32. Ignoto

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Miles aveva dovuto cambiare tutti i suoi piani all'ultimo secondo, dopo il bacio che aveva dato ad Echo pur di non destare sospetti.
Si meravigliò però del fatto che Sid ed Eve non avessero più insistito per portarla con loro e non le avessero detto nulla riguardo la sua identità che gli aveva rivelato lui stesso.

Ripensò a Martha e all'accordo che avevano fatto insieme prima di uccidere Rosemary e Madeleine; lui sarebbe dovuto rimanere insieme ad Echo fino alla fine, per poi averla a portata di mano per poterla uccidere al momento giusto e porre fine ai giochi. Eppure, da un paio di giorni aveva cambiato idea.

Non sapeva cosa avesse scaturito in lui quella reazione inaspettata e del tutto fuori luogo, eppure non aveva più alcuna intenzione di ucciderla.
Echo aveva un'idea di lui così pura, così innocente che probabilmente non avrebbe mai più trovato da nessun'altra parte.
Lei non sapeva chi fosse lui, quale fosse la sua vita, quali fossero i suoi pensieri e le sue aspettative, eppure si era fidata di lui fin dall'inizio, l'aveva difeso anche contro se stessa e aveva visto in lui un potenziale, un qualcosa che non riusciva a capire neanche lui stesso.

Il suo modo di fare era diverso da quello di Martha, che in lui trovava solo un "amore impossibile" oggetto di desiderio, era diverso da Rachel che in lui trovava solo una punizione nei confronti di Steve che le dava poche attenzioni e diverso da Rosemary, che in lui non aveva mai visto nulla se non il riflesso del proprio ego.

Sapeva che non ucciderla e proteggerla avrebbe segnato la vita di uno tra Vince, Sid ed Eve, ma forse era anche disposto a rischiare; se c'era una persona lì dentro che si meritava di sopravvivere, secondo Miles, quella era proprio Echo.

Echo guardava Miles con un misto di preoccupazione e curiosità, in piedi accanto ai computer che brillavano luminosi di luce grigia e azzurra, aspettando una sua mossa, una sua rassicurazione o risposta, era sicura che lui la avrebbe proposto una soluzione che in realtà neanche lui stesso riusciva a trovare.

Quel giorno, Echo, era piena di una vitalità e un ottimismo inaspettato, tanto da mettere Miles nella posizione di chiedersi se stesse realmente bene o fosse semplicemente una reazione maniacale.

Sapeva che lei avesse un problema, tutti lì avevano un problema, ma, come lui non aveva trovato necessario aprirsi più di tanto nei suoi confronti lei aveva fatto lo stesso.

-Cosa facciamo adesso?- esordì quindi lei per rompere il silenzio che stava diventando sempre più pesante.
-Io direi di rimanere qui per riposarci qualche ora e mangiare qualcosa, non dormo da più di 24 ore e penso che sia lo stesso per te. Sappi che se mi dirai di aver dormito questa notte, qui da sola, non ci crederò neanche vedendolo con i miei occhi.- ironizzò Miles per sciogliere un po' la tensione, abbozzando un piccolo sorriso.

Miles sapeva che Echo fosse rimasta all'erta tutta la notte, nella speranza di non essere vista da nessuno, tantomeno da qualche altro impostore nei paraggi, e questo l'aveva portata sicuramente ad una veglia forzata e stressante fino a quando non erano arrivati loro da lei.

-Miles, uno psicopatico mi sta cercando per ammazzarmi e io dovrei stare qui a riposarmi?- Rise Echo, anche se era più che altro una risata nervosa.
-Beh Echo, i realtà sono tre gli "psicopatici" che ci cercano per ammazzarci, non è certo una novità.- Miles alzò un sopracciglio. -Cosa vuoi fare? Andare a cercarli per minacciarli con la tua spiccata proprietà linguistica e manipolatoria?- continuò lui con sarcasmo ed Echo alzò le spalle continuando a ridere.
-E per di più affamata e priva di sonno. Ma da quanto non dormi? Hai delle occhiaie paurose.- la ammonì quindi Miles severamente, riprendendo il suo normale tono autoritario.

Erano giunti quasi alla fine ed Echo si sentiva come se tutta la sua preoccupazione avesse abbandonato il suo corpo dopo aver "assistito" alla morte di Sarah,  lasciando spazio solo ad un'amara ironia e voglia di leggerezza e libertà.

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora