28. Ignoto

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Miles non sapeva cosa gli fosse successo. Rimase per pochi attimi fermo, a fissare la porta dalla quale Echo era uscita correndo, senza dire neanche una parola.
Non era abituato ad agire d'impulso; da sempre era solito pianificare le proprie strategie per filo e per segno, cosa che gli poteva anche costare ore o giorni, ma che alla fine avrebbe dato i propri frutti.
Eppure quel giorno non ci aveva minimamente pensato, aveva fatto la prima cosa che gli era passata per la mente per far si che Echo rimanesse con lui, per far si che i propri piani potessero realizzarsi, eppure tutto era andato in fumo. L'avrebbero eliminato? Avrebbero fatto del male ad Echo? No, quello non era affare suo, perchè si sarebbe dovuto preoccupare di una ragazza tanto instabile quanto...quanto cosa? Non era ingenua come pensava e non era neanche inutile, o per lo meno non del tutto, se lui non era ancora stato buttato fuori era solo grazie a lei, grazie alla sua presenza che lo rendeva innocuo agli occhi di tutti.
Eve lo continuava a guardare a bocca aperta, con gli occhi infuocati di rabbia, come se volesse ammazzarlo. Anche uno sconosciuto avrebbe potuto comprendere l'astio di Eve nei confronti di Miles, la rabbia e il disprezzo che provava si potevano quasi percepire nell'aria.
Una delle lunghe luci sul soffitto iniziò a lampeggiare, senza fare però distogliere l'attenzione di Eve dalla figura di Miles, che si guardava intorno come se stesse pensando a qualcosa di molto importante che lo rendesse irrequieto.
Sid invece si era accorto del problema della luce intermittente attratto dal repentino cambio di luce nella stanza e alzando successivamente gli occhi al tetto per osservare meglio il fenomeno.
Era strano, perchè si sarebbe dovuta fulminare una luce senza alcuna emergenza? La navicella non era progettate per resistere per lunghi periodi? Forse tutti ignoravano quel particolare, come se fosse scontato, pensando che avrebbero avuto tutto il tempo che necessitavano per poter scovare gli impostori e tornare a casa. Ma per come la pensava Sid non funzionava per niente in quel modo.
Sid era molto bravo nell'aggiustare le cose, glielo diceva sempre anche suo padre, era come se avesse un talento naturale. Anche per questo motivo era riuscito a finire tutte le sue task più in fretta di chiunque altro in quella navicella, era velocissimo, soprattutto con le cose elettroniche o che avevano a che fare con i fili.
Solo a cinque anni aveva aggiustato il suo primo giocattolo elettronico, una macchinina che si azionava con un pulsante sul retro che si era rotta cadendo giù dalle scale. Aveva pianto per qualche minuto, soprattutto quando la nonna, che si occupava di lui quando i genitori erano via per lavoro, gli aveva consigliato di buttarla via e non pensarci più.
Eppure Sid si era asciugato le lacrime e aveva fatto ciò che aveva sempre visto fare a suo padre; prese la scatolina degli attrezzi e dopo qualche ora la macchina era come nuova.
Suo padre lo chiamava sempre "L'aggiusta-tutto", eppure nella sua vita non era riuscito ad aggiustare molte cose di cui avrebbe avuto bisogno.
-La lampadina si è fulminata.- Disse quindi, rompendo il silenzio di ghiaccio che si era creato tra i due e indicando con un cenno del capo il lampeggiare irrequieto della lampadina che stava iniziando ad essere più insistente.
L'atmosfera fredda e macabra del posto era accentuata da quell'accendi e spegni continuo. Faceva accaponare la pelle.
In più, il silenzio in quelle stanze era quasi surreale. Era come se ogni stanza fosse un mondo a parte rispetto a un'altra, anche gli stessi corridoi erano limitati acusticamente e visivamente.
Soltanto quando una persona era molto vicina a te potevi sentirne i rumori e piano piano vederla, ma appena si allontanava, era come se sparisse tutto ad un tratto.
Per questo non si potevano sentire i rumori degli spari o le grida dei morti se non erano molto vicino...o se non erano un impostore. Certe volte le grida erano soltanto illusioni acustiche.
Nella stanza in cui si stava, si potevano sentire solo i rumori di essa e si potevano vedere solo le persone del proprio campo visivo.
Solo gli impostori avevano i sensi molto più ottimizzati rispetto agli altri, che in proporzione ad essi era come se fossero dei ciechi in gara con dei predatori.
-Cosa me ne frega adesso!?- Esclamò Eve alzando al cielo le mani, per poi fare un passo avanti e incrociare le braccia sul petto con aria di sfida. Sembrava che volesse fronteggiare Miles, anche se era visibilmente molto più bassa di lui e molto meno forte.
Faceva quasi sorridere quella visione: Lei, fuoriosa, guardava Miles come se volesse attaccarlo, con le braccia strette a se e lo sguardo tagliente.
Lui, invece, totalmente rilassato, se non fosse per i suoi occhi che si guardavano in giro preoccupati, tradendo la sua figura impassibile.
Appena si accorse di Eve, Miles, si tolse gli occhiali da sopra il naso, pulendoli poi con noncuranza con una pezza immacolata che aveva preso da una tasca del suo zaino e, appena finì, li mise al loro posto strizzando poi gli occhi per mettere a fuoco la figura di Eve che stava in piedi di fronte a lui.
Inizialmente non le disse nulla, limitandosi a fissarla con aria interrogativa, poi però si schiarì la voce con un colpo di tosse e una smorfia contrariata sul viso.
-Hai qualcosa da dirmi?- le chiese con la sua solita aria intellettuale, che Eve trovava estremamente irritante.
Sid, intanto, era rimasto immobile a guardare quella lampadina, cercando di capire la motivazione di quell'intermittenza.
Seppur Eve trovasse futile quell'avvenimento, Sid, piuttosto, trovava inutile il suo accanirsi contro Miles, in fondo neanche lo conosceva.
-Hai messo in pericolo Echo e stai continuando a farlo, smettila di pensare solo a te stesso!- esclamò lei quasi tremante dalla rabbia, anche se aveva pronunciato quelle parole con un tono di voce abbastanza basso rispetto a quanto si sarebbe aspettato Miles.
Lui squadrò Eve inizialmente con disappunto, poi un sorrisino affiorò sulle sue labbra.
"Oh no, adesso cominciano" pensò Sid, allontanandosi di qualche passo dai due, per potersi guardare meglio intorno e controllare altri eventuali problemi tecnici che gli erano potuti sfuggire con una visione superficiale.
-Ammetto che sei più stupida di quello che pensavo...- iniziò Miles, ma venne subito interrotto da Eve che scosse furiosamente la testa mormorando "basta" e indietreggiando.
Odiava quando le davano della stupida, lei non era così, perchè non potevano semplicemente mettere da parte le convinzioni per una volta e darle un po' di fiducia e ascolto? Perchè dovevano sempre e solo giudicarla, facendole esclusivamente del male? Non c'era nulla di istruttivo in tutte le critiche che aveva subito fin dalla sua nascita, anzi, esse avevano solo alimentato le sue mille insicurezze: il suo comportamento, il suo peso, il suo aspetto...se la volevano diversa allora perché semplicemente non andavano via lasciandola in pace?
-...eppure non avrei mai pensato che ti saresti fatta mettere allo scoperto così facilmente.- continuò Miles ridendo, fregandosene dell'espressione frustata che gli stava rivolgendo Eve o di quella contrariata che aveva rivolto verso di lui Sid, attratto dalla discussione.
Sid solitamente rimaneva imparziale durante delle discussioni di cui non faceva parte, sperando solo che nessuno lo cacciasse in mezzo.
-Cosa intendi?- Chiese quindi Eve, stringendo ancora di più le braccia attorno al suo petto e storcendo il naso.
-Tu vuoi ritrovare Echo solo perché sai che non si fida più di te e hai paura. Hai paura di non tornare più a casa per colpa di un tuo stupido errore che avresti potuto evitare tranquillamente. Hai paura che anche se dovessi morire qui, nessuno sentirebbe la tua mancanza a casa. Hai paura che non riuscirai mai a raggiungere i tuoi obbiettivi, anche se, devo ammettere che non ti stavi impegnando molto. O sbaglio?- Miles inclinò leggermente la testa di lato, con un sorrisino. Eve rimase per un attimo a bocca aperta, tentando di pensare ad una risposta sensata da potergli dire. Era come se volesse accanirsi sulle sue debolezze, ma per quale ragione? Per farla stare male? Dove voleva arrivare?
-Oppure sono solo sensi di colpa? Hai paura che le capiti qualcosa di male e sai che poi sarebbe solo colpa tua...il che, agli occhi di uno stupido, può sembrare eroico, ma io penso che sia solo puro egoismo.- Miles guardava Eve con una carta soddisfazione, come se si aspettava che crollasse, come se la cosa in un certo senso lo divertisse.
-Ma da quale pulpito!- Esclamò lei stizzita. -Sarò anche debole, stupida o tutto quello che vuoi, ma tu sei proprio crudele, tu usi le persone per i tuoi scopi personali, le illudi, gli fai del male psicologico, spero non anche fisico, guarda prima te stesso piuttosto che giudicare me. Almeno io sono sincera e lo ammetto: ho paura, ma tu? Tu non provi neanche quella per tua sfortuna, o fortuna, chi lo sa. Tu non provi nulla e mi dispiace per te!- Aveva gli occhi lucidi, come se potesse mettersi a piangere da un momento all'altro, ma si poteva capire perfettamente come tentasse di soffocare le lacrime e ricacciarle indietro per una questione di orgoglio. Non voleva che Miles ottenesse quello che si aspettava da lei: il suo pianto.
Quelle parole a Miles non lo toccavano minimamente, gli scivolavano addosso come se non fossero nulla. In fondo aveva imparato questo ormai, forse anche volendo non sarebbe riuscito a farsi ferire da qualcuno.
-Rigiri la tua questione su di me?- le domandò Miles impassibile, alzando un sopracciglio e guardandola negli occhi.
- È una questione di entrambi, Echo era con te, prenditi le tue responsabilità per una volta, non dire che non ti interessa!- esclamò Eve quasi tremante dalla rabbia. Aveva i pugni stretti e la testa abbassata.
-Infatti non mi interessa.- disse tranquillamente. Il che non era totalmente una bugia, perchè se Echo non gli fosse servita per il suo scopo a lui non sarebbe interessata la sua sorte. Ma se moriva lei probabilmente moriva anche lui.
Eve era rossa di rabbia. Come poteva lui essere così tranquillo mentre Echo era in pericolo di vita?
Eve raccolse tutto il coraggio che le rimaneva in corpo e affrontò Miles a carte scoperte.
-Senti, io so per certo che sei un impostore, mi dispiace ma ti sei tradito. Ciò non toglie che non posso segnalarti, tranquillo, altrimenti l'avrei già fatto da tempo. Non mi crederebbero e la prima a non credermi sarebbe Echo, lei forse stupidamente si fidava più di te che di me.- Disse tutto d'un fiato.
-Dove vuoi arrivare?- le domandò lui senza scomporsi. Eve sorrise appena, rendendosi conto che lui le avesse dato in un certo senso ragione, quindi la sua tesi era sempre stata giusta: Miles era un impostore.
-La mia domanda è: allora perché eri alleato con Echo, a cosa ti serviva la sua presenza? Lei non è un impostore.-  Sembrava improvvisamente sicura di se, ma Miles scoppiò a riderle in faccia.
-Non ti dirò certo le mie intenzioni. Che c'è? Vuoi anche sapere chi ho ucciso?- continuava a ridere a crepapelle, facendo sentire ancora una volta Eve una stupida e lui un arrogante.
-L'avresti ammazzata alla fine?- chiese Eve sovrastando le sue risate alzando un po' la voce.
Miles sembrò pensarci un attimo su e questo disgustò ancora di più Eve.
-Solo se fosse stato necessario, in caso di pericolo. Capisci che intendo no? Un po' come faresti anche tu.- Rispose. Eve inizialmente parve offesa da quella sua affermazione, ma poi si rese conto che era la verità.
-Eve non siamo degli eroi, nessuno salverebbe nessun altro nella vita reale, tanto meno qui.-concluse quindi Miles, allontanandosi da Eve e dirigendosi verso la porta.
Miles in quello aveva ragione, avrebbero dovuto pensare a loro stessi.
-Dove stai andando?- gli chiese quindi.
Miles appoggiò una mano alla parete fredda e rigida della stanza, che emise un lieve scricchiolio, quasi impercettibile, poi si girò verso Eve per rispondere alla sua domanda, ma Sid lo precedette.
-Io direi di andare a cercare Echo.- propose quindi. Miles lo guardò perplesso.
-Per ucciderla e poter mettere fine al gioco?- Chiese poi aggrottando le sopracciglia.
Eve sussultò e guardò preoccupata prima Miles e poi Sid.
-Per finire tutte le task una volta per tutte e poter uscire dal gioco. Manca solo una ed è la sua. Non spargiamo sangue che potrebbe essere evitato.- disse con fermezza.
-Abbiamo già perso troppo tempo...- notò Eve guardando l'orologio.
"Già" pensò Sid rivolgendo un'altra occhiata alla lampadina lampeggiante.
Miles ci pensò su per qualche secondo; sarebbe stato meno corretto per le regole del gioco, ma forse per il momento poteva reggere la farsa con Sid ed Eve.
-Da dove volete iniziare la ricerca?- Chiese Miles ad Eve e Sid.
Poteva sembrare una domanda stupida, ma prendere la strada sbagliata avrebbe rallentato tutto di moltissimo tempo.
-Non penso che sia andata di sopra, sopra si va alla caffetteria e ci sono meno sale in cui potersi nascondere.- constatò Miles. Non aveva neanche bisogno della mappa lui, ricordava la disposizione degli spazi a memoria.
-Allora prenderemo da sotto- concluse Sid precedendo Eve.
I ragazzi, riposte le rispettive mappe nello zaino, uscirono quindi dalla stanza del reattore, incamminandosi inizialmente verso storage, con l'intenzione però, di passare prima da lower engine e da Electrical a dare un'occhiata. Magari Echo era semplicemente nascosta da qualche parte.

Spazio autrice 🌻: Ragazzi, scusate veramente tanto per questa mia assenza, ma in questi giorni sono stata male e sto male tutt'ora (tranquilli, niente Covid, solo ciclo+un colpo di freddo che ho preso stupidamente in moto).
Scusate anche per eventuali errori, sia grammaticali che altro, revisionerò tutto quando avrò più tempo, buon anno nuovo❤️

P.S. ho scritto questo messaggio di scuse il 31 dicembre, ma non so se arriverò in tempo a pubblicare sta sera, quindi nel dubbio: AUGURI!

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora