Kim's P.O.V
I giorni passavano lenti e tutti maledettamente uguali, la pioggia sembrava essersi impossessata del cielo, rendendo quel gennaio uno dei più piovosi cha avessi mai attraversato.
Era come se il mondo si stesse impegnando per ricordarmi costantemente il grigio travolgente di quelle iridi, le stesse che avevo rischiato di non rivedere mai più.
La mia pancia cresceva lentamente, così piano che mi domandavo se qualcuno all'oscuro di tutto l'avrebbe mai notata differente.
Era faticoso abituarsi all'idea che il bambino che portavo nel grembo man mano si stava formando in me, che si stava delineando il suo visino, le sue manine minuscole...mi domandavo da chi avrebbe preso più somiglianze. Era strano.
Tutti i nostri amici erano così apprensivi con me, come se in tutta questa situazione fossi io quella da trattare con i guanti bianchi ma nonostante tutto mi faceva piacere sentire il loro sostegno. Non so come avrei fatto se fossi stata sola a sopportare tutto questo.
Un rumore proveniente dalla porta mi riscosse cautamente, delle nocche si erano scontrate così piano contro la superficie in legno e quando sollevai lo sguardo la vidi aprirsi lievemente.
«Posso?» sorrisi quando udii la voce di mio fratello e gli feci cenno di entrare.
C'ero solo io in camera, Ashley era uscita da un bel po' e quando avanzò verso il letto nel quale ero rannicchiata notai che teneva in mano un bicchiere e un sacchetto di carta nell'altra.
«Spero tu non abbia già mangiato» esordì porgendomi quel sacchetto in carta e lo guardai negli occhi chiari, rivedendo così confusamente gli occhi di mio padre...che per un tempo così lungo non avevo mai ricordato.
Guardando il suo viso potevo quasi abituarmi a ricordarlo, ora che non avrei mai più avuto modo di sfiorarlo.
«Non dovevi...» dissi quando aprendo quel sacchetto l'odore indistinguibile di una buonissima brioche mi salì alle narici.
Nathan prese posto accanto a me sul letto, notai solo ora che quel che portava in mano era un bicchierone di latte macchiato e lo adagiò sul comodino, strofinandosi le mani sulle ginocchia.
«Come stai?» domandò concentrandosi nei miei occhi e serrai le labbra, stringendomi nelle spalle.
Era complicato rispondere a quella domanda, perché in realtà avrei preferito passare i giorni a piangere, tutto quel che stavo vivendo ormai era più grande di quanto potessi sopportare...ma mi facevo forza.
«Si va avanti...» mi limitai a dire, non riuscendo a dire di meglio e lui posò la mano sulla mia gamba, sospirando amareggiato.
Non conosceva Damon, ma infondo, Nathan era arrivato qui dall'inizio di quell'incubo, aveva assorbito il nostro malumore, la sofferenza di ognuno di noi, la malinconia, le paure...aveva incassato tutto quel dolore ritrovandosi inevitabilmente a farne parte a sua volta.
«Se potessi farei di tutto pur di sistemare le cose, non meriti tutto il dolore che stai provando, soprattutto in un momento tanto delicato»
«Hai già fatto tanto venendo fin qui...ci siamo riuniti e questo mi infonde una forza che tu nemmeno immagini» sorrisi nei suoi occhi, poggiando il palmo della mano sulla sua e lo vidi accennare un sorriso sincero.
Mentre le nostre mani si toccavano, era come se potessi assorbire la sua energia, mi sentii meglio e mai come in quel momento capii l'importanza di sostenersi a vicenda con la propria famiglia.
«Mi fa ancora strano averti davanti» ammise sollevando la mano libera e i polpastrelli morbidi mi sfiorarono il viso, erano freschi. Con le dita mi scostò una ciocca di capelli e l'espressione serena che domò i suoi lineamenti, mi scaldò il cuore.

STAI LEGGENDO
Kimberly
RomanceDa bambini erano migliori amici, la vita li ha separati ed ora non sanno più nulla l'una dell'altro. Un brutto incidente, la perdita della memoria...Kim e Tyler si ritroveranno a frequentare lo stesso college sei anni dopo quello che pensavano sare...