

William, dall'altra parte camminava lento e nemmeno si preoccupò di inseguirlo. Il fatto è che era tanto sommerso dai suoi pensieri che l'ambiente circostante vi era ormai affogato da tempo. Si chiedeva il perché dello strano comportamento di Mike, e la pulce che Jonathan gli aveva messo nell'orecchio di sicuro influenzava i suoi pensieri non di poco.

Pastelli. ~BylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora