11. Distrazioni

868 33 8
                                    

Kim's P.O.V

Continuai ad osservare tutti quei gingilli che ancora tenevo accatastati in una scatola nella mia stanza, visto che mi era passato per la mente di cercare un vecchio piegaciglia buttato lì dentro alla rinfusa e che non riuscivo più a trovare.

Ero sazia «dove sei!» borbottai allora snervata, non scorgendone ancora traccia... quando vidi cadere a terra un ciondolo argentato. Il rumore intenso che impattò sul pavimento richiamò la mia attenzione come un allarme, puntai lo sguardo sul luccichio e mi accorsi che avevo fatto cadere a terra quel bellissimo ciondolo a forma di rosa che tenevo custodito da sempre.

Adagiai la scatola sul letto, richiudendone i lati e mi abbassai per raccoglierlo. Afferrato lo feci pendere dalle dita, osservandolo attentamente, ed era così ben rifinito nei minimi dettagli da affascinarmi.

Mi tirai su pronta a raggiungere lo specchio, quando vidi le mie iridi riflesse nel vetro portai quel ciondolo al collo e lo guardai. Stava bene, sembrava fatto apposta per me e mi domandai come mai non l'avessi mai indossato, così senza esitare altro tempo incrociai le braccia dietro al collo e lo chiusi dalla clip.

Non era ne troppo grande ne troppo piccolo, un gioiello fine e sobrio, che donava e brillava senza eccedere, mi rimaneva penzolante sul petto e lo mandai sotto la maglia, decidendo di tenerlo con me.

Quando mi rimisi a cercare quel piegaciglia finii col trovarlo rotto in due pezzi e snervata richiusi la scatola e la nascosi sotto al letto, prendendo il cellulare sul comodino decisa ad andarmene a fare due passi sul prato. Non appena lessi la data sullo schermo illuminato, non potei fare a meno di notare che erano già passati dieci giorni dal mio compleanno e sospirai, camminando a passo calmo verso le scale.

Ero stata così bene quel giorno...insieme ad un ragazzo che ad oggi vorrei soltanto riempire di insulti, eppure incontrarlo senza la sua fidanzata a seguito era diventata un'impresa impossibile e alla quale avevo già rinunciato.

Smetterò di pensare a lui, anche senza dirgliene quattro per l'ultima volta. Dopotutto, quanto sarà difficile togliersi dalla mente un ragazzo?

"Chiodo scaccia chiodo" mi aveva canzonato Cody la volta in cui Hunter mi aveva piantata.

Ma non avevo usato quel metodo ai tempi, avevo smesso di soffrire per la mia relazione finita male in pochissimo; eppure qualcosa mi faceva dubitare del fatto che togliermi dalla testa Tyler da sola, sarebbe stato altrettanto facile quanto dimenticare Hunter...anche se con il mio ex ero andata a letto mentre con Tyler non c'era neppure mai stato un bacio.

C'era qualcosa di diverso in lui.

«Kim» quasi persi un battito quando quella voce mi sorprese nel bel mezzo dell'atrio del mio dormitorio, dove c'erano due luci in croce accese e la visibilità scarseggiava a dir poco.

Non potevo confonderlo.
Ne potevo essere cortese con lui.

«Chi si rivede, in giro da solo!» esclamai sarcastica, senza fermarmi a guardarlo e lo vidi affiancarmi, così mi feci più in là lasciando scorrere ancora più spazio fra di noi.

«Puoi fermarti un secondo?» disse provando ad accostarsi ancora ma non gli diedi retta; avevo bisogno di camminare «Kim guardarmi!» esclamò infine vedendomi decisa a non dargli ascolto, le sue dita strette attorno al mio polso mi impedirono di andare avanti e mi ritrovai scossa davanti a lui.

Puntai gli occhi sulla sua mano.

«Si può sapere cosa diavolo ti prende?» sbottò guardandomi alterato e mi liberai dalla sua presa sottraendo il braccio nervosa «mi prende che sei un cafone Tyler!» la mia voce rimbombò per la sala deserta, attenuando il silenzio e lo vidi sgranare gli occhi sorpreso dalla mia rabbia «quando avevi intenzione di dirmi che c'era lei nella tua vita!?» ero fuori di me.

Kimberly Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora