Il perdono è un'arte che in pochi sanno praticare

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Non ho dormito, non sono riuscita a chiudere occhio mentre il senso di colpa mi tenagliava, spero che Charles sia davvero ragionevole come vuole dimostrare o saranno guai, e non posso permettermi di perderlo per uno stupido gioco della mia fantasiosa mente. 

Mi alzo lentamente a sedere sbuffando, con un groviglio di capelli che mi ricadono sul viso, segno dei tanti rotolamenti tra le lenzuola avvenuti tutta notte. Credo che non guarderò più Erik con gli stessi occhi, sarà davvero imbarazzata d'ora in poi e anche se non vorrei, mi corre un lungo brivido su per la schiena.

Basta, non posso tenermi il senso di colpa tutti questi giorni e decido saggiamente di prendere al volo la proposta di Erik. Mi alzo velocemente facendomi apparire dei vestiti decenti, scendendo poi di sotto. Sembra essere una bella giornata oggi, cosa in netto contrasto con il mio umore. Si, non sono davvero abituata ai problemi di questo secolo.

Ho una paura fottuta sinceramente, e per qualche misteriosa ragione invece che spostarmi e basta, ho deciso di scendere le scale e, ovviamente, non faccio in tempo a raggiungere la porta che voltandomi vedo Erik. 

<<Dove stai andando?>> mi chiede direttamente, seguo il suo sguardo e poi, dopo un sospiro, torno su di lui <<Alla scuola...>>

Alzo i tacchi per non dar modo a nessuno di ripensarci, uscendo calpestando subito la corta erba che ricopre il piccolo spazio antecedente alla foresta. Erik sa cosa andrò a fare alla scuola e forse è proprio per questo che non mi viene dietro, mi dispiace molto ferirlo ma sapeva come stavano le cose, è lui che ha tentato comunque.

Ho poco tempo, non so se andandomene il nostro mr. Mistero possa apparire, quindi è meglio che io mi muova. La bolla mi ricopre lentamente mentre il panico mi assale, e se Charles non mi credesse? Anche vedendo  i ricordi? Non può non farlo... Moira lo ha baciato e per un secondo ci è pure stato, io ho avuto un motivo più stupido ma comunque valido per ricambiare.

Penso così intensamente che nemmeno mi accorgo di essere giunta alla scuola, quando appaio sul giardino, gli studenti quasi si spaventano e sembrano sorpresi di vedermi, non credo che qualcuno sappia del perché della mia assenza. Solo che il gruppetto di Pietro, tra cui anche Jean, mi vedono e questo primo mi corre in contro com'è suo solito fare.

<<Sei tornata, ma dov'eri finita?>> mi chiede, ma lo ignoro cominciando a camminare, devo trovare Charles e basta, senza farmi distrarre <<Mi dispiace Pietro ma non è il momento, non ti preoccupare>> gli dico facendo fermare la sua camminata, lo sento chiedersi parecchie cose, come il resto dei presenti dopotutto.

Continuo a camminare percorrendo il grande corridoio che porta allo studio di Charles, posso sentire i suoi pensieri, non sa che sono qui e le sue barriere sono abbassate, sta tenendo una lezione e quindi devo cambiare strada di scatto.

<<Eyra? Successo qualcosa?>> incrocio Raven ed Hank, che sembrano molto preoccupati vedendo il mio sguardo <<Oh no, devo parlare con Charles però...>> dico continuando imperterrita a camminare.

<<Nell'aula sei!>> esclama Hank, anche se Raven cerca di fare altre domande, le quali, vengono ignorate. Più mi avvicino e più il cuore vuole esplodermi nel petto, per favore Charles, si equo e ragionevole...

Giunta davanti all'aula sei, premo le mani sulle due ante della porta e le apro senza bussare, mi aspettavo che i pensieri di Charles si fermassero ma, quando insieme al resto dei studenti seduti a terra si volta di scatto, guardandomi con gli occhi blu spalancati ed un sorrisetto contento sulle labbra, non alza comunque le barriere mentali. 

<<Eyra... ragazzi la lezione è finita, andate con l'insegnante dopo>> dice Charles senza nemmeno guardarli, agitando la mano con fare vago facendoli alzare di scatto, mentre raccolgono le loro cose per poi passarmi affianco uscendo, salutandomi tutti.

X-men- The mirror  //C. Xavier//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora