Trentasei.

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(Vic's pov)

Dicembre

Non riesco a stare ferma sul sedile, perché non vedo l'ora di atterrare, togliermi la cintura di sicurezza e scendere dall'aereo. Come una bambina, chiedo ogni cinque minuti ai miei compagni se siamo arrivati. E questo non fa che peggiorare la situazione, perché mi sembra di star facendo il viaggio più lungo della mia vita.

Sono passati due mesi dall'ultima volta che ho visto la mia famiglia e i miei amici. Un mese, due settimane e un giorno dall'ultima volta che ho visto Damiano.

Ci siamo chiamati su FaceTime e ci siamo sentiti per messaggio tutto il tempo, è vero, ma non è la stessa cosa.

Dopo essere finalmente atterrati, dimentico di avere Christian e Riccardo con me, afferro la valigia e il basso nella sua custodia e comincio a correre verso l'uscita. Il cuore mi martella nel petto.

Poi lo vedo. Lo osservo da lontano. Mi rendo conto per l'ennesima volta di amarlo alla follia. Noto che ha tagliato i capelli. Non riesco quasi a credere di essere a pochi passi da lui, di poterlo toccare con le mie stesse mani.

Lo guardo mentre si passa una mano tra i capelli. I suoi occhi incrociano i miei.

"Smettila di stare qui imbambolata. Corri da lui."

Non è da me, ma non riesco a trattenere i singhiozzi, né il fiume di lacrime che comincia a scendere sulle mie guance non appena mi prende tra le braccia.

Casa.

Sono a casa.

Damiano è un po' scioccato mentre io continuo a piangere come una bambina. Mi chiede più volte se sto bene, ma io non riesco a rispondere, non riesco a parlare. Lo tengo stretto a me.

«Sto bene», cerco di dire ridendo e piangendo allo stesso tempo quando me lo chiede per la milionesima volta. «È solo che mi sei mancato tanto.»

«Anche tu mi sei mancata.»

Mi dà un bacio sulla fronte, sulla guancia e alla fine le sue labbra incontrano le mie.

Tornata a casa, ricordo solo di essermi diretta in camera e di essere collassata sul letto.

Mi sveglio con il suo braccio che mi tiene ancora stretta, le gambe intrecciate, la schiena appoggiata al suo petto caldo. Da mesi non mi sentivo così felice.

Chissà quand'è che diventerà più semplice, il fatto di stare lontani. Ero convinta che sei mesi sarebbero passati in fretta. E invece non siamo neanche arrivati a metà, e io non ce la faccio già più.

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