4. Echo

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Quando la mattina seguente mi svegliai mi sentii confusa nel non trovare la mia solita finestra luminosa, la lampada led a forma di cactus alla mia destra e la parete blu della mia camera che mi rilassava sempre tanto.
Trovai soltanto un freddo comodino in metallo, completamente vuoto. La parete spoglia e grigia e le finte finestre di carta logorate e mezze staccate dalla parete.
Mi stiracchiai riprendendo coscienza piano piano e rendendomi conto di non essere più a casa mia, ma nella camera tre dell'edificio di ricerca scientifica. Qualche secondo dopo deglutii scuotendo la testa ricordando improvvisamente di essere in un sotterraneo e mi venne come l'impulso e il bisogno di dover risalire in superficie.
Cercai con tutte le forze di scacciare quel pensiero, premendomi il cuscino contro il viso quasi come per soffocarmi, finché finalmente mi calmai.
"Chissà cosa staranno facendo i miei genitori e i miei amici" pensai con una certa malinconia mettendomi seduta. Mi guardai intorno e tutti i letti erano vuoti, tranne quello di Vince e Eve.
Eve dormiva completamente fuori dalle coperte, girata su un fianco con i capelli scompigliati che le coprivano il viso. Vince invece dormiva a pancia in su con la bocca semiaperta, una mano l'aveva sul petto e l'altra a penzoloni fuori dal letto a pelo con il pavimento.
Mi chiesi dove fossero Miles e Chris per essere già svegli a quell'ora. Come facevano ad essere già in giro? Soprattutto Miles che quella sera aveva fatto piuttosto tardi.
Sgattaiolai fuori dal letto e approfittai del fatto che nessuno potesse guardarmi per andare in bagno a lavarmi e cambiarmi.
Feci una doccia veloce e mi asciugai altrettanto velocemente vestendomi con le prime cose che mi capitarono a tiro, un paio di jeans neri e una maglietta con la stampa.
Uscii dal bagno dopo una trentina di minuti, stando attenta a non svegliare nessuno dei due, camminando quasi in punta di piedi.
Presi dal mio zaino le chiavi della camera che avevo riposto nella prima tasca davanti e uscii senza fare rumore.
Percorsi lentamente il lungo corridoio che separava le tre camere con una strana sensazione di malinconia che mi ronzava per la testa.
Quelle pareti, quei mobili, quei pavimenti, mi trasmettevano una freddezza immensa, mi facevano sentire distante mille miglia da ogni forma di calore.
Notai per la prima volta che la mia stanza, la tre, non era l'ultima del corridoio, poiché un po' più avanti sulla destra, si trovava una porta in metallo, uguale a tutte le altre del corridoio, con sopra scritto il numero "4".
Mi chiesi a che scopo fosse stata fatta quella camera visto che il limite dei posti a disposizione per l'esperimento erano proprio quindici.
"Forse la usano come una specie di ripostiglio" pensai continuando a camminare.
Avevo voglia di chiamare mia madre, chiederle anche solo "come stai? Cosa state facendo?" Ma Miles ieri ci aveva spiegato che non potevamo tenere telefoni laggiù, perchè le radiazioni emesse da essi avrebbero potuto fare esplodere tutta la base. E a dirla tutta non sarebbe certo stata una cattivissima idea.
Appena arrivai alla mensa mi resi conto che fosse già l'ora di pranzo e avevo perso l'attività di orientamento nei laboratori del sotterraneo.
Mi morsi l'interno guancia maledicendomi per la mia stupidità. Non ero mai stata una particolarmente sveglia, ma tenevo alla puntualità e alla serietà nel fare le cose più importanti, e quella la ritenevo una di esse.
La stanza da pranzo era affollata, sembrava che mancassimo solo io, Vince ed Eve all'appello.
Oggi l'umore sembrava molto più alto del giorno precedente. C'era molta più gente che sorrideva e non c'era praticamente più nessuno per conto proprio, i gruppetti si erano ampliati.
Ma il gruppo più ampio era sicuramente quello delle frangette.
Impassibili, le tre ragazze scrutavano tutti gli altri dal proprio tavolo, con superiorità e noncuranza. Attorno a loro c'era un altro ragazzo che non avevo mai notato. Aveva l'aria abbastanza allegra, di corporatura esile e media statura, con gli occhi e i capelli scuri. Parlava allegramente con Rosemary che a sua volta gli diede un amichevole spintone e poi lo abbracciò. "Ci sarà qualcosa tra i due?" mi chiesi entrando nella sala e dirigendomi verso il bancone per prendere qualcosa da mangiare.
Il bancone era molto lungo ed immacolato, quasi ti potevi specchiare con esso.
I cibi però erano abbastanza limitati e sembravano surgelati o inscatolati.
C'erano due tipi di pasta: Con salsa e melanzane e le lasagne, ma quest'ultime non avevano un'aria molto appetitosa, invece un po' più in là per i secondi si potevano prendere cosce di pollo e patate al forno, oppure del pesce bianco di una strana cosistenza e dall'odore nauseabondo.
Non mi era mai piaciuto il pesce cotto, soprattutto quello bianco, preferivo di gran lunga il sushi o qualsiasi altro tipo di carne che non fosse bianca.
Decisi di prendere solo la pasta con le melanzane e una bottiglietta d'acqua naturale, almeno in quel modo avrei sicuramente mangiato qualcosa e non sarei rimasta a stomaco vuoto come la sera precedente.
Quando mi girai notai Martha che mi faceva un cenno per andarmi a sedere al tavolo con loro.
" Dio ti prego, perchè proprio loro?" Pensai cercando di mantenere un'espressione cordiale e non lasciare trasparire nessuna sensazione negativa nei loro confronti.
Camminai molto lentamente verso quel tavolo, quasi trascinando i piedi e rivolgendo a tutti i ragazzi del tavolo una specie di sorriso di riconoscenza.
Notai che Miles non era neanche in quella sala, feci quindi una specie di appello a mente e mi resi conto che oltre Eve e Vince lui era l'unico a mancare dalla lista. Dove era finito?
Incrociai lo sguardo di Chris che mi salutò da lontano, io ricambiai il saluto. Era seduta al tavolo con Mars ed altri ragazzi che non conoscevo, sembrava molto presa dalla conversazione che stava avendo con loro.
- Alla fine non sei venuta.- disse Rosemary alzando un sopracciglio come se pensasse fosse una cosa piuttosto scontata che non mi sarei presentata.
Cercai di non buttarmi sulla difensiva e rilassai i muscoli del viso in un sorriso. - Questioni amorose.- risposi con una risata, di cui mi pentii subito poiché mi sembrò abbastanza fuoriluogo in quel frangente, soprattutto dopo aver visto le loro espressioni.
-Questioni amorose?- chiese Martha impercettibilmente agitata. Mi chiesi il perché di quella sua domanda così brusca, ma lasciai stare.
-si, beh, Mars è piombata nella stanza chiedendo aiuto e noi l'abbiamo aiutata- risposi cercando di mantenere un tono di voce rilassato e naturale.
Martha sembrava guardarmi con fare indagatorio, come se stesse cercando di sapere qualcosa che sfuggiva dalla mia comprensione.
-L'avete aiutata tu e Miles?- chiese Rosemary, scambiandosi poi un'occhiata di sfuggita con Martha.
C'era sicuramente qualcosa di sospetto sotto il loro comportamento.
- No, Miles non è stato con noi, e per "noi" intendo me, Chris ed Eve- Spiegai con una punta di fastidio che cercai di sfumare subito.
Mi davano un po' sui nervi i loro atteggiamenti, il loro modo di fare intimidatorio e finto implicito.
- Tranquilla.- disse Rosemary con una delle sue caratteristiche smorfie. -chiedevamo solo perché neanche Miles ieri si è presentato all'appuntamento, e ci era sembrato strano, tutto qui.- continuò poi.
Com'era possibile? Dov'era stato allora tutta la notte? E come mai ancora non si faceva vedere in giro?
Era forse scappato dalla struttura senza dire niente a nessuno? Oppure tramava qualcosa contro tutti quanti? La sapeva lunga lui, fin troppo. La sua aria di altruistica superiorità mi facevano pensare ad un tranello, a qualcosa che sfuggiva a tutti, che tutti dessimo per scontato che non fosse vera. Si, ma cosa?
Aveva l'aria di star prendendo in giro tutti, di essere l'unico a sapere come stessero andando le cose e quale fosse la cosa giusta da fare in ogni singola occasione.
-Pensavamo fosse con te- aggiunse Martha, come per volermi stuzzicare.
Io risi, ma per la loro stupidità. Allora facevo bene a pensare che fossero solo delle galline senza cervello.
- Io e Miles non abbiamo tutta questa confidenza.- le dissi poi, fregandomene di dover sembrare cordiale.
- Ma Miles ieri non mi sembrava contrario a passare del tempo in tua compagnìa.- intervenne Sarah.
"Ecco, la scema di turno" pensai.
Ma cosa volevano insinuare con quelle parole?
- E appena sei andata via anche lui è andato via.- Rosemary riprese le parole di Sarah concludendo la frase.
Allora era una cosa che facevano tra di loro usare un cervello per quattro e completarsi le frasi? Le tipiche ragazze che si atteggiavano con gli altri elogiando le infinite qualità diverse dalla massa che credevano di avere, pur non avendone in realtà neanche mezza. Come facevano Vince e Miles e a frequentare delle persone del genere?
-Non saprei proprio cosa dirvi.- cercai di mettere un punto all'argomento che era andato fin troppo oltre scemando.
Tutti ricominciarono a farsi i fatti propri e io assaggiai la pasta che avevo preso al bancone. Era completamente senza sapore e le melanzane erano bruciacchiate, feci una smorfia e allontanai il piatto poggiando le guance sui polsi e chiudendo gli occhi. Avevo tantissima fame.
-Comunque piacere, io sono Josh Foster- disse il ragazzo dai capelli scuri accanto a Rosemary con un sorriso cordiale.
-Piacere, Echo.- risposi ricambiando il sorriso.
Ma le presentazioni vennero interrotte da alcuni schiamazzi provenienti da qualche tavolo più in là.
Tesi un orecchio mettendomi in ascolto e sentii la voce tremante di Mars cercare di sovrastare quella di un altro ragazzo.
-Per favore Caesar, smettila.- disse lei a voce bassa, quasi sussurrando.
Era come in procinto di piangere, aveva il capo abbassato e gli occhi rossi e lucidi.
Provava vergogna in quel momento, non avrebbe voluto che quel ragazzo alzasse la voce con lei, soprattutto lì davanti a tutti. La vidi lì impassibile, come se non potesse fare più niente per evitare i rimproveri ingiusti da parte di quel ragazzo.
Era probabilmente l'ex di cui parlava piangendo quella notte, anche se non mi sarei mai aspettata che i problemi di cui Mars aveva parlato fossero questi. Sembrava rosso di rabbia, si agitava, gridava e gesticolava.
Mi fece strano vederla così ferma e triste, sottomessa a quelle parole... non lo sopportavo.
Sembrava una scena di quei film in cui il marito trattava male la moglie in pubblico e lei non poteva fare nulla se non subire e tentare di non farlo arrabbiare ancora di più.
-Sei solo una puttana, dovresti vergognarti!- le ringhiò contro lui, talmente forte da sputare qualche gocciolina di saliva, come un cane rabbioso.
- ma cosa sta succedendo?- mi chiese a bassa voce Madelaine a bocca aperta e un po' preoccupata.
Madelaine mi dava l'impressione di essere la più ragionevole del gruppo delle ragazze, un po' più staccata dai loro ideali estremisti e più aperta e dolce.
-io non...- provai a dire qualcosa, ma non sapevo proprio come risponderle, non ne avevo idea. - pensavo che la situazione si fosse risolta.- le risposi.
Ma a quanto pare non era neanche stata presa in considerazione da lui quella situazione.
-non dire così...avanti...- provò a calmarlo lei, cercando con tutte le sue forze di non piangere davanti a tutti.
Ma lui sembrava totalmente impassibile a quelle suppliche, come se volesse vendicarsi e farla soffrire.
"Che persona di merda" pensai schifata.
Tutta la sala si era zittita, un po' per educazione nei confronti dei due, un po' per ascoltare la conversazione e cercare di capire cosa stesse accadendo e perché Caesar stesse urlando contro Mars.
-Non mi importa più niente di te, smettila di fare la vittima del cazzo!- continuò ad andarci pesante. Mars sussultò per sopprimere un singhiozzo.
Ora capii la situazione. Mars ne aveva abbastanza del suo comportamento possessivo e tossico e non sapeva come liberarsene, perchè era ancora innamorata di lui. Un classico.
Ma come si poteva essere innamorati di una persona del genere? Una persona che ti prosciuga fino al limite, che ti fa soltanto del male togliendo ogni volta un pezzo in più di te, buttando i tuoi voleri e le tue opinioni nella spazzatura, come se non valessero nulla in confronto al proprio volere. Come diceva mia madre: non puoi capire una situazione finché non ci sei dentro. Infatti io non riuscivo a capire.
-ma tu avevi detto che...- provò a dire Mars, ma Caesar la interruppe.
- Ormai non ha più importanza, sei una merda e dovresti vergognarti di esistere!- disse alzando ancora di più la voce. Rabbrividii a quelle parole, come se le avessero dette a me. Ormai il viso di Mars era rigato di lacrime e la vedevo tremare impercettibilmente.
Tutti nella sala ci guardavamo a bocca aperta, sorpresi da delle parole così brutali.
-Tra noi è finita.- continuò poi gelidamente. Mars sembrò impallidire, arrivò Chris dietro di lei e la abbracciò per farle forza.
-f-finita?- chiese Mars distrutta.
Lui aveva un sorriso beffardo, la guardava come se fosse soddisfatto delle sue parole e della reazione di Mars ad esse.
-eppure, un'altra montata me la sarei fatta.- disse lui ridendo con cattiveria.
Scorsi Rosemary lanciare un'occhiataccia a Miles. Miles? Quando era arrivato?
Era seduto accanto a me che mi guardava con aria interrogativa.
-che c'è?- continuò poi Caesar per stuzzicarla. Mars lo guardava esterrefatta, non aveva neanche il coraggio di rispondere.
- pensavo ti piacesse.- rise lui.
A quel punto sentii come l'impulso di urlargli contro e decisi di non reprimerlo. Mi alzai di scatto dalla sedia facendola cadere e tutti si girarono verso di me.
-cosa stai facendo?- mi chiese Miles a bassa voce, ma io lo ignorai e strinsi i pugni avvicinandomi a loro.
Guardai Caesar negli occhi con tutta la rabbia che avevo in corpo
Con quello sguardo l'avrei voluto disintegrare.
Mars mi guardava preoccupata scuotendo la testa, come per dirmi di lasciare stare, ma io non ci vedevo dalla rabbia, qualcuno doveva pur dirgli qualcosa.
-Ti sembra il caso di dirle queste cose in questo modo qui?- chiesi cercando di non sembrare troppo furiosa.
Caesar mi guardò come con l'intenzione di ammazzarmi, io rabbrividii.
-fatti i cazzi tuoi.- mi disse lui, poi si girò come per andare via, ma io non lasciai stare.
-Mars è una mia amica, quindi sono cazzi miei.- dissi, maledicendomi immediatamente di averlo fatto. In fondo conoscevo mars da 24 ore, perchè dover rischiare la pelle per una sconosciuta?
"Ma perchè faccio solo cose stupide?" Pensai mordendomi l'interno della guancia.
Caesar si girò verso di me pieno di rabbia.
Vedevo la vena del collo gonfissima pulsare velocemente al ritmo del suo cuore furioso. Strinse i pugni e si avvicinò velocemente verso di me come per picchiarmi, io spalancai gli occhi e vidi Vince e Miles alzarsi di scatto dalla sedia per difendermi. Poi Sarah tirò Vince per la maglietta rimettendolo a sedere.
Caesar si fermò proprio a un palmo dalla mia faccia, sentivo la sua puzza di sudore come se fosse la mia, percepii tutta la sua rabbia e frustrazione come se l'avessi io.
-Forse dovresti rilassarti un po', non ti sto attaccando.- alzai un sopracciglio. Mi chiesi dove trovassi tutto quel coraggio. Non avrei mai pensato di potermi immischiare in una situazione del genere, proprio io, pappa e ciccia con l'ansia.
-forse dovresti starti zitta.- Rispose lui sempre più minaccioso. Percepii goccioline della sua saliva sul mio viso, sputava molto quando parlava, soprattutto quando alzava la voce.
Sentii Miles dire dal posto:- è quello che pensiamo tutti- ma mi limitai ad alzare nuovamente un sopracciglio, senza smettere di guardare negli occhi Caesar.
Pensai a quando da bambina mi dicevano di non guardare negli occhi i cani quando erano arrabbiati, mi resi conto che era maledettamente vero. Più guardavo negli occhi Caesar, più mi sembrava infuriarsi.
-chiedile scusa e facciamola finita con queste minchiate.- dissi con calma.
Miles scosse la testa premendosi una mano in fronte. Effettivamente non era la cosa più furba che avrei potuto dire, lui sorrise in modo maligno.
-Non ti picchio solo perché sei una donna e le donne non si picchiano.-disse lui con orgoglio, gonfiando il petto. Era proprio ridicola quella frase detta da lui.
- Ma che bravo ragazzo.- lo presi in giro con un'involontaria aria di sfida.
-attenta a quello che dici.- disse lui alzando un dito e stringendo il pugno della mano destra.
- Piuttosto dovresti stare tu attento a come ti comporti.- risposi impassibile. Stavamo dando troppo spettacolo agli altri, desiderai che la stanza fosse vuota.
- Io sono più rispettoso di quanto dovrei, soprattutto nei suoi confronti.- indicò Mars che era tra le braccia di una Chris che la stava consolando.
Più Caesar parlava, più mi faceva schifo.
-Non sapevo che urlare contro una persona fosse rispettoso, anzi sapevo proprio il contrario.- continuai incrociando le braccia. Lui spalancò gli occhi e a quel punto mi resi conto di non avere più via d'uscita da quella situazione.
-Rimangiatelo.- disse lui stringendo i pugni talmente tanto che quasi si fece uscire sangue dai palmi.
- È la verità.- dissi.
Poi, quando feci per andarmene lui con uno scatto di rabbia mi diede un pugno sul naso, per poi andare via.

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora