6. Meglio Amici

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Kim's P.O.V

«Pianeta chiama Kimberly!» la mano di Cody passò ripetutamente davanti ai miei occhi e solo allora mi risvegliai.

Ero praticamente rimasta assorta dai miei stessi pensieri mentre camminavo tranquillamente al suo fianco e lo vidi guardarmi leggermente perplesso «cos'hai sta mattina?» chiese preoccupato e mi strinsi nelle spalle «mi sembri seria, o rammaricata...è successo qualcosa che non so?» domandò ancora e scossi prontamente la testa.

«Nulla» risposi tranquilla «ho solo avuto una nottataccia colma di incubi» mentii stringendo il cellulare nella presa della mano e lui mi scrutò per altri eterni secondi, prima di convincersi della mia versione.

«Spero davvero che sia solo questo che mi stai raccontando Kim» Cody era sempre stato bravo nel leggermi attraverso, quando stavo male lui se ne accorgeva, lui percepiva quando qualcosa non andasse, la sua estrema empatia lo rendeva così attento, in particolar modo con me.

Ma non avrei comunque addossato a lui tutti i problemi che mi ero causata da sola in una sola serata, avevo deciso di fare segreto di quel che era accaduto ieri notte e di non parlarne mai più con nessuno.

Meglio dimenticare certi eventi.

O perlomeno provarci.

«Che corso hai ora?» chiese cambiando discorso e puntai gli occhi sull'edificio che si innalzava maestoso davanti a noi, contornato di vasi fioriti ed erbetta curata «letteratura inglese» dissi stringendo la borsa sulla spalla e lui annuì convinto «allora tu sei arrivata» mi fece notare indicando la costruzione davanti a noi con un cenno del capo «io ho ancora un po' da camminare» aggiunse sbuffando e sorrisi.

«Vai, non fare tardi» lo incitai a raggiungere la sede centrale e mi salutò con un cenno della mano, incamminandosi da solo per la sua strada.

Quando rimasi da sola davanti l'edificio dai colori sgargianti decisi di prendermela comoda, non mi sarei affrettata a raggiungere l'aula correndo anche oggi, avevo tempo per prendermi tutta la calma del mondo.

Guardando verso il lato opposto della strada vidi qualcuno di familiare e per la prima volta vederlo non mi destò agitazione o malumore, anzi, un sorriso si dipinse sul mio volto quando riconobbi Tyler Miller dalla parte opposta della strada. Stava camminando mentre teneva lo sguardo sul cellulare con cui non smetteva di smanettare, lo guardai in silenzio mentre si avvicinava sempre di più a dove mi ero fermata io e quando lo ripose nella tasca della sua tuta sembrò rendersi conto di me.

«Ciao Kim» esordì tranquillamente quando arrivò a pochi passi da me e raddrizzai la schiena guardandolo dritto negli occhi «buongiorno Tyler» sussurrai lanciando un'occhiata veloce attorno a noi e lui si passò una mano fra quei suoi svolazzanti capelli castani.

«È strano non essere trattato a pesci in faccia da te, devo dire» scherzò scrutandomi con lo sguardo e cercai di non arrossire ancora «scherzi a parte, come stai oggi?» chiese subito dopo avvicinandosi un altro po' a me e mi strinsi nelle spalle ammirando i suoi occhi «mi sono ripresa» ammisi scostandomi una ciocca di capelli dal viso e lui assentì.

«Mi fa piacere» disse in tutta risposta e per qualche istante nessuno dei due proferì parola, rimanemmo lì a guardarci come se ci fosse dell'altro ma non sapevamo andare avanti.

Così ne approfittai per dirglielo...

«Senti Tyler...quello che è successo e che sappiamo solo tu ed io, potrebbe restare fra di noi?» mi imbarazzava fargli una richiesta simile, ma preferivo che nessuno dei miei nuovi conoscenti e suoi amici sapesse nulla di tutto ciò. Cody incluso.

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