-Reattore? Ne sei proprio sicura? Ci sono due coppie in due posti diversi in questa mappa, come puoi essere certa che non siano Sarah e Vince?- Eve sudava freddo e non la smetteva di deglutire in continuazione, come se avesse paura che la sua saliva potesse strozzarla da un momento all'altro.
Sid le passò avanti, superandola e appoggiandosi al tavolo con lo schermo costantemente acceso.
Lo osservò a lungo; era molto ampio, prendeva in larghezza tutto quel lato del tavolo e in lunghezza circa la metà.
Era costantemente acceso, ma non era di una luminosità fastidiosa, poiché lo sfondo era scuro, sul blu notte e non infastidiva gli occhi come i tablet a sfondo bianco delle altre task o della stanza delle telecamere.
Vide proprio quello che aveva notato Eve; c'erano due coppie di persone, una coppia nel reattore, i presunti Miles ed Echo, e un'altra coppia si trovava nella stanza dell'ossigeno, esattamente nella parte opposta della navicella.
Notò anche altre due persone da sole; una nella caffetteria e l'altra in medbay. Poi scorse lui ed Eve proprio lì in admin, fermi da circa un'ora o due, indecisi sul da farsi.
Se una coppia erano loro due, un'altra Miles ed Echo e l'ultima probabilmente Sarah e Vince, le due persone rimaste da sole erano Steve e Martha.
Si chiese come mai Martha non si trovasse insieme a Sarah e Vince, ma non ebbe il tempo di soffermarsi su quel pensiero perchè Eve si mise accanto a lui a fissare la mappa con gli occhi spalancati, eccessivamente nervosa.
-Cosa fai?- chiese poi a Sid guardando prima lui e poi lo schermo luminoso.
Trovava uno spreco di tempo continuare a cercare altre informazioni che non avrebbero potuto trovare in poco tempo e loro non avevano certo molte possibilità da poter sprecare.
-Secondo te cosa starei facendo? Sto controllando meglio la mappa al tuo posto.- le rispose Sid esasperato, cercando di ignorarla un attimo per potersi concentrare meglio.
Chi delle due potevano essere Miles ed Echo?
-Non ti fidi di me?- protestò Eve stizzita, incrociando le braccia.
-Non mi fido del tuo cervello.- la corresse lui. - ora, lasciami un attimo pensare in pace, per favore.- le disse lui, alzando una mano senza guardarla, con l'intenzione di zittirla.
Era come quando giocava a nascondino con sua sorella piccola e la sua cuginetta. C'erano sempre dei posti che erano in cui era più probabile trovare una rispetto all'altra e in quel caso doveva essere lo stesso.
Sua sorella gli mancava tantissimo, ogni giorno di più, ma doveva stringere i denti, se era lì era anche per lei, non doveva lasciarsi sopraffare dalla nostalgia.
-Beh e io non mi fido delle tue intenzioni. Ora come la mettiamo?- Eve si frappose tra Sid e lo schermo, incrociando le braccia e togliendogli la visuale.
Sid si aggiustò gli occhiali irritato: Eve stava portando la sua pazienza al limite.
Lei lo guardava con gli occhi sbarrati, rigida ed impassibile, non gli avrebbe sicuramente permesso di continuare a consultare inutilmente la mappa.
-Bene, vuoi andare nel reattore? Fai pure. Ma appena lì troveremo Vince e Sarah non voglio sentire piagnucolii o lamentele. Per me finisce lì.- Le disse stringendo i pugni infastidito e scostandosi dal tavolo per bere un po' d'acqua. Da quante ore non beveva un po' d'acqua? Doveva prestarci più attenzione o si sarebbe ammalato e quello era l'ultimo dei suoi pensieri.
Eve fu sorpresa dal tono che Sid usò per dirle quelle cose, non era mai stato così ostile e freddo nei suoi confronti e non era abituata. Forse doveva cominciare a prendere in considerazione anche quel lato oscuro e freddo del dolce e gentile Sid.
-Cerca di capirmi, sono preoccupata per Echo, non voglio perdere tempo. Non intendevo offenderti se è questo quello che hai invece capito.- Disse lei addolcendosi e poi sospirando, rimettendosi lo zaino in spalla ed incitando Sid a fare lo stesso.
-Se avrai ragione ti regalerò una delle mie barrette al cioccolato.- sdrammatizzò lui con un mezzo sorriso.
- Dici sul serio?- chiese Eve scoppiando a ridere presa alla sprovvista.
-In realtà no, ma tutta quella ostilità tra di noi mi stava cominciando a dare fastidio. Volevo farti ridere e ci sono riuscito.- Fece spallucce dirigendosi verso la porta che separava admin dal corridoio.
Eve era titubante; e se in fondo Sid avesse ragione? Se stesse solo affrettando troppo la situazione? Se le sue fossero soltanto delle stupide paranoie infondate prive di logica?
Eppure alla fine lui le aveva dato ragione, quindi in fondo forse non era l'unica ad avere quel sospetto.
Echo poteva anche essere simpatica e gentile, ma non era abbastanza lì per poter sopravvivere, quindi quella era sicuramente una tattica di Miles, come appunto aveva ipotizzato anche Sid sorprendendola.
E se Echo non si fosse convinta a crederle cosa avrebbe fatto? Non lo sapeva, come non lo sapeva neanche Sid, ma era inutile continuare a preoccuparsi troppo in fretta.
-Quindi? Hai cambiato ancora una volta idea? Ti prego, dimmi di no, sto impazzendo.- La richiamò Sid dall'entrata di Admin.
Eve sbattè le palpebre ritornando alla realtà e raggiunse Sid nel punto in cui era rimasto fermo.
-Neanche per idea.- disse poi tra sé.
Il tragitto tra admin e il reattore non doveva essere molto, anche perché admin si trovava proprio al centro della navicella, quindi di circa una mezz'ora di passo sostenuto sarebbero riusciti ad arrivare al reattore.
Era nuovamente calato il silenzio tra i due, ma non era un silenzio pesante, poiché entrambi avevano la mente affollata di pensieri diversi e non davano peso all'assenza di comunicazione che c'era in quel momento.
Eve pensava a cosa avrebbe potuto dire ad Echo e Sid pensava invece a casa sua; a sua madre, suo padre, la sorella, i cugini.
Inizialmente suo cugino, Simon, avrebbe dovuto fare richiesta per l'esperimento insieme a lui, ma alla fine aveva rinunciato senza dare nessun preavviso, lasciando lui da solo. Beh, almeno era riuscito a salvarsi lui e su questo Sid si sentiva abbastanza sollevato, ma se solo l'avesse avvisato prima, forse anche lui ci avrebbe pensato un po' di più prima di accettare un peso simile.
Sapeva che ogni giorno avrebbero mandato alle famiglie i soldi guadagnati e lui l'aveva fatto soprattutto per quel motivo. Almeno su questo lui ed Eve erano simili.
Lui era felice quando pensava a sua madre, che seppure fino all'ultimo momento fosse completamente contrariata nel mandarlo in quel posto, probabilmente quando vedeva arrivare i soldi a casa almeno dentro di se si sentiva un po' più sollevata, potendo permettersi di mandare avanti la famiglia almeno per quella settimana.
I genitori sapevano, o almeno la maggior parte di loro, il contenuto dell'esperimento in anticipo, ma gli scienziati avevano insistito affinché non divulgassero il contenuto dell'esperimento ai propri figli, o in quel caso "pazienti". Anche se ormai lui non si sentiva affatto paziente.
-Che coraggio che hanno avuto eh?- chiese a un certo punto ad Eve rompendo il silenzio.
Eve si sentì un attimo scossa, riportata alla realtà da quell'affermazione di Sid.
-Cosa?- chiese quindi un po' confusa, strizzando un po' gli occhi per mettere a fuoco il punto in cui ermo arrivati: storage.
Storage era un luogo grandissimo, quasi grande quanto la caffetteria, ma molto più buio e cupo. Le sapeva tanto di qualche scantinato pieno di pacchi, come nei film horror.
-Dicevo che hanno avuto un bel coraggio ad ideare un esperimento del genere.- ripeté Sid.
Eve non rispose, fece soltanto una smorfia.
-Chissà a cosa serve alla fine. Se mai dovessi rimanere vivo ho intenzione di chiederglielo, in fondo è un mio diritto, no?- Eve alzò le spalle. Non le piaceva pensare al futuro come se anche lei potese morire lì, lei aveva sempre totalmente escluso quella possibilità, volontariamente e non.
-Tu rimarrai vivo.- disse con fermezza Eve, ma senza girarsi a guardarlo, continuando a guardare avanti, fissando il buio in lontananza.
Sid era confuso da quella sua affermazione; perchè aveva reagito in quel modo? In fondo lui stava soltanto cercando di sdrammatizzare.
Ad Eve appunto dava proprio fastidio quel suo modo di sdrammatizzare totalmente fuoriluogo.
-Alla fine del gioco io se potessi li denuncerei tutti, o per lo meno, non potendo farlo, gli chiederei gentilmente di fornirmi cinquanta sedute gratis da uno psicologo. Non penso di chiedere molto, o sbaglio?- Si limitò a dire lei con voce atona, piatta, priva di qualunque emozione.
Sid alzò un sopracciglio. - Non penso gliene possa importare qualcosa, mi dispiace.- fece lui, prendendo molto seriamente le parole precedenti di Eve.
Lei sbuffò, ma si decise a non ribattere.
-Chissà come fanno a controllarci e monitorarci invece. Questa cosa la trovo assai curiosa. - disse lui con un sorrisetto affascinato, uno dei suoi soliti di quando scopriva qualcosa di nuovo o riusciva a svolgere una task difficile. Era come un bambino quando imparava qualcosa di nuovo o quando prendeva dieci ad un'interrogazione a scuola. Eve si chiedeva come fosse Sid al di fuori di quel mondo, nella vita reale. Erano tutti proprio così o quella era solo la parte più disperata e spaventata di tutti?
-Forse quando in quella stanza ci hanno fatto mettere la mano su quel pannello, oppure nel cibo, o forse dei sensori iniettati sotto la pelle nel sonno.- continuò lui fantasticando sempre più affascinato.
-Ad esempio, la scritta che abbiamo visto il primo giorno, ognuno la propria, quella come hanno fatto a farcela vedere? E le task invisibili invece? Ho deciso, chiederò anche di questo, chissà quale programma avranno creato e con quanta abilità soprattutto!- Improvvisamente Sid non la smetteva di parlare, sembrava una macchinetta rotta, ad Eve era venuto addirittura il mal di testa, ma non riusciva più a seguire il filo del suo discorso, lei era altrove.
-Lo sai che Miles è bravissimo con la programmazione? - Chiese ad Eve, e non ricominciò a parlare finché lei non fece cenno di no con la testa.
-Beh Miles è bravissimo in tutto quello che fa, anche io sono bravino eh, poi certo, i nostri sono campi un po' diversi, ma lui addirittura era stato chiamato una volta per creare un programma top secret abbastanza importante, è veramente il ragazzo più intelligente che io abbia mai conosciuto, parola mia!- esclamò lui tutto contento, ma poi improvvisamente si rabbuiò rallentando.
-Abbiamo tutta la vita davanti, insomma ho soltanto 21 anni...-
Eve si sentì in dovere di dire qualcosa, sapeva che lui si aspettava sicuramente una sua risposta o rassicurazione, ma lei non ci sapeva proprio fare con quelle cose, la mettevano troppo a disagio, non erano da lei. Odiava quelle situazioni imbarazzanti e faceva sempre di tutto pur di non farne mai parte o di non essere mai chiamata in causa.
-Non pensarla dal punto di vista negativo, sei ancora vivo.- disse soltanto, poi tirò un sospiro di sollievo, non era proprio il massimo, ma non era neanche il peggio che avrebbe potuto dire.
-Miles ha un anno in meno di me, eppure è...era arrivato anche oltre le aspettative di chiunque, da solo, non ha mai avuto bisogno d'aiuto, è da ammirare.- disse lui ignorando le parole di Eve.
Doveva proprio volere bene a quel Miles, ma Eve non riusciva a capire cosa ci vedesse in lui di così spettacolare oltre la sua spiccata intelligenza e freddezza.
Li vedeva come se si stessero soltanto facendo abbindolare da quel ragazzo, troppo furbo per loro, che li usava per chissà quale suo scopo, lasciandoli illusi. Anzi, forse lui non li illudeva nemmeno, lo diceva bello e chiaro quanto non gli importasse di niente e di nessuno, eppure tutti continuavano a corrergli dietro e stimarlo. Perchè?
-Non parlare al passato, non è mica morto.- lo rimproverò Eve.
-Beh, a quanto pare stiamo scavando la sua fossa.- sospirò lui mesto.
Eve alzò gli occhi al cielo, non sapendo più come tirarlo su.
-È un buon amico Miles?- chiese invece.
-È il migliore, ci mette tutto se stesso quando vuole bene a qualcuno.- rispose Sid con fierezza.
-Ah quindi anche lui sa cosa significa volere bene.- ironizzò Eve.
-L'ha imparato a sue spese.- la fulminò con lo sguardo e lei sentì il peso di quelle sue parole come se fossero un macigno. Non ne diceva una giusta.
-Semplicemente da soltanto una possibilità a tutti, per lui la fiducia non va infranta, tende a non legarsi troppo alla gente, come se avesse sempre un piede dentro, ma anche uno pronto messo fuori nel caso in cui quella persona cercasse di fargli del male. Non lo tocca nulla e, beato lui.- Continuò Sid.
Eve decise di aumentare il passo, una volta usciti da storage, finché non iniziarono proprio a correre, tra le proteste di Sid che chiedeva ogni due per tre di potersi fermare.
Si sentì sollevata non appena udì in lontananza la voce di Echo e corse quindi ancora più forte di prima.
-Saranno di qua!- esclamò Eve a Sid una volta arrivati nel corridoio che li avrebbe portati direttamente al reattore.
Sid sbuffava irrequieto. - se proprio devi fare questa cosa falla bene e sta zitta!-
Eve si sentiva un tutt'uno con il nervosismo, quasi sentiva i suoi nervi pizzicarle la pelle fino a fargliela bruciare.
Quando entrò dentro la stanza del reattore dovette però appoggiarsi al muro per poter riprendere fiato: non era abituata ad uno sforzo fisico del genere.
Appena alzò lo sguardo incrociò quello preoccupato e un po' spaventato di Echo, messa dietro Miles che le faceva da scudo con il proprio corpo. Era proprio bravo a fingere quel ragazzo, le faceva proprio venire la nausea.
Corse quindi verso di lei ma lui subito la bloccò, tenendola per il braccio.
-Echo devi ascoltarmi, vieni con noi!-
"Ha rovinato tutto" pensò a quel punto Sid.Spazio autrice🌛:
Che ne pensate di quello che hanno fatto Eve e Sid? Secondo voi hanno ragione oppure si sbagliano? E cosa farà invece Echo?P.s: Siamo quasi arrivati alla fine del primo racconto, eh si, ho intenzione di fare anche una seconda parte, mi è venuta in mente qualche idea per il seguito che spero vi piaccia.❤️
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Among us (IN REVISIONE)
Mystery / ThrillerQuindici ragazzi convinti di dover partecipare ad un semplice progetto scientifico, si ritrovano bloccati all'interno di una navicella spaziale, in cui l'unico modo per poter tornare a casa è uccidersi a vicenda. Sarà facile per tutti uccidere senz...