Kim's P.O.V
Nei giorni a seguire io e Tyler avevamo continuato a vederci solo di sfuggita. Pochi attimi al giorno nei quali c'eravamo limitati soltanto a trascorrere del tempo insieme al solo scopo di assaporare cosa si provasse a mischiare le nostre vite ormai così diverse.
Era venuto un paio di volte a prendermi a lavoro, avevamo condiviso il viaggio in macchina e niente più, perché lui doveva tornare alla sue faccende ed io far fronte alle mie, non eravamo più due adolescenti nello stesso college e la vita non era più semplice come un tempo per nessuno dei due.
Solo ieri c'era stato qualcosa di diverso, quando prima di farmi scendere dalla sua auto la mano gli si era stretta attorno al mio polso, affinché io aspettassi ancora un attimo.
Eravamo fermi nel parcheggio della scuola di Isabel, ma non c'era nessuno lì fuori o nei dintorni che potesse vederci, nascosti dagli alberi che ci dividevano dal cortile.
"Kim io...vorrei passare più tempo con te" aveva sussurrato davanti le mie labbra, dopo che girandomi ero finita a così poco dal suo viso. Mi accelerò il cuore nel petto. Ancora non riuscivo a controllare l'effetto che faceva in me quando parlava con un tono tanto basso.
"Anche io" la mia risposta uscii ancor più roca della sua voce se possibile, furtiva e lo vidi deglutire. La mandibola gli si contrasse il sufficiente per ammaliare i miei occhi ancorati al suo volto e sollevò la mano, sfiorandomi il collo per attirarmi ancor più vicino.
"Vieni a casa mia domani"
Quella richiesta sottintesa fece aggrappare entrambi al desiderio incontrollato che ormai ci ribolliva nelle vene. Non lo baciai, lui non mi baciò, forse perché entrambi eravamo consapevoli del fatto che non sarebbe bastato così poco, non saremo riusciti a separarci in così poco tempo e tremai nel guardare i suoi occhi. Sottintendevano tutto il desiderio che stava provando nei miei confronti in quell'esatto momento e i miei, lasciavano trasparire lo stesso identico sentimento.
«Mamma!» la voce di Isabel mi fece tornare bruscamente nell'attualità e la vidi sbucare tutta entusiasta dal salone di casa nostra.
«Ho preparato tutti i miei giochi» annunciò mostrandomi lo zainetto colmo che teneva in spalla. Avevo già avvertito Damon che sarei passata nel pomeriggio per lasciarla da loro e sorrisi. Era così carina, per stare bene aveva bisogno solamente di qualche giocattolo e tanta immaginazione e in parte le invidiavo tale spensieratezza.
Non c'era cosa più bella dell'essere bambini.
«Allora siamo pronte» sorrisi prendendola in braccio e mi domandai quante cose si stesse portando dietro, lo zainetto di Frozen sembrava sul punto di esplodere.
Uscii dall'ingresso con la bambina ancora aggrappata come una scimmietta e una volta arrivate in macchina la sistemai nei sedili posteriori, sembrava essere al settimo cielo all'idea di vedere il suo papà e mi addolcì il cuore guardarla. Prima che nascesse sognavo e speravo questo rapporto per lei, di assoluta felicità e serenità con entrambi i genitori, nonostante non abitassimo nella stessa casa.
Il traffico fortunatamente sembrava essere abbastanza scorrevole per essere nel fine settimana e non ci misi molto a raggiungere il loro quartiere.
«Si è portata mezza casa» esordì Charlotte quando vide la piccolina svuotare lo zainetto sul divano del loro salone luminoso.
Damon la osservava sorridendo poggiato allo stipite della porta, braccia incrociate e occhi brillanti mentre Isabel entusiasta elencava ad uno ad uno i giochi tirandoli fuori dallo zaino.

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Kimberly
RomanceDa bambini erano migliori amici, la vita li ha separati ed ora non sanno più nulla l'una dell'altro. Un brutto incidente, la perdita della memoria...Kim e Tyler si ritroveranno a frequentare lo stesso college sei anni dopo quello che pensavano sare...