10. Ignoto

378 33 21
                                    

-Echo!?- esclamò Eve correndo ad abbracciarla.
Miles si frappose subito tra le due ragazze. -Non avvicinarti- le ordinò con voce ferma. Eve inclinò la testa e lo guardò storto. Ad Eve non piaceva particolarmente Miles, le dava spesso sui nervi, ma ora lui era con Echo e se voleva stare con lei doveva sopportare anche lui.
-mi spieghi per quale ragione?- chiese Eve seccata.
-Miles!- esclamò Sid correndo ad abbracciarlo. Miles si lasciò abbracciare, rimanendo però abbastanza rigido. -sapevo che eri ancora vivo- gli disse Sid stingendolo ancora di più.
-però lui ti può abbracciare.- alzò un sopracciglio Eve, Miles fece spallucce.
-infatti stavo scherzando, fai quello che vuoi.- rispose.
Echo scoppiò a ridere e accolse Eve a braccia aperte.
-Ehi ci sono anche io- protestò Chris sbucando da dietro il muro.
Chris era triste da quando Miles aveva spiegato le regole e lo scopo del gioco quella mattina. Vedere degli innocenti morire, rischiare la sua vita e poter perdere degli amici, andava contro i suoi ideali. Se l'avesse saputo non avrebbe mai accettato quell'esperimento.
Suo padre l'aveva camuffato con:" esperimento scientifico religioso" per convincerla ad andare. Lei era entusiasta di potersi mettere in gioco per la chiesa e per delle ragioni molto più alte e spirituali del puro egoismo terreno. Ma a quanto pare era tutt'altro che religioso e lei ci stava male, ci stava maledettamente male.
Si sentiva presa in giro, forse anche sfruttata, e come Echo, ogni singolo giorno al mattino quando apriva gli occhi, la prima cosa che pensava era:" i miei genitori sapevano che qui mi avrebbero fatto questo e mi hanno lasciata venire lo so stesso?Per quale ragione? A quale scopo?"
Faceva però finta di niente, al contrario di Echo che se voleva lamentarsi lo faceva e se voleva arrabbiarsi gridava. Chris invece stava in silenzio, sorrideva e camuffava il tutto con delle stupide battutine pulite o piccoli commenti speranzosi. Pensava che se avesse anche solo provato ad entrare nell'ottica della negatività, sarebbe sprofondata sempre più giù, fino a seppellirsi da sola e non riuscire più a salvarsi dalla tristezza. Ma lei aveva bisogno della sua positività, era come un'energia per lei, era ciò che la teneva in vita, che le dava il motivo di svegliarsi al mattino e continuare a vivere.
-Wow, immensamente fantastico.- commentò Miles con sarcasmo, ed Echo gli diede una gomitata ridendo. Era felice di ritrovare Eve e Chris ancora vive, le dava in un certo senso un po' più di coraggio e speranza. Fece  cenno a Chris di sedersi accanto a lei che la raggiunse con un balzo, tra le proteste di Miles a cui aveva pestato un piede.
La tensione sembrava essersi alleggerita per qualche istante, proprio mentre i nuovi arrivati prendevano posto tra Echo e Miles.
Miles era anche lui sollevato da un lato, poiché non erano più soltanto in due e, più erano numerosi, più avevano possibilità di salvarsi. Il problema era che lui però non stava cercando loro.
Si mordeva le pellicine pensando cosa avrebbe dovuto fare, rimanere con loro? Andare a cercare chi stava seriamente cercando?
Ripensò a poche ore prima, quando aveva intravisto Martha nel corridoio e l'aveva volutamente evitata, nascondendosi dietro al muro. Si chiese se lei si fosse accorta di lui, sperava di no, lei non doveva sapere che era rimasto con Echo. Doveva smetterla di pensare così tanto, non lo portava da nessuna parte e lo faceva preoccupare inutilmente, per qualcosa che non poteva controllare.
Doveva proseguire con Echo, aveva deciso così e non poteva più cambiare idea. Quindi, se avesse voluto abbandonare quel gruppo per raggiungere chi stava veramente cercando, avrebbe dovuto convincere Echo a seguirlo. Ma lei non avrebbe mai lasciato le sue amiche per seguire lui, non si fidava abbastanza. Si morse  l'interno della guancia, cercando di trovare una soluzione a quel problema. Cosa avrebbe spinto Echo a lasciare le sue amiche e seguirlo da un'altra parte?
Echo era testarda nei suoi ideali, non avrebbe cambiato idea su di loro con un semplice parere o consiglio di Miles, c'era bisogno di qualcosa di più. Un sospetto non del tutto fondato, un qualcosa che avrebbe alimentato la sua paranoia convincendola a seguirlo, o addirittura a proporre di sua spontanea volontà di separarsi da loro. Il problema era come.
-Avete trovato dei morti?-  Chiese Echo e quella domanda fece calare il silenzio tra i presenti.
-no- mormorò Chris abbassando lo sguardo. Eve le diede un piccola pacchetta sulla spalla, poi si rivolse agli altri:- non penso sia già morto qualcuno.-
-Sono degli stupidi allora.- intervenne Miles, bevendo un sorso dalla sua borraccia per poi riporla dentro il suo zaino Blu.
"Gli sta bene il blu, fa risaltare il verde dei suoi occhi" pensò Echo, per poi sbattere velocemente le palpebre cacciando via quelle inutili osservazioni.
-Perchè dici questo?- Chiese Chris alzando nuovamente lo sguardo. Lui sorrise beffardo alzando un sopracciglio. - È sempre meglio ucciderli prima che possano formare gruppi, come il nostro ad esempio.- continuò a spiegare, asciugandosi la bocca con la mano. - Quando i Crewmate sono da soli sono più facili da ammazzare, in gruppo non si può fare nulla, bisogna solo aspettare che rimangano di nuovo da soli.- concluse.
Echo si illuminò e sorrise - quindi noi finché stiamo insieme siamo salvi.- disse. Forse lo disse più per autoconvincersi che per altro, si aggrappava disperatamente ad ogni piccola buona notizia, anche la più insignificante, pur di non andare nel panico.
Eve guardò Miles a lungo con gli occhi sbarrati. Pensando che forse Echo aveva ragione quando le diceva che il suo comportamento era sospetto chiedendosi dove fosse tutta la notte.
Magari la storia delle ragazze era vera, ma il resto del tempo cosa aveva fatto? Dove era stato?
Si chiese perché Echo si fidasse di lui, cosa le aveva fatto cambiare idea, la paura? Echo aveva tanta paura, ma Eve per un attimo dubitò anche di lei.
-Cosa c'è?- le chiese Echo scuotendola dolcemente. Nessuno prima aveva risposto alla sua affermazione ed era nuovamente vigile per il nervosismo.
-Niente, pensavo.- Eve ritornò alla realtà, cacciando via quel pensiero. Pensando esattamente la stessa cosa che aveva pensato Echo: se supererà la notte si fiderà di loro. In fondo non aveva scelta, non poteva starsene in giro da sola, almeno in quel modo aveva un po' di speranza in più.
Echo quindi chiuse gli occhi. Nascondendo il viso all'interno del sacco a pelo, come avrebbe fatto con una coperta distesa nel netto. Fin da bambina aveva sempre dormito così, la faceva sentire più sicura, più al caldo. Cercò di non pensare, di convincersi che era tutto a posto, che in quel momento era al sicuro e il resto non contava più di tanto, così si addormentò.

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora