12. Ignoto

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-Come stai?- Miles si avvicinò ad Echo, pronunciando quelle parole come un automa, senza il minimo sentimento.
Echo però venne colta di sorpresa da quella domanda, soprattutto se posta da Miles nei suoi confronti.
Si appoggiò con le spalle al muro, guardando il corpo di Lane che veniva portato via e il pavimento che stavano pulendo.
-Non lo so...- rispose lei, senza guardarlo negli occhi. -troppe cose, tutte in una volta, non ho neanche il tempo di assimilarne mezza che subito succede qualcos'altro- continuò. Aveva lo sguardo perso, gli occhi lucidi e la voce le tremava appena.
Lui si raddrizzò, aggiustandosi la tuta e incrociando le braccia.
-Beh, vedi di stare bene.- e con quelle parole mandò in frantumi quel minimo di umanità che aveva trasmesso nei confronti di Echo con la domanda di prima.
Echo si sforzò a mimare un sorriso, ma dentro di lei era un fascio di nervi. Aveva visto di cosa erano capaci gli impostori ed era sicura che non l'avrebbe voluto provare sulla sua pelle.
Si chiese con quale coraggio riuscissero ad ammazzare qualcuno, soprattutto tra di loro, che in un certo senso ormai si conoscevano, perlomeno di vista.
Avevano deciso di separarsi durante la giornata, si sarebbero incontrati all'ora di cena nel loro nascondiglio per la notte. Echo rimase con Miles, insieme svolsero alcune delle loro task, come ormai ogni giorno.
Erano fermi in Electrical, Echo stava annodando dei cavi rotti. Ogni tanto imprecava, prendendo la scossa, poi scoppiava a ridere quando Miles faceva qualche battuta sarcastica sulla sua situazione.
Stava iniziando a sentirsi bene in sua presenza, come se si fossero sempre conosciuti, e lì in quel posto era una sensazione veramente di conforto. Ti faceva sentire come se fossi un po' più sulla terra che nello spazio. Nello spazio. Al solo pensiero ad Echo mancò il fiato per pochi secondi. Electrical era la stanza che le piaceva di meno di tutta la nave, era scusa, piena di cavi scoperti e muri con aree buie. La dentro si sentiva come se da un momento all'altro potessero ammazzarla o ammazzare Miles.
-Che c'è?- chiese lui rivolgendo un'occhiata distratta ad Echo mentre svolgeva una sua Task.
-Non mi piace molto questa stanza.- Lei si guardò intorno con preoccupazione, sussultando quando dietro l'angolo spuntarono Josh e Mars silenziosamente.
-Mi avete fatto prendere un infarto!- esclamò poi ridendo.
Josh li salutò cordialmente, mentre Mars rimase ferma al centro della stanza con le braccia incrociate. -Non mi avvicino a lei- disse poi risoluta, scuotendo la testa.
-Ma smettila!- esclamò Josh dandole una spintarella scherzosa verso Echo.
Echo la guardava mortificata, si sentiva come se la colpa della morte di Caesar fosse in un certo senso realmente la sua. Forse in fondo era giusto così, che se la prendesse con Echo piuttosto che con se stessa. Quando perdi una persona, perdi una parte di te, inizialmente per andare avanti devi scaricare le tue emozioni negative su qualcuno o qualcosa, oppure esse ti auto-distruggeranno. Prima o poi Mars si sarebbe resa conto che la colpa non era né sua né di Echo.
-Mars io vorrei parlarti...- provò a dire Echo, ma immediatamente Mars scosse la testa con risolutezza. 
Echo cercò sostegno nello sguardo di Josh, ma lui era impotente tanto quanto lei.
-lasciami solo spiegare.- insistette lei.
Mars sembrò pensarci per qualche secondo, incrociò lo sguardo di Josh che la incitava a parlarle, poi però posò i suoi occhi gelidi su quelli di Echo.
-Non me la sento, è ancora... troppo presto- abbassò lo sguardo, cercando con le mani l'appoggio di Josh, che le mise una mano sulla spalla.
Echo ritornò alla sua task, quando improvvisamente sentirono ancora una volta l'allarme, ma questa volta c'era qualcosa di diverso in essa, sembrava un'allarme di pericolo.
Echo si staccò subito dai fili in preda al panico, girandosi in cerca di Miles, che fortunatamente era proprio dietro di lei a fare la guardia.
Josh e Mars ritornarono dagli altri due, anch'essi spaventati e confusi.
-Cosa sta succedendo!?- esclamò Echo rivolgendosi agli altri tre, sperando che qualcuno potesse darle un risposta non troppo negativa, affinché riuscisse a calmarsi.
Era stata per tanto tempo tranquilla. Certo, era sempre all'erta, ma non entrava nel panico da un bel po'. Però in fondo lo sapeva anche lei, che proprio quando pensi di averla superata, l'ansia ti da una batosta per insegnarti una lezione. Non va mai via del tutto. Come l'herpes. Apparentemente passa, ma dentro di te è sempre in circolo, pronto a ritornare in azione nei periodi di stress e debolezza.
-Qualche impostore ha sabotato qualcosa!- Miles sembrava furioso. Stringeva i pugni e la vena del collo gli pulsava come non mai. Aveva un'aria minacciosa, come se volesse ammazzare con le sue mani quell'impostore che aveva fatto partire l'allarme.
-Voi due andate nella camera del reattore, noi andremo in quella dell'ossigeno. Dobbiamo aggiustare la rottura prima che sia troppo tardi. Potremmo morire tutti quanti!- Disse con fermezza. Sembrava essersi calmato, ma Echo vide l'ira nei suoi occhi. Lui non era certo uno che sapeva come controllarla al meglio, ma spesso aveva ragione, come in quel caso.
Josh annuì, trascinando Mars via da quella stanza, diretti al reattore. Poi Miles si girò verso Echo. Echo lo guardava spaventata, non sapeva cosa fare, Miles invece era sicuro di se e con estrema severità si rivolse ad Echo.
-Seguimi, stai accanto a me e non allontanarti neanche di un millimetro. Per nessuna ragione.-

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora