9. Tyler Miller

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Kim's P.O.V

Quella mattina il risveglio non fu proprio come il resto delle volte. La mia testa sembrava essere un macigno, potevo sentirla rimbombare atrocemente mentre le palpebre parevano pesare il quadruplo del normale. Non riuscivo neppure ad aprirle e corrucciai l'espressione tirando uno sbuffo.

Odiavo le sbronze, anche se non facevo nulla per evitarle quando c'erano di mezzo delle feste.

Non sapevo neppure che ore fossero, se fosse già mattina o peggio ancora, quanto tempo avessi dormito prima di riprendermi. Dovevo andare a lezione? Era ancora il giorno del mio compleanno? La mia mente era in totale subbuglio. Deglutii sentendo la bocca ancora impastata dal sonno, le ciglia fastidiosamente appiccicate e feci per scostarmi le lenzuola di dosso. Aprii piano piano gli occhi...ma non riconoscevo nulla delle cose che iniziavo a scorgere attorno a me.

Una camera dalle pareti blu ceruleo mi rinchiudeva in un nido dalla lezuola azzurrine e profumate, sulla destra della stanza una scrivania interamente in legno trattato, con su vari gingilli e trofei non molto ordinati. Non c'erano quadri sulle pareti, vicino alla finestra bianca solo un poster ritraente dei giocatori durante una partita di football era attaccato al muro pulito. Il primo di loro correva verso l'obiettivo con la palla in mano, la qualità di quella foto era affascinante e i riflessi dei fari che illuminavano il campo tagliavano in frammenti il cielo buio. La camera di un ragazzo era certamente il luogo in cui mi ero svegliata più spaesata di un uccellino caduto da un tetto, ma non riuscivo a ricordare molto della sera prima, i miei unici rammenti si fermavano a quando stavo ballando con Drake ed Ashley alla mia festa a sorpresa organizzata da tutti loro.

Sollevai il busto dal materasso nel quale avevo preso sonno, mi guardai ancora attorno nella penombra della camera e solo allora mi accorsi  della sedia con lo schienale reclinabile dalla parte opposta del letto e del ragazzo che sembrava dormire tranquillamente su di essa.

Sgranai gli occhi accorgendomi di non essere sola e fra quei capelli ricaduti sulla fronte e gli occhi chiusi nascosti dall'ombra che gli copriva il viso mi sembrò di riconoscere Tyler. Perché era qui e stava dormendo su una sedia? O forse la domanda doveva essere..perché io ero qui, su quello che forse doveva essere il suo letto!?

Provai a sgattaiolare via da quella situazione ma fu in quell'esatto momento in cui tentai di scendere dal materasso dandogli le spalle, che la sua voce risuonò calma nel silenzio della stanza «già sveglia?» irrigidii subito la schiena sgranando gli occhi sulla parete di fronte a me, dire che stavo sprofondando nell'imbarazzo era dir poco.

«Ehm..che ore sono?» domandai non avendo alternative e mi tirai su voltandomi lentamente nella sua direzione. Era ancora sdraiato su quella sedia che mi guardava al buio «sono le cinque del mattino» rispose posando sul comodino il cellulare che un attimo prima aveva fra le mani e mi morsi l'interno guancia, ero agitata.

«Ah...pensavo fosse più tardi..sai dirmi come sono finita qui?» chiesi ancora più imbarazzata di poco fa e lo vidi abbassare la manovella della sedia, per far sganciare lo schienale che in un attimo seguì la sua schiena tirarsi su a sedere «non è molto eclatante come racconto» sorrise tirandosi su. Aveva i capelli scompigliati, ma non gli stavano male, sembravano morbidi e contornavano perfettamente il suo viso assonnato «ieri sera ti ho chiesto di farmi compagnia con un Martini, sembravi sobria, ma non mi avevi detto di aver già bevuto abbastanza» iniziò a dire avvicinandosi a me «poco dopo eri così sbronza che stavi per buttarti giù dalla rampa di scale, o meglio, se non ti avessi presa penso ti saresti risvegliata direttamente al pronto soccorso» non avevo parole.

I miei occhi erano sbarrati in quel momento, le guance probabilmente tinte del solito rosso che le ricopriva ogni volta che provavo così tanto imbarazzo. Avevo fatto la mia più grande figuraccia qui al college, proprio davanti a lui, ancora una volta.

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