Tyler's P.O.V
Era la vigilia di Natale ormai, ed io ero completamente avvolto dalla nube di strazio che ieri al nostro ritorno aveva soffocato sia me che Kimberly.
Quando avevo prenotato i biglietti per il viaggio, giorni fa, avevo programmato così bene ogni cosa che vedere come tutto fosse finito per il peggio, mi sembrava quasi uno scherzo di cattivo gusto.
Non potevo immaginare che la famiglia che abitava nella casa di fianco la mia da bambino fosse stata coinvolta in un incidente fatale. Non potevo immaginare di scoprire a seguito di uno svenimento e una corsa in ospedale, che Kimberly fosse incinta e che il bambino fosse di un altro.
Come non potevo immaginare di tornare e scoprire cosa il destino avesse riservato per Damon.
Anche se io e lui non c'eravamo mai tollerati, in particolar modo dopo l'arrivo di Kim al college, mai gli avrei augurato una cosa del genere. Ne ero rimasto nettamente più sconvolto di quel che avessi potuto mai pensare. Al sol pensarci sentivo le mani formicolare prepotentemente, di una paura spettrale, che quasi sfociava in sensi di colpa. Non riuscivo ad accettare il fatto che lui potesse non farcela a riprendersi, a conoscere suo figlio, ad accudire sua madre.
Ogni mio rancore nei suoi confronti era diventato nullo davanti tale crudeltà.
Nelle prime ore prima dell'alba stamattina, mentre Kimberly era in stanza con lui subito dopo aver gridato davanti a tutti la verità su ciò che portava in grembo, avevo parlato con Diane. Non mi creava sollievo neppure sentirle dire che avrebbe fatto di tutto pur di farla pagare al ragazzo che privo di lucidità e su una macchina che andava contro ogni limite di velocità, aveva deciso di sfrecciare dritto ad un semaforo rosso, durante quel temporale. Desideravo avere giustizia per Damon quanto loro, ma ciò non mi rasserenava, perché la sua vita sarebbe rimasta appesa ad un filo che ora dopo ora, secondo i medici non faceva altro che farsi sempre più sottile contro ogni tentativo.
«Sta ancora dormendo?» la voce di Nathan bucò la bolla nella quale mi sentivo rinchiuso, sollevai gli occhi dal pavimento lento e vidi Ashley varcare la soglia della porta seguita da Drake. C'era poca luce nella stanza, la poca penombra che bastava a mala pena a far distinguere i lineamenti dei loro volti quando entrarono.
«Sì. Era stremata e sinceramente sono felice che ancora non si sia risvegliata...nel suo stato non le fa bene stressarsi tanto né passare così tante ore in piedi» disse mentre il ragazzo alle sue spalle richiudeva silenzioso la porta e li guardai.
«Sarebbe ancora davanti quel reparto, se non l'avessero fatta entrare» esordii ricordando come imperterrita aveva tentato fino allo sfinimento di passare, appena cinque ore fa. Io non avevo ancora dormito, ma perlomeno non dovevo salvaguardare la mia salute come invece dovrebbe fare lei d'oggi in poi.
«Kim si farebbe in quattro per le persone a cui vuole bene, ma anche per degli sconosciuti se ne avessero davvero bisogno»
«Non è cambiata affatto...» sussurrò Nathan incrociando lo sguardo con il mio e presi una boccata d'aria, continuando a restare taciturno.
«È una fortuna che vi siate ritrovati proprio in un momento tanto delicato...»
«Il destino ha voluto ciò evidentemente...»
«Comunque, qualcuno dovrebbe tornare in ospedale» parlò Drake, ostacolando la conversazione fra Ashley e il biondino e sollevai gli occhi verso di lui.
«Vado io»
«Tu?» mi accorsi di essere stato io a parlare, solo quando gli occhi di Drake mi scrutavano con un cipiglio ed annuii incerto. Avevo parlato d'istinto, sentivo dentro di me che qualcosa mi spingeva a voler andare al posto di un altro.

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Kimberly
RomanceDa bambini erano migliori amici, la vita li ha separati ed ora non sanno più nulla l'una dell'altro. Un brutto incidente, la perdita della memoria...Kim e Tyler si ritroveranno a frequentare lo stesso college sei anni dopo quello che pensavano sare...