16. Bailey ed Harrison

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Kim's P.O.V

Quando mi voltai per guardarlo, due occhi verdi da un taglio affusolato si immersero nei miei, erano belli e dalle ciglia lunghe. Non avevo mai visto il ragazzo che mi ero trovata alle spalle, ma era davvero attraente. Sollevai il viso per poterlo guardare meglio, era alto e non c'era una luce molto chiara qui, ma i suoi lineamenti erano ammalianti, mentre le sue spalle larghe mi fecero ombra e deglutì.

«Ehm grazie..» dissi non sapendo cos'altro aggiungere, non avevo ancora bevuto la quantità d'alcol ideale per essere particolarmente intraprendente e si morse il labbro, guardandomi negli occhi quasi affascinato.

«Io sono Brian» si presentò sorridendo galante e cercai di non manifestare tutto l'imbarazzo iniziale che stavo provando, convincendomi che dovevo solo essere spensierata questa notte.

«Io Kimberly, ma mi chiamano tutti Kim» dissi guardandolo negli occhi e posò il bicchiere in un punto indefinito della stanza, tornando subito ad un passo da me «bel nome Kim, ti va di ballare?» chiese diretto attendendo soltanto una mia risposta e mi guardai attorno.

Tutti erano immersi nel divertimento più totale, Ashley era scomparsa e chissà fra quanto poco tempo mi sarei imbattuta in Tyler e Brianna, così senza pensarci su troppo a lungo mi ritrovai ad annuire.

Aveva un profumo buonissimo e in poco tempo le sue mani erano sui miei fianchi, mentre continuavamo a muoverci insieme fra tutta quella folla di ragazzi completamente ubriachi. La tensione iniziale svanì in poco tempo, appena il cocktail di poco prima iniziò a fare effetto dentro di me e lo pregai di andare a prendercene un altro.

Lui mi seguii subito verso il bancone, dove chiesi al ragazzo rosso gli stessi due cocktail di prima e non ci mise molto a porgermeli entrambi.

«Ho quasi paura a chiedertelo, ma sei del primo anno?» mi domandò Brian bevendo un primo sorso dal suo bicchiere mentre eravamo tornati a muoverci uno di fronte all'altro fra persone e musica ed io sibilai subito «eh sì» bevendo di gusto.

Era davvero buono.

«Sei molto più grande di me?» chiesi ingenuamente arrivando già quasi al fondo del mio bicchiere e lui si morse il labbro, con quegli occhi verdi che brillavano riflettendo tutte quelle luci colorate che giravano per la stanza «un po'» rise avvicinandosi a me «sono dell'ultimo anno e ne ho anche ripetuti due al liceo» per un attimo mi venne da sgranare gli occhi, ma poi pensai che alla fine eravamo già grandi e non ero più una bambina, quindi la sua età non erano problemi che riguardassero proprio me.

«Non ti importa vero?» chiese tornando a posare le mani sui miei fianchi quando lasciò da parte i nostri bicchieri e scossi la testa, sentendo la stanza vorticare per un attimo.

«Torniamo a ballare dai» esclamai poggiando le mani sulle sue spalle larghe e la pressione che aumentò sui miei fianchi mi fece rabbrividire.

Così come avevo detto, tornammo a muoverci insieme a ritmo della musica che rimbombava fra quelle pareti e il tempo passava e passava senza che facessi più caso ne all'ora ne alle persone attorno a me.

Bevemmo altri due cocktail insieme prima di andare a sederci stanchi su uno dei divani del salotto e mi fece accomodare sulle sue gambe, visto che c'erano già altre persone ad occupare quei posti.

Avevo il cuore a mille per quanto avevo bevuto, ma mi sentivo così leggera e spensierata da non pensare davvero più a nulla. Guardai negli occhi Brian mentre teneva una mano dietro la mia vita e l'altra sulla mia cosca scoperta e lui sembrò sorridermi.

«Non ti da fastidio essere fra così tant'è persone?» sussurrò avvicinando il viso al mio orecchio e infilai la testa nell'incavo del suo collo, sentendomi quasi sbandare «mm no» farfugliai ad occhi chiusi e sentii le sue labbra sfiorarmi il collo, mentre la sua mano fredda mi si stringeva sull'interno della coscia.

Kimberly Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora