13.Ignoto

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Echo osservava Eve scossa.
Era ancora un po' confusa dall'accaduto, dalla paura precedente e dalla stanchezza.
Aveva seriamente pensato per un momento di non riuscire a farcela, di morire. In fondo è così che si sente chi ha un attacco di panico, si sente morire. Non riusciva a smettere di pensare al fatto che se non ci fosse stato Miles con lei, probabilmente ormai sarebbe morta.
C'era anche da dire però che le sue parole di poco prima non le avevano dato molto conforto, ma anzi le avevano riempito la testa di incognite.
"Ero costretto a salvarti" aveva detto quasi seccato, come se non sopportasse i ringraziamenti di Echo. Cosa poteva significare?
Echo non riusciva a interpretare le sue mosse, poiché ogni volta che credeva di aver capito qualcosa di lui, subito Miles si smentiva con una frase o un'azione ostile o fredda.
Echo si chiedeva se ci fosse qualcuno nella vita di Miles a cui lui era talmente tanto legato da avere paura di perderlo o di lasciarlo andare. Probabilmente lui pensava e quelle cose come delle "stupidaggini", come delle cose inutili, delle distrazioni.
Lui aspirava alla perfezione, se ne fregava di ciò che la gente aveva da dire o voleva fare. Lui non aveva giornate "no", non era mai né triste né felice, perchè la tristezza è uno spreco di tempo e la vera felicità non esiste.  O almeno così la pensava lui. Sfogava qualsiasi sua emozione negativa tramite la rabbia. Echo invece era tutto il contrario. C'erano giorni in cui era giù di morale, per lei non era importante sentirsi triste o felice, sapeva che senza i periodi di tristezza non potevano esistere quelli di felicità, o almeno per lei.
Miles sarebbe sempre rimasto un mistero irrisolto per lei. In fondo, se a lui non interessava capirla, perchè doveva invece cercare di farlo Echo.
-Echo?- Eve richiamò Echo all'attenzione. Lei si rese conto di non averle risposto, quindi le fece un sorriso stanco.
-Sarà con Josh, o a cospirare la mia morte, o starà facendo entrambe le cose.- rispose poi.
Eve la guardò storto, poi si guardò intorno in cerca di Josh, e lo trovò, circondato dalle ragazze con la frangetta.
-Eppure Josh è li da solo, guarda.- Eve glielo indicò ed Echo si girò a guardare in quella direzione.
Effettivamente Josh se ne stava lì da solo, sembrava distrutto, guardava in basso, con le braccia incrociate, alzò lo sguardo ma non la salutò neanche.
-Avevamo sentito qualcuno gridare durante l'emergenza.- spiegò Sid a Miles, che guardava Eve senza capire le sue accuse contro Josh.
Poi si avvicinò verso Josh, ignorando le persone che gli stavano intorno e seguito a ruota da Echo e gli altri.
Josh capì subito che voleva parlare con lui, fece qualche passo avanti, per allontanarsi dagli altri ragazzi e rimase solo con Miles.
-Dimmi cosa è successo, la verità.-
Dall'espressione del viso di Josh si poteva dedurre che non aveva la minima voglia di parlare ancora una volta dell'accaduto. Miles però sembrava implicitamente insistere e anche Josh sapeva che gli avrebbe per forza dovuto dare una risposta, altrimenti sarebbe risultato sospetto.
-Eravamo per terra, accasciati.- Esordì lui. Guardava il vuoto, come se stesse revisionando la scena nella sua mente ancora una volta, come se la stesse rivivendo.
-Non riuscivamo a muoverci, c'era troppo poco ossigeno- continuò a parlare. Miles lo guardava impassibile, senza battere ciglio.
-e poi?- lo esortò a continuare.
Josh si asciugò una lacrima dal viso, poi scosse la testa con una smorfia.
-Le avevo promesso che l'avrei protetta, che non l'avrei lasciata sola... Sono debole!- Esclamò poi, stringendo i pugni, con un misto di frustrazione e amarezza.
Miles continuava a non capire cosa intendesse con quelle parole.
-Spiegati meglio, non capisco.- insistette.
Josh sembrava furioso con se stesso. Guardò Miles negli occhi e rispose alla sua domanda.
-Ho perso i sensi e quando mi sono risvegliato le avevano già sparato...due volte.-  adesso tratteneva a stento le lacrime. Miles gli mise una mano sulla spalla. Era il massimo del conforto che poteva dargli.
Aveva deciso di credergli, conosceva Josh, non sarebbe stato capace di fare una cosa del genere, non era il tipo. E probabilmente era veramente affezionato a Mars. Miles pensò che affezionarsi a qualcuno in quel posto fosse del tutto inutile, uno spreco di tempo ed energie, bisognava pensare esclusivamente alla salvezza personale prima di tutto. Si meravigliò di come molti di loro si fossero lasciati andare a quelle debolezze. Non riuscivano a stare soli, non riuscivano a portare a termine i loro obiettivi, rischiavano la loro vita a costo di avere un po' di distrazione, di compagnìa. Come potevano essere così stupidi?
Fortunatamente lui non ne aveva bisogno.
-Quella persona la voglio morta.- disse Josh a denti stretti. Subito però, si rabbuiò guardando nella direzione da dove era venuto.
- Tu mi credi, vero?- Chiese a Miles.
Miles ispezionò per qualche istante il suo sguardo, poi annuì.
- Ti conosco Josh, hai la mia fiducia.-
Josh sembrò rianimarsi un minimo.
-Quella degli altri però è incerta. Loro sono furbi e stupidi, faranno di tutto pur di salvarsi il culo, anche eliminare un innocente. - continuò Miles. Josh annuì con la testa bassa, non lo guardava più in faccia.
Miles quindi lo salutò, augurandogli buona fortuna e come la volta precedente prese il suo tablet e ad ognuno ne distribuì un altro.
Tutti presero posto nel lunghissimo tavolo al centro della caffetteria. Eve per il nervosismo stava sgranocchiando un pacchetto di salatini, che ogni tanto porgeva a Echo, ma lei aveva lo stomaco chiuso.
-Josh ha trovato il corpo di Mars.- esordì Miles schiarendo la voce.
Era  veramente morta Mars. Ad Echo si formò un nodo in gola che le rese difficile respirare.
Era morta senza poter scoprire la verità su Caesar, pensando forse addirittura ancora che fosse stata lei.
Nascose per un attimo il viso tra le mani, poi si aggiustò i capelli dietro le orecchie.
Josh prese parola, sembrava abbastanza agguerrito. Li guardava tutti negli occhi, uno per uno, con fare indagatorio, era convinto che prima o poi sarebbe venuto fuori il colpevole.
Raccontò quindi a gli altri  tutto quello che aveva raccontato a Miles in precedenza, omettendo però i sentimentalismi, quelli rimasero privati.
Appena finì di parlare, Miles gli poggiò una mano sulla spalla. -io gli credo.- disse con fermezza. - E dovreste fare lo stesso anche voi.- continuò.
-Qualcuno ha dei sospetti?- Chiese Madelaine preoccupata.
-Io ero con Eve, in admin, ma eravamo stremati, non siamo riusciti a spostarci da lì per molto tempo, siamo solo riusciti in tempo a disattivare l'allarme di quella stanza, poi ci siamo distesi sul pavimento.- disse Sid, facendo poi capire con uno sguardo ad Eve che contava sul suo sostegno. -Si, abbiamo aspettato li, non potevamo fare altro. Però a un certo punto abbiamo sentito qualcuno urlare.-  aggiunse lei, appoggiandolo.
- Voi eravate con Josh?- Rosemary si rivolse a Miles.
-No, io sono andato con Echo a disattivare l'allarme dell'ossigeno in O2, poi siamo rimasti lì.- si difese Miles, rimanendo impassibile. - mi domando come mai voi non vi siate mosse dalla vostra postazione, preferite morire piuttosto che fare quattro passi?- disse poi con fare canzonatorio. Lei fece roteare gli occhi. - Non ti passa per la testa che magari stavamo anche noi male per la mancanza di ossigeno?-
Steve placò subito quella discussione sul nascere. -Stiamo sprecando tempo, avete dei sospettati?- chiese poi con il suo solito tono arrogante, appoggiando i gomiti violentemente sul tavolo.
-Josh ovviamente.- intervenne Pearl con una risatina. Era macabra, quel tipo di ragazza che da piccola al posto di pettinare le bambole le staccava la testa, per poi farla trovare nella zuppa dei parenti per cena.
Echo deglutii. -Penso che Josh sia da escludere.- disse poi.
-Eppure Josh è l'unico sospettato.- disse Sarah. -Oltre te ovviamente.- aggiunse poi.
-Ma se era con me, come poteva arrivare fino ad electrical per ammazzarla?- Miles alzò un sopracciglio guardandola come se fosse una stupida bambina, incapace di ragionare.
-Allora Steve!- esclamò poi Sarah sulla difensiva. Miles fece una smorfia molto simile a un sorriso.
-Ti stai arrampicando sugli specchi cara mia. - disse Sid facendole segno di stare zitta.
-Se non abbiamo altre idee possiamo saltare.- propose Eve.
Miles la fulminò con lo sguardo.
-oppure no, come non detto.- disse poi lei facendo segno di cucirsi la bocca.
- Se saltiamo e non eliminiamo qualcuno potremmo essere in netto svantaggio, non bisogna perdere tempo. Secondo me è Sarah.-
Sarah dopo quella minaccia impallidì, cercando con lo sguardo l'appoggio di Vince.
-Andiamo ragazzi, siate seri! Josh era accanto a Mars, se non è stato lui ad ucciderla allora saprà per certo chi è stato!- Esclamò Rosemary prendendo le difese di Sarah.
Subito tutti si girarono verso Josh, che guardava gli altri con sguardo gelido.
Echo aspettava che si difendesse, ma lui non disse nulla, li guardava scuotendo la testa e basta, come se pensasse di non avere più speranze.
-Io non ho visto nessuno, l'ho già detto, ero svenuto.- disse prendendosi poi la testa fra le mani, chinando il capo per nascondere il viso. Era spacciato, non aveva come provare la propria innocenza e nessuno l'avrebbe potuto aiutare, era praticamente già morto.
-State ammazzando un innocente.- li rimproverò Miles contrariato. -non intendo assecondarvi in questo.-
Echo sentiva di dover fare qualcosa, doveva aiutare Josh.
-Come potete pensare che sia veramente stato lui? Come avrebbe potuto?- intervenne. E nella sala calò il silenzio.
Miles sembrava incuriosito dalle sue parole, non si aspettava quell'intervento e in un certo senso aveva anche il timore che si sarebbe fatta ammazzare.
-Non lo vedete come ci sta male per la morte di Mars?- continuò con insistenza. C'era una certa dolcezza sincera nella sua voce, che la faceva sembrare ancora più innocente, la più autentica di tutti, Miles aveva l'impressione che fosse falsa, si chiedeva continuamente quale fosse la sua strategia: farsi vedere spaventata e innocua forse lo era, anche perché se così non fosse stato le avrebbe dato della stupida. Ma in realtà a lui non interessava.
-Starà fingendo.- fece spallucce Martha. Echo la guardò con occhi sbarrati, stringendo i pugni.
-Solo perché siete tutti degli insensibili, questo non significa che...- Echo aveva alzato la voce, ma Miles la interruppe subito, prima che potesse parlare troppo.
-Votiamo.- disse poi rivolgendo il suo sguardo a Echo, per poi passarlo su Sarah. Echo annuì, Miles le stava implicitamente chiedendo di votare per Sarah.
Eve incrociò lo sguardo di Chris, ma lei subito abbassò lo sguardo girandosi dall'altro lato.
Dopo un minuto i risultati erano già pronti.
Echo si strinse in una coperta che aveva preso da un cassetto in uno scaffale di medbay un paio di giorni prima.
Josh fissava un punto nel vuoto, senza espressione, il suo sguardo era totalmente vuoto, come se dentro di lui non ci fosse più nulla. Echo provava pena nei suoi confronti, ma non poteva fare nulla per riportare Mars in vita.
Quel minuto le era sembrato interminabile e quando Miles tornò per comunicare i risultati quasi tirò un sospiro di sollievo al pensiero di poter andare a dormire una volta finite le votazioni.
Josh aveva ricevuto più voti di tutti, Echo non ne fu sorpresa e neanche Miles, che dopo aver annunciato il nome le si avvicinò.
-Penso che ciò che sta per accadere non ti piacerà per niente.- le disse. Poi scortò Josh verso una stanza adiacente, attraverso una porta nascosta nel muro. Talmente nascosta che Echo non l'aveva mai minimamente notata. Appena entrò nella stanza si sentì mancare.
Il pavimento, le pareti e il soffitto erano pannelli trasparenti, che davano piena vista sullo spazio a 360°.
-Cosa gli farete ora?- chiese a Miles a bassa voce. Lui si avvicinò a Josh, dandogli una pacca amichevole sulla schiena e sussurrandogli qualcosa nell'orecchio, poi Josh annuì e Miles lo scortò verso un'altra porta all'estremità della camera.
-Lo buttate fuori!?- esclamò Echo inorridita. Miles spinse un bottone nel muro, facendo aprire delle porte automatiche.
-Echo, hai fatto tutto il possibile, te ne sono debitore, ma ormai non si può più tornare indietro.- le disse Josh, sforzandosi a mostrarle un sorriso.
Le porte si richiusero con Josh dietro, lui si appoggiò al pannello che lo separava da noi, ora un po' più spaventato. Miles lo guardava senza battere ciglio. Ma come ci riusciva? Come faceva a non lasciar trasparire la minima emozione?
Miles sospirò e premette un altro bottone che fece aprire un altro pannello proprio dietro Josh, poi tornò accanto ad Echo che lo guardava addolorata, ma senza dire nulla. Deglutì, sforzandosi di fare finta di nulla anche lei come tutti gli altri. Appena Josh morì spuntò davanti a tutti una scritta, che confermò le teorie di Miles ed Echo: Josh non era un impostore.
-Ve l'avevo detto che avremmo dovuto  saltare anche questa votazione.- sospirò Eve. -Beh, torno a fare le task gente.- disse poi, lasciando la stanza seguita da Sid.
Echo continuava a guardare fuori il  cielo stellato oltre i pannelli, con la mascella serrata e i pugni chiusi. Sembrava amareggiata.
-È morto senza motivo.- disse a Miles quando con lo sguardo le chiese implicitamente spiegazioni.
-può capitare, fa parte dell'esperimento.- le spiegò Miles. Lei si girò infuriata verso di lui, avvicinandosi a un palmo dal suo viso.
-Ne ho abbastanza di questo esperimento del cavolo!- Esclamò mettendosi poi le mani tra i capelli.
Lui scoppiò a ridere e lei lo guardò perplessa.
-stai ridendo?- chiese poi e un sorriso le affiorò involontariamente alle labbra.
-Mi fa ridere il tuo comportamento, del tutto inutile. - alzò un sopracciglio.
-smettila di fare la predica, prenditi un giorno di pausa.- gli disse lei massaggiandosi le tempie.
- E perché mai? Io mi diverto così.- fece spallucce lui.
-Perchè pensi che il mio comportamento sia inutile?- lo guardava con le sopracciglia aggrottate, un'espressione che Miles trovò quasi buffa.
-Perchè non ha senso preoccuparsi per qualcosa che non si può controllare, fai del tuo meglio e basta. Fine.- Le spiegò lui, con il suo solito tono calmo.
Lei sospirò.- È morto un tuo amico e te ne esci così? Come fai?- gli chiese. Lo guardava con con occhi colmi di speranza. Ecco cosa voleva da lui: speranza, ma lui non poteva dargliela. Gli sembrava tanto una bambina in quel momento, cosa si aspettava veramente Echo da lui?
-Sono razionale, schietto, non posso permettere che le emozioni influiscano sui miei pensieri e comportamenti.- si mise le mani in tasca con noncuranza, osservandola poi per qualche secondo.
Echo decise di non rispondere, era troppo stanca per discutere con lui. Gli chiese quindi di  raggiungere gli altri per andare a dormire e lui annuì.

Forse in quel momento, la persona che stava peggio psicologicamente era Chris.
Camminava avanti e indietro per navigation, senza darsi un minuto di tregua.
Steve la osservava divertito, disteso su un sedile, dando ogni tanto anche un'occhiata al paesaggio circostante: lo spazio.
Lui si sentiva come se avesse una sorta di dovere morale nei confronti di Chris, come se dovesse a tutti i costi essere come una spalla, un appoggio per lei, anche se lei negava, dicendo di non avere bisogno di niente e di nessuno.
Era come un incubo per lei, forse anche peggio, lei non avrebbe mai neanche sognato una cosa del genere nel peggiore degli incubi.
Aveva deciso di seguire Steve, ed era strano, non si sentiva completamente a suo agio insieme a lui, però si sentiva più sicura.
Pensava continuamente ad Eve, Echo, Sid e Miles, che aveva lasciato in caffetteria senza neanche degnarli di una spiegazione.
Ma cosa pretendevano da lei? Aveva paura, forse anche più di loro e reagiva così: scappando.
Non aveva intenzione di ignorarli, come aveva fatto con Eve qualche ora prima, ma non sapeva proprio che spiegazione dare loro. Cosa avrebbe dovuto dire? "Non mi sento sicura di stare insieme a voi, scusate se sono egoista e me ne sto fregando del resto"? Sarebbe stato ridicolo, meglio stare zitta.
-Hai intenzione di creare un solco nel pavimento?- le chiese Steve divertito.
Lei non lo degnò neanche di uno sguardo, continuava a camminare per la stanza, forse anche più insistentemente di prima.
Lui si mise a ridere, massaggiandosi la fronte con la mano.
-non hai sonno?- le chiese poi. Lei scosse la testa distrattamente, continuando a ignorarlo.
-Domani quando sarai stanca però non venire a lamentarti con me.- le disse, stendendo le gambe sopra il pannello dei comandi e chiudendo gli occhi.
Lei si fermò improvvisamente, guardando l'orario: era tardi, aveva bisogno di dormire, Steve aveva ragione.
Sospirò, sedendosi poi in un altro sedile, accanto a Steve.
Lui aprì un occhio, poi sorrise come per dirle:" te l'avevo detto" e le lanciò una coperta in pile.
Chris appoggiò la testa sull'estremità del sedile, ma non chiuse gli occhi, si mise a guardare fuori lo spazio infinito.
Steve sembrò leggerle la mente, senza aprire gli occhi le rivolse un piccolo sorriso. - andrà tutto bene Chris, non sei da sola.- le disse.
"Non sono sola, ho Dio" pensò lei. E con quel pensiero chiuse gli occhi, un po' più speranzosa di prima.
-se c'è un lieto fine, sono sicura che adesso Mars e Josh sono insieme, felici.-  disse poi beatamente.
Steve scoppiò a ridere, distruggendo la quiete che Chris era riuscita a trovare.
-se il lieto fine ci fosse veramente, non morirebbero tutte queste persone.- disse continuando a ridere.
Chris sembrò offendersi, ma era troppo stanca per protestare, si rannicchiò nelle coperte e sbattè le palpebre.
-Il lieto fine dipende da ognuno di noi...-  aggiunse poi lui, notando la sua espressione del viso contrariata.
-Non voglio sentire altro.- lo fermò con fare bambinesco, lui rise scuotendo la testa. - va bene, come vuoi tu, ma ne riparleremo domani.-
Chris chiuse quindi gli occhi e pensò a come avrebbe dovuto agire il giorno seguente. 

Among us (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora