26. Ignoto

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Echo si sentiva confusa e smarrita, non sapeva a chi dare ascolto prima, non sapeva di chi fidarsi.
Da un lato c'era Miles: solitario, serio e distaccato, non le aveva mai dimostrato chissà quale fiducia nei suoi confronti, ma l'aveva aiutata nel momento del bisogno. Dall'altro c'erano Eve e Sid: Eve era come un'amica per lei, anche se si conoscevano da pochissimo tempo. Si vedeva che era una ragazza che si preoccupava della gente a cui voleva bene e il suo nervosismo le sembrava più che reale.
Ma non ebbe neanche il tempo di rispondere a nessuno dei due, poiché si sentì immediatamente il suono dell'allarme della navicella: era successo qualcosa.
Miles si girò di scatto verso di lei, lanciandole un'occhiata interrogativa mentre lei lo guardava un po' spaventata.
Anche Eve sussultò, ritornando verso Sid che le disse poi qualcosa all'orecchio tentando di sovrastare quel rumore assordante.
Miles avrebbe volentieri afferrato il polso di Echo per urlarle di scappare via di lì e seguirlo da un'altra parte, ma rimase per qualche secondo confuso da quell'allarme.
Cosa doveva significare?
Qualcuno aveva sicuramente sabotato qualcosa, ma chi? E a quale scopo proprio in quel momento?
-Basta Eve andiamocene, Echo non ci seguirà mai.- Sussurrò Sid all'orecchio di Eve spingendola con una mano nella sua schiena verso l'uscita della stanza.
-Se andiamo via proprio adesso penseranno che siamo stati noi a fare scattare l'allarme. Non pensi che sia peggio?- Eve cercò di dissuaderlo frapponendosi tra la porta e lui, usando il suo corpo come una barriera.
Sid si guardò intorno per una frazione di secondo e notò che anche Miles ed Echo sembravano disorientati tanto quanto loro.
Eve pensava che se fossero scappati Miles avrebbe colto l'occasione per segnalarli, usando poi Echo come testimone e manipolandola al punto di convincerla a votare per buttare fuori lei e Sid. No, dovevano rimanere lì fino alla fine e cercare di disinnescare quell'allarme.
-Credo che venga proprio da questa stanza, sento la presenza del pericolo molto vicina!- Esclamò Echo agli altri tre, rivolgendo poi un'occhiata fugace ad Eve, che sostenne il contatto visivo speranzosa, finché non fu Echo a distogliere poi lo sguardo.
-Si, è il reattore...merda.- disse Miles quasi fra se. Solo Echo riuscì a sentire appena quelle sue parole e subito si girò di scatto per guardarsi meglio intorno.
Non sapeva cosa fare e dove andare a mettere le mani.
Deglutì con la speranza di scacciare via un attacco di panico che era sul punto di scatenarsi. Ma non era il momento adatto, non poteva lasciarsi andare proprio durante l'emergenza. Doveva mantenere la calma.
Per calmarsi si concentrò quindi sugli altri tre, che, preoccupati quanto lei, parlavano tra di loro e si guardavano intorno in cerca del modo per poter disinnescare il problema.
"È tutto nella tua testa, stai calma" si ripeté un'infinità di volte Echo sbattendo le palpebre e deglutendo a forza. La sua bocca iniziò ad inaridirsi e subito arrivò la brutta sensazione che sentiva ogni volta. Si sentiva di nuovo in trappola, di nuovo schiacciata, sopraffatta.
-Credo sia un problema del reattore!- Disse Sid a voce alta, con la speranza di farsi sentire anche da Echo e Miles, dall'altro lato della stanza.
Poi, con una smorfia, si avvicinò cauto ai due.
Echo ebbe l'impressione che Sid avesse il timore di fare la cosa sbagliata, il movimento errato che avrebbe segnato la condanna sua e di Eve.
-Si, lo è, dobbiamo fare qualcosa al più presto. Penso che sappiate quali potrebbero essere le conseguenze altrimenti, no?- Chiese Miles con autorità e fermezza dopo una breve pausa.
Aveva come la mania di dover sempre prendere in mano una situazione, come se si auto-proclamasse il leader di una squadra. Ma nessuno si era mai opposto, a tutti andava bene, soprattutto nelle situazioni di pericolo, scaricare la responsabilità su qualcun altro. Lui era a dir poco la persona perfetta, non ti avrebbe mai fatto sbagliare o perdere in nessuna occasione. Era furbo, tanto quanto era intelligente e sicuro di se.
Sid annuì con forza, chiudendo gli occhi come per pensare. Eve lo osservava preoccupata, alzando un sopracciglio di tanto in tanto, Echo invece, non riusciva a stare ferma e camminava avanti e indietro per la stanza, per poi fermarsi e fissare Miles impassibile e calmo come sempre.
La calma di Miles, da un lato, la faceva innervosire, dall'altro però la faceva sentire come se tutto fosse sotto controllo. Anche se non era così.
-Sid, vai dal lato destro del reattore e appoggia la mano sullo schermo del pad, io farò la stessa cosa dal lato sinistro.- Disse alla fine, facendo poi un cenno del capo a Sid che annuì con serietà e si diresse correndo proprio dove gli aveva ordinato Miles.
Echo rimase quindi in mezzo alla stanza insieme ad Eve, senza sapere cosa avrebbe potuto o dovuto fare per aiutare i due ragazzi. L'allarme continuava a suonare senza dare tregua a nessuno. Ad Echo scoppiava la testa con tutto quel frastuono. Iniziarono a lacrimarle gli occhi a causa del mal di testa e li dovette asciugare con il dorso della mano.
-Echo!- La chiamò Eve visibilmente tesa. Echo si girò di scatto verso di lei, tenendosi però a debita distanza.
-Ehm...come va?- chiese poi Eve abbassando il tono di voce imbarazzata per averla alzata in precedenza.
Echo venne spiazzata da quella domanda e guardò Eve con occhi sbarrati.
-Cosa vi passa per la mente Eve?- chiese lei prima che potesse ripensarci. Eve sembrò a disagio; deglutì e abbassò lo sguardo.
Echo non aveva intenzione di farsi prendere in giro da nessuno, ma non aveva neanche intenzione di mandare a morire lei e Sid, quindi bloccare Eve prima che potesse combinare stupidaggini era il minimo che poteva fare per lei.
-Echo, io so che tu sei pulita, hai fatto la task visibile di Medbay di fronte ai miei occhi, ricordi?- Le chiese Eve facendo un passo verso di lei.
Echo sembrava abbastanza diffidente nei suoi confronti, ma provò lo stesso ad ascoltarla. In fondo non le costava nulla.
-Lo so.- rispose freddamente Echo, sostenendo il contatto visivo in modo insistente. Eve rabbrividì notando la sua freddezza; non l'aveva mai vista in quel modo. Ebbe per un attimo il timore che Miles l'avesse suggestionata con i suoi modi di fare freddi e distaccati, ma si rese subito conto che sarebbe stato impossibile per Echo diventare in quel modo, non ci sarebbe riuscita neanche con tutto l'impegno del mondo.
-Però non capisco dove vuoi andare a parare.- aggiunse poi aggrottando le sopracciglia.
-Abbiamo già perso Chris per colpa di quello stronzo tutto muscoli e niente cervello di Steve.- Ad Eve tremò la voce quando pronunciò il nome di Chris ed Echo ci fece caso.
In fondo Eve conosceva Chris da sempre, al contrario di lei che l'aveva conosciuta soltanto lì.
-Non voglio che accada lo stesso anche con te.- Disse poi, scura in viso, distogliendo lo sguardo.
-Nel caso te lo stessi chiedendo: non ho nessuna intenzione di farmi ammazzare.- Rise Echo, passandosi poi il dorso della mano sulla fronte per spostare una ciocca più corta che le era finita davanti agli occhi.
Per lo meno sperava di non farsi ammazzare, del resto non si poteva dire nulla ancora.
-Beh lo so, lo spero almeno, ma non so come potresti reagire di fronte ad una fonte di stress. Sai a cosa mi riferisco, giusto?- Eve la guardava speranzosa, voleva che la ascoltasse e che la seguisse il più lontano possibile da Miles.
Echo sapeva a cosa si stava riferendo Eve; si riferiva allo stress psicologico che aveva provato Chris da quando aveva ammazzato Mars fino alla sua morte. Un qualcosa che l'aveva addirittura portata a compiere quel gesto folle: l'auto denuncia durante una riunione. E Steve non aveva battuto ciglio.
-Steve era un codardo, aveva lasciato il lavoro sporco a Chris. E chissà, forse l'aveva anche fatto di proposito...- Echo si interruppe a metà, le mani strette in due pugni e la voce che le tremava. Sapeva che non si sarebbe mai scordata l'immagine di Chris, che spaventata, batteva sui vetri della navicella, pochi secondi prima di morire nel peggiore dei modi.
Eve rimase in silenzio, con un'espressione del viso totalmente contrariata: neanche a lei Steve andava a genio.
-Sta di fatto che io non sono un impostore, ma questo lo sai anche tu. Quindi perché dovrei essere in pericolo?- Echo era visibilmente preoccupata, ma cercava di mascherare la preoccupazione con un finto tono di voce tranquillo, che veniva spezzato di tanto in tanto da piccoli tremiti. Echo aveva qualcosa che non andava, lei non stava bene ed Eve l'aveva capito.
-Perchè ti fidi di Miles?- Le chiese quindi.
Era una domanda che Echo doveva affrontare ogni singolo giorno da quando aveva deciso di unirsi a lui e non le dava tregua.
Ma non ebbe il tempo di rispondere, perchè finalmente l'allarme si interruppe e tutto tornò nel silenzio più totale.
Quel silenzio le faceva quasi male alle orecchie, era assordante. Ma si sentì in un certo senso sollevata poiché ormai l'emergenza era scampata e loro erano sopravvissuti anche a quello.
Miles e Sid tirarono un sospiro di sollievo. Sid si sedette per terra, passandosi una mano sulla fronte sudata e sospirando, Miles invece, si avvicinò con sospetto alle due ragazze.
-Che sta succedendo qui?- chiese quindi alzando un sopracciglio e fulminando Eve con lo sguardo.
-Eve e Sid mi hanno chiesto di andare con loro.- rispose subito Echo, quasi come se si sentisse in colpo.
-E tu che vuoi fare? Seguirli e morire?- la prese in giro Miles con una smorfia sbeffeggiatrice.
-Morirebbe rimanendo qui con te!- esclamò prontamente Eve. Sembrava quasi che lo volesse sbranare vivo.
-Certo, sicuramente. Echo, per favore, andiamo a completare le tue task? Non ho intenzione di perdere tempo con questa qui.- Miles si rivolse ad Echo come se fosse infastidito dalle parole di Eve. Le trovava stupide e prive di qualunque nesso logico.
-Si da il caso che questa qui sia una mia amica.-lo rimproverò Echo e Miles scoppiò a ridere.
-Siete proprio stupidi tutti voi. Amica?- continuava a ridere per prendersi gioco di entrambe le ragazze che lo guardavano: Echo sbigottita ed Eve contrariata.
-Non la conosci neanche da un mese.- aggiunse poi sempre ridendo, facendo un gesto con la mano come se stesse asciugando delle lacrime di riso.
-Eppure sono più affidabile di te.- ribatté Eve stringendo appena i pugni.
-Dimostramelo. Anzi, esponi la tua tesi, voglio farmi due risate. Perchè tu e Sid siete qui?- Miles sembrava sicuro di se al 100%. Eve in quel momento lo vedeva come un criminale psicopatico, pronto ad uccidere tutti ingannandoli.
-Perchè so per certo che Echo non è un impostore...- si fermò un attimo per cercare l'appoggio di Sid con un'occhiata e lui annuì debolmente.
- E so anche per certo che sei tu l'impostore.-
Miles scoppiò un'altra volta a ridere, questa volta più fragorosamente di prima.
-Io ad Echo ho dato la dimostrazione di esserlo, ma tu a lei quando hai dato la tua dimostrazione di essere innocente?-
E lì calò il silenzio totale per qualche secondo. Echo aveva la testa piena di incognite, ogni loro frase o parola, rimbombava nella sua mente.
-Non...non ho potuto.- mormorò Eve.
Eve si sentiva come se il suo mondo le fosse crollato addosso. Non poteva arrendersi in quel modo, era arrivata fino a quel punto, non poteva rinunciarci senza almeno combattere un po'.
-Eve basta, lascia stare, andiamo via.- le disse Sid prendendola per un braccio. - Non ne vale più la pena.- aggiunse poi.
-Perchè vi siete separati da noi?- Eve ignorò le parole di Sid e Miles sbuffò.
-Stavamo meglio da soli.- rispose Miles.
-Beh, questo l'hai deciso da solo.- commentò Echo e Miles la guardò storto.
-Ti stai facendo manipolare da questi due? Davvero Echo?- le chiese sul punto di scoppiare un'altra volta a ridere.
Echo non lo sapeva, non sapeva più che dire. Aveva una frase sulla punta della lingua, ma non seppe neanche come formularla. Si stava facendo manipolare da Eve e Sid? A chi doveva credere?
-Echo.- le disse Eve guardandola negli occhi. Echo aveva ricominciato a tremare senza sosta.
-Miles ha finto una task davanti ai miei occhi.- continuò.
-Quante bugie dovrai ancora dire per convincerla a...-
- Ne ha mai fatta una visibile di fronte a te?-  Eve interruppe Miles.
Echo ci pensò su un attimo; la risposta era no. Non aveva mai avuto una prova visibile e concreta dell'innocenza di Miles.
-Ma non mi ha ancora ammazzata... Perchè avrebbe dovuto?- disse con un mormorio.
- È una strategia, Miles non è quello che sembra, lo dicevi anche tu nei dormitori a me e io non ti credevo. Ricordi?-  le chiese Eve dolcemente.
Echo improvvisamente ricordò tutto. Non sapeva per quale ragione, ma aveva completamente rimosso dalla sua memoria quelle cose.
-Io...me lo ricordo, si- rispose Echo.
-E perché dal nulla hai cambiato idea?- si intromise Miles.
-Perchè ho visto che menti!- esclamò Eve quasi perdendo la calma.
-Echo magari quello che pensavi su di lui era vero, perchè non hai più indagato?- continuò Eve.
-Ora basta, mi sono stancato, andatevene via, sono sciocchezze.- Miles era rimasto per tutto il tempo impassibile e serio, come se le parole di Eve non lo toccassero minimamente.
-Se fossi un impostore credi che mi alleerei con un crewmate? Non mi importerebbe nulla, lo ammazzerei subito.- Disse con tutta la tranquillità che aveva in corpo.
- Se non sei un impostore dimostralo adesso.-
-Non devo dimostrare niente a nessuno.- Miles fece spallucce ed Eve si infuriò.
- Smettila Miles! E tu Echo, basta fare la finta tonta, vieni con noi!- 
Echo sembrò scossa da quelle parole. Guardò prima Miles e poi Eve, successivamente fece un passo avanti verso Eve, ma si bloccò subito rigirandosi verso Miles. Doveva dargli una possibilità di dimostrarle la sua innocenza.
-Fai come dice Eve. Se non sei un impostore dimostramelo in qualche modo.- disse guardandolo negli occhi.
Lui mantenne il contatto visivo per qualche secondo, il tempo necessario per far perdere ogni speranza ad Echo che fece una smorfia.
Allora era veramente una stupida come pensava. Ma cosa doveva fare? Sembrava tutto così confuso e c'era di mezzo la sua vita. Come poteva pensare lucidamente? Miles non collaborava neanche.
-Come pensavo.- disse alla fine e fece  per girarsi. Miles la trattenne per un braccio, Echo si girò e lui le diede un bacio.
Eve spalancò gli occhi esterrefatta e Sid increspò le sopracciglia.
Echo si tirò quasi subito indietro, non appena si rese conto della situazione.
Perchè l'aveva fatto? A chi doveva credere adesso?
Sull'orlo di un attacco di panico guardò una per una le facce dei presenti. Poi scappò via.

Spazio autrice🌻: so che mi odiate... scusate se vi ho fatto aspettare una settimana, ma ho avuto come un blocco, non sapevo più come continuare, perdonatemi❤️
P.s ( ci saranno sicuramente molti errori, ho scritto l'ultima parte un po' di fretta, la correggerò più tardi)

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora