17. Dei tasselli mancanti

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Kim's P.O.V

Poteva essere la quinta volta ormai che Ashley veniva a riscuotermi nel letto, dove me ne stavo fossilizzata e imperterrita tra le coperte...ma non riuscivo ad alzarmi.

Mi veniva ancora da vomitare per tutto lo schifo ingerito ieri notte, ma le forze mi mancavano persino per tirarmi su e andare a fare quello in bagno. Mi sentivo a pezzi, con la testa totalmente rintontita e le palpebre pesanti quanto due macigni. Avevo persino le ciglia incollate...non mi ero neppure struccata prima di crollare sul materasso. Avrei voluto dire, che quella mattina proprio non ce la facevo neppure ad esistere, ma il nocciolo della questione ed il problema principale della giornata, era che quella non era più mattina. L'orologio ormai segnava le sei del pomeriggio e tenendo conto che ero arrivata nel mio letto verso le cinque, avevo già alle spalle tredici ore di sonno.

Se solo cercavo di pensare a ieri notte, mi sentivo esplodere interamente la testa, avevo solo ricordi confusi.

Ma che ricordi...

Nei flash che mi tornavano man mano alla mente da quando avevo ripreso i sensi, alla quarta chiamata di Ashley, c'era il momento in cui stavo ballando con quel ragazzo dagli occhi verdi. Non ricordavo minimamente il suo nome, ma solo l'erezione che spingeva sotto le mie gambe mentre mi infilava la lingua in bocca.

Davvero rivoltante.
Del resto ricordavo solo tanta confusione, una quantità esorbitante di ragazzi ubriachi che non avevo neppure mai visto e poi l'unica cosa che tuttora mi faceva battere forte il cuore...

"Ho messo in dubbio tutto per te Kimberly"

Mi sfiorai le labbra con gli occhi ancora chiusi, nel ripensare a come mi aveva baciata su quel prato...non potevo credere fosse reale. Ma mentirei nel negare che ne ero felice, perché per quanto ci avessi provato, non ero mai riuscita ad andare avanti.

«Ma vuoi svegliarti!» tornò a brontolare Ashley in un avanti e indietro continuo per la stanza e mi domandai come facesse ad essere tanto in forza dopo una serata come quella di ieri. Forse lei non aveva bevuto tanto...
«Non urlare» lagnai coprendomi fin sopra la testa e la sentii sbuffare e sbattere qualsiasi cosa le passasse per le mani. Non aveva il minimo rispetto per il mio sonno.

«Non sei l'unica ad aver fatto serata ieri» mi canzonò alzando troppo quel tono di voce, per quanto sensibili fossero i miei poveri timpani in quel momento e rotolai nel letto, ritrovandomi a guardare il soffitto inerme.

Non mi sarebbe affatto dispiaciuto rimanere fossilizzata in quel letto per altri due giorni ancora.

«Io e Tyler ci siamo baciati»

Fissai Ashley spalancando le palpebre, come se ad aver appena appreso la notizia fossi stata io e non lei e la vidi fare lo stesso. Diciamo che dirlo a voce alta faceva molto più strano che elaborarlo da sola nella propria mente, fra tutti quei mulinelli confusi di pensieri e ricordi che mi stavano frastagliando la testa da quando avevo ripreso i sensi.

«Oh» esalò scioccata, lasciando subito quel che stava facendo per avvicinarsi a me e rannicchiai i piedi sul letto, reggendomi le ginocchia al petto «anche se non te l'ho mai detto, ho avuto più volte la sensazione che non fossi solo tu a provare qualcosa per lui» ammise sedendosi accanto a me e la guardai, afferrando fra le mani la rosellina che penzolava dal mio collo.

Avevo come la sensazione di non star ricordando tutto quel che dovevo e mi sforzai di scavare più affondo, cercando di andare oltre tutta la confusione e la musica che inondava i miei ricordi al sol pensare alla scorsa notte.

Iniziai a parlarle di quel che ricordavo, di come l'avevo seguito in giardino, riservando anche un momento a parlarle di quel tipo con il quale avevo ballato poco prima di abbandonarlo da solo sul divano, insieme all'erezione che mi aveva spudoratamente impresso addosso e più parlavo, più mi sembrava che mancasse qualcosa. Che avessi sulla soglia della dimenticanza, un ricordo che voleva riemergere a tutti i costi e toccando le fattezze della rosellina che mi giravo nervosamente fra le dita rammendai un dettaglio.

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