Mi sveglia la suoneria del mio iPhone. Il viso di Victoria è la prima cosa che vedo aprendo gli occhi. Sono felice, di nuovo. Mi sciolgo dall'abbraccio e mi alzo per rispondere alla chiamata. È Leo.
«Che c'è?», chiedo stiracchiandomi.
«Niente», risponde sarcastico. «Sei solo sparito da ieri pomeriggio e non sei tornato a casa stanotte.»
«Chi sei? Mia madre?», scherzo.
«No, ma credo di meritare almeno un post-it per avvisarmi delle strane idee che ti vengono in mente.»
«Sono a Londra.»
Cala il silenzio. Cerco di non ridere, ma immaginarmi la faccia che deve avere Leo in questo momento non aiuta.
«Tranquillo. Ho dormito sul suo divano. È lei che ci si è infilata mentre io cercavo di dormire. Giuro che stavolta io non c'entro.»
«Non ci posso credere.»
Lo sento ridere. Sorrido anch'io mentre osservo Victoria che dorme ancora. Mi chino e le do un bacio tra i capelli.
«Cerca di tornare per il soundcheck, ti prego. Ti ricordo che siamo ancora nel bel mezzo del tour. Domani tocca a Bologna. Mando qualcuno a prenderti all'aeroporto se mi fai sapere quando hai intenzione di arrivare.»
«Ci provo.»
Saluto Leo e mi preparo un caffè.
«Hai fatto la colazione?»
Sento la sua voce assonnata alle mie spalle. Mi raggiunge e si siede, appoggiando i gomiti sul tavolo e tenendosi su la testa per non crollare e mettersi a dormire di nuovo.
«No, solo caffè.»
«Ma io ho fame!», si lamenta.
Cinque minuti dopo sono pronti il suo cappuccino e la sua fetta di pane con la Nutella. La osservo mentre si lecca le dita.
«Ne dai un po' anche a me?», chiedo senza pensare se sia una cosa giusta da dire.
Lei afferra il barattolo della Nutella e intinge il suo dito, poi me lo offre sorridendo. La sua pelle è calda sotto la mia lingua, i suoi occhi fissano i miei.
Si alza dalla sedia per sedersi su di me.
«Cosa stiamo facendo?», domanda.
Ma poi è lei a baciarmi, a catturare la mia bocca con la sua.
«Mi sei mancata», le sussurro sulle labbra.
Le poso le mani sui fianchi. Voglio toglierle la maglietta che indossa.
«Non è una buona idea», dice.
Ma di nuovo è lei che afferra la maglia e se la sfila.
La bacio ovunque, su ogni centimetro del suo corpo perfetto.
«Volevo chiederti una cosa.»
«Dimmi.»
Cerco di restare concentrato per sentire quello che ha da dire, ma il mio cervello è completamente andato.
«Cazzo! È tardissimo!»
Scende dalle mie gambe e corre in camera.
«Sono in super ritardo», urla dall'altra stanza. «Non credo di riuscire a tornare a casa oggi pomeriggio e stasera suoniamo di nuovo nello stesso pub di ieri.»
«Okay, ci vediamo lì.»
***
«Mi fanno malissimo i piedi», sbuffa togliendosi gli stivaletti e lanciandoli sul pavimento.
«Non sei costretta a saltare qua e là come una coniglietta impazzita per tutta la durata dello spettacolo.»
Lei ride e si butta a peso morto sul letto, evidentemente esausta.
«Vuole un massaggio ai piedi, principessa?»
«Magari. Però prima devi toglierti la camicia.»
Mi viene da ridere e ripenso a questa mattina in cucina. Slaccio i bottoni e me la tolgo per davvero, mentre lei mi fissa attentamente.
«Che c'è? Me l'hai detto tu.»
Continua a guardarmi con l'espressione da finta scioccata, poi si toglie anche lei il top che indossa.
«Comincia a fare caldo qui dentro», scherza.
Non indossa il reggiseno. Ora sono io quello con la faccia seriamente scioccata. Raccolgo la mia camicia e gliela tiro.
«Rivestiti. Non provocarmi.»
Ma lei l'ha ormai presa come una sfida. Si alza dal letto e si mette davanti a me.
«Stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo.»
Prima le sfioro le labbra con le mie e poi la bacio. Lei sale con le gambe attorno ai miei fianchi, io le afferro le cosce e mi butto all'indietro sul letto.
«Vic», ansimo.
Sono perso nella sua anima e non voglio neanche trovare la via d'uscita. Resto sotto di lei e affondo le dita nei suoi capelli, mentre le sue mani sono ferme sul mio petto e la sua lingua sta assalendo la mia bocca.
Il suo piano di essere solo amici sta andando decisamente a puttane. Forse dovrei fermarla, ma non credo di riuscirci, perché neanch'io voglio fermarmi. Mi sono mancate le sue labbra morbide. Mi è mancata la sensazione magica dei suoi fianchi sotto il tocco delle mie mani. L'ho desiderata ogni minuto di ogni giorno. È come se la mia esistenza girasse intorno a questa ragazza, è sempre stato così. È folle, lo so. Ma quando sono con lei non me ne frega niente di tutto il resto. Se amarla è una follia, allora io voglio vivere nella follia.
«Ti amo, Damiano, ti ho sempre amato.»
Le sue parole mi lasciano interdetto. Ma ogni volta che le sento uscire dalla sua bocca è come se un altro pezzo di me tornasse a posto, nel posto giusto. Ho un assoluto bisogno di passare il resto della mia vita con questa donna.

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If You Stay
Fanfic"In quegli occhi occhi blu io mi ci posso specchiare, e vedo me stesso, vedo me stesso felice."