Convincere facile

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Charles mi disse di scegliermi una camera e soprattutto di cambiarmi perché non potevo girare in una scuola vestita così, quando me lo disse sembrava imbarazzato e secondo me non gli dispiaceva il mio abbigliamento. Scelsi una camera al piano superiore con vista su quel immenso giardino, proprio quella accanto a Tempesta: c'è un letto singolo al centro a sinistra, un armadio e una scrivania ma soprattutto ha una porta finestra con un immenso balcone. Decido di cambiarmi facendomi apparire addosso un paio di jeans stretti neri ed una maglietta dello stesso colore con lo scollo largo. Anche questo potere ha una limitazione, come quello di non poter mutare l'aspetto se qualcosa non è mio oppure l'ho indossato materialmente, quindi qualcosa che già esisteva da prima.

Respiro a lungo l'aria che profuma di libro, infatti c'è una libreria accanto all'armadio, immensa e piena zeppa di libri e tomi che sembrano anche antichi. Ce ne sono di ogni genere e colore.

Esco sul balcone ammirando il giardino perfettamente curato, ciò che separa la casa dal giardino è una strada di ghiaia che la circonda e finisce sulla strada per andarsene da li.

<<Hey ti piace la camera?>> esclama Pietro alle mie spalle. Non caccio un urlo, ma quasi, mi è balzato dietro all'improvviso e così faccio anche io per lo spavento, mentre mi porto una mano sul cuore e lui se la ride per essere riuscito a spaventarmi.

<<Cavolo, mi ai fatto venire un infarto!>> lo rimprovero <<Scusa non volevo>> si giustifica continuando a ridere. Certo come no. <<Comunque si, mi piace la camera>>

Si appoggia con le mani alla balaustra del balcone in pietra, ammirando gli studenti che si sono riversati in giardino, sistemandosi a sedere sotto gli alberi. Vedo proprio un'armonia tranquilla e di pace, cosa che non vedevo da molto e non avevo nemmeno mai visto una quantità simile di mutanti tutti insieme, forse qui imparerò davvero a fare cose incredibili. Ancora penso a quando ho unito l'energia di tutti i poteri per uccidere Apocalisse, ma forse, è proprio perché sono stata a contatto con lui che ci sono riuscita, probabilmente ho acquisito il suo potere senza rendermene conto.

<<Sai, ho incontrato Raven prima e mi ha detto che piaci al professore>> mi informa, mi volto di scatto cominciando a boccheggiare incredula, si, le generazioni di oggi non sanno proprio farsi gli affari propri.

<<Oh, ancora con questa storia! Non è vero e smettetela di dirlo>> esclamo roteando gli occhi al cielo. Annuisce e anche se non ne è molto convinto, sembra quasi rasserenato da questo, ma non voglio scoprirne il motivo.

<<Ed Erik?>>chiedo ad un tratto. Lo vedo sospirare quasi dolorosamente, non avrà mai il coraggio di dirglielo per come la vedo io <<Parte domani, si ferma solo una notte... così ho sentito dire>> spiega tristemente con un'alzata di spalle, si vede e si sente che ci tiene molto a fargli sapere la verità, ma non può di certo arrendersi così.

<<Diglielo, vuoi che glielo dica io?>> mi propongo indicandomi, lentamente si volta pensando alla proposta <<No, deve essere da me che lo deve sapere, da nessun'altro>> scuote la testa scacciando l'idea di lasciare il lavoro a me.

Non sembra esserne molto convinto, anche perché ci vuole un certo modo per dirglielo ed Erik mi sembra uno molto poco sicuro su ciò che vuole. Ma in ogni caso non può andarsene così in fretta, se Charles è riuscito a convincere me, sono sicura che riusciremo a convincere anche lui.

<<Come vuoi, per me non è un disturbo>> Di colpo gli si illuminano gli occhi, cominciando ad annuire entusiasta, non è stato difficile fargli sputare il rospo. <<Lo faresti? Magari non facendo capire che sono stato io a mandarti>>

Ma certo, fingeremo che lui non vuole farglielo sapere usando la psicologia inversa, ma ad un tratto comincia a scuotere la testa abbassando lo sguardo pensante.

X-men- The mirror  //C. Xavier//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora