19. Ignoto

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Ed ecco tra un rieccheggiare di voci e gridolini spaventati Rosemary e Madelaine a terra, completamente dissanguate.
Ma ad impressionare Echo non era più tutto quel sangue intorno ai corpi, il pallore della loro pelle martoriata o la freddezza che emanavano quando venivano toccati. La lasciava ogni volta senza fiato la loro espressione del viso; occhi spalancati, che guardavano il vuoto, con quell'espressione mista a terrore e stanchezza, che faceva accaponare la pelle. Sapere che fino a poche ore prima erano vivi, parlavano, avevano le proprie convinzioni e i propri sogni e poi a un certo punto non erano altro che corpi morti, le faceva venire i brividi.
Quella mattina Echo, come ogni giorno dall'inizio dei "giochi", aveva aperto gli occhi, sudata dopo un pessimo sogno, aveva rivolto una veloce occhiata a Miles, già sveglio, che sgranocchiava delle barrette e una mela ed era andata nella stanza dei bagni, che fortunatamente una delle quattro era proprio dietro di loro, per lavarsi e cambiarsi.
Quello per lei era il momento migliore della giornata; le docce la facevano sentire a casa, come se stesse vivendo una vita normale.
Scacciò via il pensiero riguardante ciò che era successo quella notte e aprì il getto d'acqua caldo, qualcosa di veramente surreale per una navicella spaziale, continuava a chiedersi da giorni come fosse possibile.
Finita la doccia, aveva messo la tuta di ricambio pulita e aveva lavato la vecchia con acqua tiepida e sapone. Perse un minuto di tempo guardandosi allo specchio; era molto dimagrita, lo si vedeva già dal viso; un po' più scavato rispetto a quando era entrata.
Pettinò i capelli rossi scuri, che erano ormai pieni di nodi,  poi tornò da Miles che la stava aspettando in piedi, guardando con nervosismo il suo taccuino e alcuni nuovi calcoli.
Echo si era sempre chiesta cosa servissero quei calcoli; erano le probabilità di sopravvivere? Quanto cibo rimanesse a disposizione? Quando avrebbe forse smesso di fare il duro per mostrare un po' più di umanità? A  quel punto la chiamata d'emergenza aveva ancora una volta portato Echo in uno stato d'ansia che cercò in tutti i modi di reprimere.
Non aveva detto granché a Miles quella mattina, se non un semplice grazie per la notte precedente a cui lui aveva risposto con una battuta sarcastica nel suo stile facendola zittire.
Andò incontro ad Eve e Sid appena li vide entrare da un corridoio sulla destra, dalle parti di navigation.
Eve aveva una pessima cera; le occhiaie al viso, un'espressione dura, come se fosse pronta a prendere a pugni chiunque si fosse messo contro di lei. Tra l'altro sembrava che avesse dormito poco e nulla quella notte.
Sid invece era leggermente più fresco, anche se si vedeva benissimo dal suo camminare lento e mesto che aveva sicuramente ascoltato Eve supportandola tutta la notte, perdendo anche lui parecchie ore di sonno.
-Notte da leoni.- Li prese in giro Miles quasi raggiante, mentre riponeva con cura nella tasca piccola del suo zaino blu il solito taccuino.
-Mi sembra già tanto se siamo ancora vivi.- commentò Eve incrociando le braccia e girandosi verso Sid con occhi sbarrati, come se volesse rimproverarlo di qualcosa.
-Voi invece?- Chiese Sid togliendosi gli occhiali per poterli pulire con una pezzetta di fortuna.
Miles si fermò un attimo a guardare Echo, pensando che probabilmente non fosse il caso di parlare di ciò che era accaduto quella notte, quindi si limitò ad alzare le spalle annoiato.
-Le solite cose.- rispose. Sid smise di pulire gli occhiali, rimettendosi la montatura pulita sul naso, mostrando poi un sorriso soddisfatto.
-Sono morte le due vipere.- osservò Eve avvicinandosi meglio per vedere la scena da vicino, ma subito poi si tirò indietro con un'espressione del viso carica di ribrezzo.
-Veramente Sarah e Martha sono ancora vive.- disse sarcasticamente Echo, scorgendo con la coda dell'occhio Miles che aveva alzato un sopracciglio.
-Vi consiglio di non andare a vedere da vicino la scena.- Eve scosse la testa mantenendo la stessa espressione del viso di qualche secondo prima. -Devo levarmi quella immagine dalla testa.-  Disse poi andando alla ricerca di una tavoletta di cioccolata nella dispensa.
-Troppo tardi.- Rispose Echo a bassa voce, prendendo posto al solito tavolo da discussione e addentando un muffin al pistacchio per fare colazione.
Miles si sedette subito accanto a lei, tirandole il braccio per avvicinarla a se per poterle dire una cosa all'orecchio. Echo, presa alla sprovvista si fece cadere il muffin adosso sporcando la tuta Cyan pulita.
-Grazie eh.- disse poi cercado di pulirsi con un movimento goffo del braccio.
-I miei calcoli dicono che tu sei la prima ad essere sospettata al momento, devi stare attenta a ciò che diranno e a come rispondere.- le disse all'orecchio a bassa voce. Echo sussultò voltandosi verso di lui preoccupata, facendosi cadere ancora una volta il muffin addosso. Miles alzò gli occhi al cielo quando se ne accorse. -E sta un po' più attenta, magari.- la ammonì.
-Non è possibile...-rispose Echo a bassa voce, prendendo un fazzoletto dal pacchetto che le aveva appena prestato Miles per pulire la crema di pistacchio che le era caduta addosso.
-Noi siamo quattro voti contro...-
-Contro cinque.- La interruppe subito lui. Echo sgranò gli occhi appena si rese conto di essersi dimenticata di Pearl, la psicopatica.
-Cazzo.- Echo fece cadere il fazzoletto a terra e nel modo di prenderlo sbattè la testa sotto il tavolo.
-Echo stai calma.- le disse Miles prendendole un braccio con fermezza. -farò in modo che incolpino Pearl.- continuò con risolutezza.
Quella era la cosa più vicina alla gentilezza che si sarebbe mai aspettata da lui. Ultimamente Miles stava cambiando ed Echo ci aveva fatto attenzione da quella notte. Meglio così.
-oppure potresti convincerli a non votare nessuno.- suggerì Echo speranzosa. Ne aveva abbastanza di morti per almeno altre ventiquattro ore.
Miles scosse la testa, facendosi cadere un ricciolo scuro sulla fronte. -Siamo tutti stanchi ormai Echo.-
Lei si morse l'interno della guancia, era ormai diventato come un tic nei momenti di nervosismo.
Miles fece cenno a tutti gli altri di avvicinarsi e tutti si sedettero al tavolo come sempre.
Echo scorse Sarah in lacrime dall'altro lato del tavolo. Stava tra le braccia di Vince che le accarezzava la testa e le sussurrava qualcosa all'orecchio per tranquillizzarla.
Sarah era la migliore amica di Rosemary e Madelaine, sicuramente doveva sentirsi come se le avessero tolto una parte di se.
-Sono così zuccherosi, fanno venire il voltastomaco.- commentò Eve a bassa voce, facendo in modo di farsi sentire solo da Miles ed Echo.
-Lo dici solo perché non hai un fidanzato.- disse Miles prendendola in giro, assumendo però una voce seria e  mantenendo un'espressione neutrale. Aveva un modo di scherzare molto strano, non si capiva quando era serio o meno.
-Il cibo è il mio fidanzato.- rispose lei con un sospiro. Sid alzò un sopracciglio.
-Sarah, Vince, Martha, le due ragazze erano con voi quella sera, avete visto niente?- Si schiarì la voce Miles dando il via al dibattito.
-Le due ragazze hanno un nome...-
Sarah lo guardò con gli occhi colmi di lacrime, ma prima che potesse rispondere la precedette Martha.
-Io stavo dormendo, non ho avuto modo di vedere nulla...- disse addolorata.
Vince sussurrò qualcosa all'orecchio di Sarah e lei si staccò dal suo abbraccio, mettendosi più dritta, cercando di ricomporsi, poi prese parola.
-Io e Vince abbiamo visto qualcuno.-
Disse, cercando poi da sotto il tavolo la mano di quest'ultimo, per ricevere un po' di forza.
Echo era in un bagno di sudore, aveva i nervi a fior di pelle. Era certa che l'avrebbero incolpata, e se Miles non fosse riuscito a spostare l'attenzione su Pearl l'avrebbero anche ammazzata.
Non riusciva a gestire lo stress, aveva bisogno almeno di muoversi, di fare qualcosa, parlare con qualcuno. Il fatto di dover stare lì seduta, ferma, la faceva innervosire ancora di più.
Pendeva dalle labbra di Sarah,pensando nel frattempo a come si sarebbe dovuta difendere. Non era brava a convincere qualcuno di qualcosa quando era nel panico, sarebbe anche potuta svenire davanti a tutti a causa della tensione. Ma anzi forse in quel caso l'avrebbero discolpata.
Cercò lo sguardo di Miles, ma lui le pestò un piede. Forse quello sguardo sarebbe stato frainteso dagli altri, per questo lui non l'aveva assecondato.
Echo aveva comunque bisogno di fargli capire quanto fosse in ansia in quel momento, ma non aveva come fare. Il respiro le stava iniziando a mancare ancora una volta, sentiva il cuore a mille, un mal di testa atroce e il collo che le pulsava. Pensava soltanto:" non ora".
-Sapete dare un nome, o un colore? - chiese Sid, appoggiando il mento sui gomiti con fare annoiato.
-Si.- Rispose Sarah accompagnando la voce a un gesto della testa.
Echo cercava disperatamente di non mangiarsi le pellicine delle dita, probabilmente sarebbe risultata sospetta, o almeno così credeva lei.
-Non era un colore acceso, sono convinta di aver visto il grigio. - disse rivolgendo lo sguardo verso Pearl che subito saltò in aria.
Echo tirò un sospiro di sollievo e girandosi verso Miles lo notò più perplesso che sollevato. I suoi occhi verde-grigio saltavano da Sarah a Pearl con fare indagatorio, senza darsi pace.
L'incredulità di Pearl era diventata furia; guarda Sarah con gli occhi colmi di rabbia, come se volesse disintegrarla. Le Punto il dito contro, scoprendo gli incisivi leggermente storti, come avrebbe fatto un cane rabbioso.
-Cosa stai dicendo!- esclamò rimanendo sempre col dito puntato verso di lei.
-Calmati Pearl, non peggiorare la situazione...- cercò di dirle Vince, ma lei gli sputò addosso.
Echo sembrava sorpresa da quella scena, si rese conto di quanto trovasse Pearl inquietante.
Pearl scoppiò a ridere, ritornando minacciosa dopo pochi secondi. Echo notò che Sarah la guardava con un po' di terrore, aveva paura che commettesse chissà quale pazzia anche in quel momento. Doveva sicuramente conoscerla già al di fuori del gioco.
-State incolpando la persona sbagliata, io ero con Steve. Steve!?-
Steve si girò lentamente, posando il suo sguardo glaciale su Pearl, per poi guardare Sarah e Vince con durezza.
-Io ero da solo, non l'ho vista questa notte.- Fece spallucce lui.
Pearl era sempre più furiosa.
-Dì la verità Steve!- esclamò spintonandolo. Miles subito si intromise nella discussione.
-Vedi di calmarti Pearl.- le intimò con sguardo duro.
Steve non rispose al richiamo di Pearl, limitandosi a scostarsi con un movimento brusco.
Miles era sempre più perplesso, osservava Steve e Sarah con fare indagatorio, anche se non lo lasciava trasparire,  non riusciva a capire come fosse possibile...

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora