38. La vendetta di Steve parte 3

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Canzone: Monster-Meg&Dia

Il cuore di Echo le martellava nel petto, come se premesse con insistenza per uscire fuori dal suo corpo. Davvero aveva sperato per un attimo che Miles sarebbe tornato per salvarla?
Davvero si era fidata così tanto e ciecamente di quel ragazzo che invece non pensava ad altro che a se stesso? Era così ingenua? Era così sola e disperata? In preda al panico?

Il panico la fregava sempre, proprio come in quel momento; si sentiva così sopraffatta da tutti quei avvenimenti che le erano accaduti negli ultimi giorni che la testa le dava tormento, girando come una giostra, e gli occhi le bruciavano quasi fino a lacrimare.  Steve era talmente vicino a lei che Echo riusciva a sentire il suo fiato sul suo collo.

Sembrava un cane rabbioso, respirava velocemente, erano respiri brevi e concisi, coordinati con il movimento del petto, che faceva su e giù gonfiandosi con prepotenza, e delle spalle, rigide. La testa era alta, come se volesse sovrastare Echo ancora di più con la sua altezza, ed era di conseguenza costretto a guardarla abbassando di molto lo sguardo, quasi sforzandosi. 

L'avrebbe potuta fare a pezzi soltanto con le sue stesse mani, non gli servivano neanche le armi contro di lei, non gli serviva il pugnale che usava per ammazzare le sue vittime-crewmate, poiché lei non aveva alcuna abilità in confronto a lui, né per il combattimento né per la difesa o la resistenza. Lui era molto possente, muscoloso, doveva sicuramente avere cura del suo corpo,  era rapido nei movimenti, forte e preciso con i colpi, ma ogni volta che Echo incrociava il suo sguardo non provava altro che compassione e anche tanta incomprensione.

-Steve, se vorrai io ti aiuterò.- Echo respirava ormai a fatica, cercando di tenersi il più lontano possibile da Steve, anche se era praticamente impossibile, non aveva modo di indietreggiare o spostarsi. -Dite tutti così...- Steve sembrava quasi divertito ogni volta che Echo apriva bocca per dire qualcosa, si avvicinò quindi a un lato del viso di Echo, portando la bocca al suo orecchio per sussurrare qualcosa scostandole delicatamente un ciocca di capelli che le era sfuggita dalla coda:- ...ma sono solo bugie.- Echo ebbe una scarica di tensione, una sensazione bruttissima che partì dal punto in cui Steve l'aveva sfiorata, appena sopra l'orecchio, e arrivò fino alla schiena facendola sussultare.

Lei non voleva arrendersi, schiuse la bocca per rispondere ancora una volta alle parole negative di Steve, il quale continuava a condannarsi da solo sempre di più, ma lui non la lasciò neanche cominciare; scosse la testa, e senza staccarle lo sguardo di dosso poso la sua mano dietro la schiena, in una tasca della sua tuta nera, che dava un contrasto quasi fastidioso con il biondo cenere dei suoi capelli e il pallore del suo viso.

Echo non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi di Steve, aveva quasi il timore di muoversi, pensando che al minimo movimento l'avrebbe fatta fuori senza sbattere ciglio, e questo valeva anche per lo sguardo, voleva tenerlo d'occhio ogni istante. Eppure lui continuava a temporeggiare.

Steve estrasse molto lentamente, quasi in modo teatrale dalla tasca posteriore della sua tuta un coltello molto grande e affilato, perfettamente immacolato, non aveva neanche la minima macchia di sangue o sporco, il che la lasciò un attimo attonita, non pensava che lui avesse il tempo e la voglia di pulirla così a fondo ogni volta che uccideva qualcuno lì dentro. -È... è molto pulita.- commentò con sarcasmo Echo, paralizzata dalla paura alla vista di quell'arma. Non aveva mai visto da vicino un'arma del genere, soprattutto puntata verso di lei con così tanta minacciosità.

Lui la rigirò tra le mani, ammirandola con fierezza e l'avvicinò al viso di Echo, per fargliela vedere meglio da vicino, o forse solo per spaventarla un po'. Lei sussultò e inspirò violentemente, staccando gli occhi da Steve per pochi secondi, solo per traferire il suo sguardo dai suoi occhi al pugnale, con uno scatto istantaneo, quasi meccanico.
La bocca di Steve si aprì immediatamente in un sorriso a 36 denti che Echo trovò estremamente agghiacciante. - Se la lasciassi sporca e non la curassi non sarebbe così affilata.- rispose quindi.
-Ah che carino...te l'hanno insegnato in...carcere?-  chiese quindi, forse in un certo senso per sdrammatizzare a se stessa il momento, ma ottenne da Steve una brutta reazione: il suo sorriso si spense immediatamente e la presa del pugnale diventò più salda e minacciosamente puntata verso di lei.

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora