Kimberly's P.O.V
Quattro anni dopoI ciuffetti al limone che stavo minuziosamente realizzando sulla torta sembravano star venendo una meraviglia. Soddisfatta e colma di gioia rimboccai la sac à poche, per far scendere tutta la crema e continuare a farli venir fuori al meglio. Sembrava complicato, ma una volta presa la mano non era troppo difficile e sol guardandoli a metà opera, potevo affermare che stessero venendo davvero incantevoli.
Era da tutta la mattina che cercavo di adoperarmi al meglio per sfornare muffin e biscotti deliziosi, creare questa torta si stava rivelando il compito più complicato ma ne sarei sicuramente stata soddisfatta.
Oggi Isabel avrebbe festeggiato il suo quarto compleanno ed il tempo sembrava essere volato così in fretta da quando sulla sua torta risplendeva la candelina con il numero uno.
Fin dal primo momento in cui l'avevo guardata negli occhi, nei suoi bellissimi occhi grigi, avevo compreso che non ci sarebbe più stato giorno della mia vita che io non avessi vissuto per lei e per la sua felicità. Tutto era diventato un contorno.
Isabel era l'emblema perfetto fra me e Damon, qualcosa di meraviglioso ed unico da custodire con tutto l'amore che eravamo in grado di donarle senza chiedere in cambio nulla. Aveva tutti i miei lineamenti, dal naso alle labbra alla forma degli occhi, le ciglia lunghe che impreziosivano il suo sguardo magnetico e tutti i colori del padre. Aveva le sue stesse iridi, rare che solo io potevo avere la fortuna di ammirarle, la stessa identica carnagione non troppo olivastra e la chioma scura. Era una bambina così bella e dolce da far innamorare chiunque, ma allo stesso tempo un uragano di vivacità che aveva travolto le nostre vite e le aveva colmate di gioia fin dal primo sguardo. Lei era il motivo per il quale io e Damon avevamo sempre mantenuto le nostre promesse. Non c'era stato giorno nella sua piccola vita in cui non ci fossimo sforzati di farla sentire incondizionatamente amata, pur non vivendo insieme, pur dandole una vita particolare rispetto a quella dei suoi coetanei e lei non ne aveva mai risentito. Per Isabel era normalità e gioia vedere me e suo padre parlare e volerci bene anche senza tenerci per mano nelle passeggiate, per lei era tutto okay quando preparava lo zainetto e se ne stava a casa sua con Charlotte, perché per quanto potesse sempre essere stato differente vivere la nostra vita, c'era l'amore e questo bastava.
Isabel nacque alle porte dell'estate, avvolta dalle calde giornate di fine giugno, con la melodia degli uccellini oltre le finestre socchiuse a cullare i suoi primi sonni in casa, quando fortunatamente avevo tutto il periodo estivo davanti per poter dedicarmi esclusivamente a lei e non allo studio. Avevo per me tutto il tempo per assaporare come sarebbe stata la vita assieme a lei, per imparare a cambiarle i pannolini al meglio e a calmare i suoi pianti in piena notte. Tutto mi era nuovo, nulla mi era stato mai spiegato e mai avrei potuto apprenderlo così bene se non vivendolo. I primi mesi con lei li vissi a casa dei miei genitori adottivi, fra le dolci pareti nelle quali avevo passato i miei primi anni con loro, una vita che avrei dovuto scoprire pian piano. La viziarono così tanto e pur essendo tanto piccola sapeva riconoscere alla perfezione le voci di ognuno di noi, amava il momento in cui sentiva Cody arrivare da lei con le sue storielle che la colmavano sempre di sorrisoni che puntualmente le facevano scivolare il ciuccio di bocca.
Poi Steve mi fece il regalo.
Gliene sarei stata eternamente grata.
Prima di quel momento non avevo neppure mai saputo che i miei genitori possedessero una seconda casa propria lì a Brooklyn, notevolmente più piccola dell'attuale dove avevano vissuto quando Cody era ancora un bambino. Novanta metri quadri di pura felicità, quel che sarebbe diventata poi per me e la mia bambina.
Ci trasferimmo in quel monolocale all'inizio dell'autunno dello stesso anno e continuai tutti gli studi da casa, senza valutare neppure per una volta l'idea di abbandonarli. Seguivo le lezioni online, studiavo durante i sonnellini di Isabel e mi presentavo in presenza solo quando strettamente necessario... anche se non era stato sempre semplice come a raccontarlo. Tante volte ero crollata in crisi nel letto, nascosta fra le lenzuola con la testa stretta nel cuscino a soffocare le mie paure, temendo di non riuscirci. Eppure anche lì il sole era tornato a splendere. Con tanta forza di volontà, infinite ore di sonno perse e tanti appunti rovinati dai pennarelli che Isabel mi rubava per giocare...riuscii a laurearmi perfettamente in pari con tutti i ragazzi che avevano iniziato il college nel mio stesso anno.

STAI LEGGENDO
Kimberly
RomanceDa bambini erano migliori amici, la vita li ha separati ed ora non sanno più nulla l'una dell'altro. Un brutto incidente, la perdita della memoria...Kim e Tyler si ritroveranno a frequentare lo stesso college sei anni dopo quello che pensavano sare...