36. La vendetta di Steve parte 1.

189 24 10
                                    

Canzone: Lie - Halsey

Freddo.
Ecco cosa sentì Echo inizialmente, quando appoggiò disperata le mani alla porta che si era chiusa improvvisamente, spingendola e picchiandola con tutte le forze che aveva, seppure sapesse che sarebbe stato del tutto inutile; la porta non si sarebbe aperta se non dopo un tempo prestabilito. Avrebbe dovuto aspettare un'ora?  Ventiquattro ore? Non ne aveva la più pallida idea. Era a un passo da Miles, eppure avevano un muro che li separava e gli impediva di raggiungersi.

Le porte erano molto alte, arrivavano fino al soffito ed erano larghe un paio di metri, o forse poco meno. Echo si rese conto che non  aveva mai prestato alcuna attenzione ad esse, né tantomeno alla loro funzionalità. Quella doveva essere sicuramente opera di un impostore. Echo inizialmente non ebbe il coraggio di girarsi per cercare la fonte di tutte le sue ansie; quando finalmente aveva smesso di picchiare la porta con furia si era solamente limitata a fissarla e fissare i palmi delle sue mani che le bruciavano per i colpi dati, a testa bassa e con le lacrime agli occhi.

Si sentiva amareggiata e delusa; proma di tutto da se stessa, perchè ancora una volta si era lasciata ingannare dal suo intuito malato, e poi anche da Miles, perchè l'aveva trattata come trattava tutti gli altri intorno a lui, in modo freddo, quasi disinteressato, disponibile nel momento del bisogno, si, ma nient'altro. Era come un automa, programmato per svolgere equazioni ma senza poter provare sentimenti. Fece una smorfia pensando a come si fosse illusa credendo di essere diversa dalle altre persone per lui, e perché? Solo perché aveva deciso di allearsi con lei tra tutti gli altri? Perchè le aveva raccontato un pezzo del suo passato? E cosa le diceva che non fosse la solita storiella che raccontava a tutti per attirare la loro compassione e ingannarli? Perchè l'aveva aiutata nel momento del bisogno? Perchè l'aveva improvvisamente trattata così male? Perchè l'aveva baciata? Ma quel bacio era solo frutto di impulsività e nervosismo, non era nient'altro, non significava nulla, e perchè allora Echo ci stava pensando? Perchè aveva reagito in quel modo quando era successo, scappando da tutto e tutti e spaventandosi in quel modo? Perchè perchè perché...era tutto quello che riusciva a formulare nella sua testa in quel momento. Nient'altro.

Lui giocava con le sue insicurezze, con le sue paure, i suoi sentimenti e le sue ansie, le assimilava e le usava contro di lei, o almeno così la pensava Echo, ma lui non le aveva mai dimostrato che si sbagliasse a pensarla in quel modo.

Ma a Miles non serviva nessuno, tantomeno lei, lui se lo ripeteva spesso a mente negli ultimi tempi, mentre faceva il turno di guardia e lasciava dormire la notte, quando erano da soli,  oppure quando le sistemava lo zaino la mattina tra le sue proteste buffe e piene di orgoglio celato dall'imbarazzo. Miles l'aveva capito, quelle cose la facevano sentire stupida; quando lui le facilitava qualcosa, le permetteva qualcosa in più rispetto a lui o semplicemente la lasciava dormire facendo finta di dimenticare il cambio dei turni di guardia, lei si sentiva stupida. Forse perché pensava che lui lo facesse perchè la ritenesse ciò, ma non era così, lui lo faceva perchè sapeva che lei ne avesse bisogno e riteneva anche che lo meritasse. In fondo era sempre buona con lui, anche quando si sentiva crollare, come non lo era mai stato nessuno e ciò lo faceva sentire un po' spiazzato o confuso, come quando lui le rispondeva male o faceva qualche battuta colma di satira e lei non se la prendeva ma rideva insieme a lui o rispondeva dolcemente, anche se ciò in realtà la feriva visibilmente. Sapeva cogliere qualcosa di lui che gli altri non tenevano neanche in considerazione e questo lo faceva sentire...diverso?

-È inutile dare pugni alle porte, non si apriranno prima di 60 minuti.- Echo sussultò sentendo quella voce roca, alle sue spalle, dall'altro lato della stanza. Sentì per un momento come un piccolo capogiro, la vista le si appannò e il suo cuore cominciò a battere come un folle. Sentiva freddo, un freddo quasi esagerato, ma stava sudando come forse non aveva mai sudato in tutta la sua vita. Si asciugò quindi le mani sudate sui pantaloni della tuta, con un gesto meccanico che ripeteva ogni volta che le succedeva quel fenomeno e cercò di fare sospiri profondi, tentando di combattere il panico che stava iniziando a farsi strada sempre di più dentro di lei.

"Sto per morire, sto sicuramente per morire" la sua mente continuava a ripetere quella stessa frase come un eco, ormai pensava solo a quello, non riusciva a ragionare lucidamente. Decise quindi di farsi coraggio e girarsi verso colui che le aveva parlato, almeno così sarebbe morta a testa alta e l'avrebbe guardato negli occhi mentre la uccideva. "Ma forse non ho neanche un po' di dignità" pensò mentre titubava e temporeggiava per non doversi girare e guardare in faccia la morte, affrontandola.
-Oh beh...guarda un po' che peccato, stavo proprio cercando di tornare nel corridoio quando si sono chiuse le porte- Rispose Echo deglutendo e girandosi di scatto, per poi chiudere un attimo gli occhi per inspirare. Quando era nervosa iniziava a parlare in maniera casuale e quello era uno di quei momenti; avrebbe cercato di temporeggiare con tutte le sue forze. Quei 60 minuti dovevano passare e lei doveva uscire da lì.

Ma non fu rassicurante vedere poi, dopo quelle parole, il sorriso beffardo di Steve, che senza neanche avvicinarsi, tenendo le mani dietro la schiena, con gli occhi fissi su di lei le rispose. -Già, che peccato.- sembrava quasi divertito, come se il pensiero di ucciderla lo divertisse. Echo era disgustata e sentiva il freddo quasi bruciarle la pelle, mentre una sensazione orrenda iniziò a percorrerle tutta la schiena fino ad arrivare al collo e alla testa, facendola rabbrividire.

Echo si guardò intorno furtivamente, scorrendo lo sguardo su ogni centimetro delle pareti in cerca di una possibile via di fuga, senza però trovare il minimo appiglio o spiraglio. Forse, nel profondo, sperava che Miles sarebbe entrato in qualche modo per salvarla.

-Devo ringraziare Miles per averti portata qui da me, alla fine è riuscito ad onorare il suo patto...in un modo o nell'altro, anche se forse ormai è un po' tardi, soprattutto per Martha che è dovuta morire.- Steve calcò particolarmente l'ultima parola, stringendo i pugni e facendo un piccolo sorrisino che fece rabbrividire ancora una volta Echo. Cosa significavano quelle parole? In che senso Miles l'aveva portata da lui? Allora era tutta una trappola fin dall'inizio, l'aveva portata con se, l'aveva fatta fidare di lui, per poi mandarla a morire alla fine. E la cosa più vile era che lo stava addirittura lasciando fare a Steve, non aveva neanche il coraggio di farlo personalmente. Echo si sentì così delusa e ferita che non aprì bocca, limitandosi a serrare la mascella e stringere talmente tanto i pugni da conficcare le unghie nei palmi. Non voleva dargliela vinta, non voleva morire.

-Non che mi importi molto, ma sono stanco di Miles e delle sue scelte. Pensa sempre di fare la cosa giusta, di essere il migliore, pensa che dalla sua bocca escano leggi, verità assolute...- Steve si interruppe per ridere con una risata fragorosa che rimbombò per tutta la stanza e nella testa di Echo che nel frattempo si era appiattita contro la porta. -Lui pensa sempre di fare ciò che è giusto oggettivamente, invece è solo un egoista del cazzo!- Alzò la voce per un attimo e il suo viso si scurì di rabbia,  ma si ricompose subito non appena vide Echo tentare di indietreggiare ancora pur essendo con il muro alle spalle. -Deve fare sempre di testa sua, capisci? Fa errori, fa un casino di errori, ma nessuno gli dice mai nulla, come se con lui non si discutesse. Perchè!? Cosa ha lui che io non ho? Dimmelo!- Steve a quel punto fece qualche passo avanti, sbattendo poi il pugno sul tavolo. Echo chiuse gli occhi, doveva mantenere la calma.

Spazio autrice 🥑 : Si, so di stare pubblicando dopo tanto tempo e una parte molto piccola lasciata in sospeso, ma è un periodo un po' così per me e non riesco a scrivere come vorrei e, preferirei scrivere meglio questi ultimi capitoli anche a costo di spezzettarli tutti piuttosto che tagliare parti, approfondire poco e scrivere male pur di pubblicare in fretta. Mi dispiace, spero che non vi dia fastidio❤️

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora