CAPITOLO XX: VIAGGIO DI NOZZE

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CLAUDIO:

Finalmente vedo Alice più rilassata e serena, ha superato brillantemente anche gli esami di questa sessione, è perfettamente in pari con gli altri specializzandi e a giugno terminerà il suo secondo anno. Mi pare ieri quando, per la prima volta, è entrata in Istituto e mi ha detto che voleva presentare domanda di internato. Mi veniva da ridere, non avrei scommesso un centesimo su di lei, credevo che avrebbe lasciato nel più breve tempo possibile... e quella volta che le ho detto che questo lavoro non era adatto a lei perché in questo mondo bisogna essere squali e lei era solo un pesce rosso?... quando invece cercavo di farle capire che l'universo della medicina legale è una giungla?...Quanti ricordi!

"Ehi! – mi stampa un bacio sulla guancia entrando con una delle mie camicie addosso, mentre sto bevendo il caffè e sono immerso nei miei pensieri – A cosa pensi?".

Le sorrido e le tendo la mano, facendole cenno di sedersi sulle mie ginocchia.

"Ma tu non hai più vestiti?" la prendo in giro.

"No! – scuote la testa e ride, mentre annusa una manica – Mi piace sentire il tuo profumo!".

La guardo intensamente, ha degli occhi stupendi, uno sguardo che poco a poco sta riprendendo vita, anche se ci sono momenti in cui non capisco cosa stia pensando.

"Sei pronta?" le chiedo di slancio.

"Per cosa?" si stupisce.

"Ehi, ehi, ehi! – la derido – Per caso torniamo ad essere la Sacrofano dei primi tempi, sbadata e pasticciona?".

"Brutto s...!" comincia a darmi pugni e ride.

"Zitta! – la blocco prendendole le mani e baciandole – Non si addicono le parolacce ad una signora e poi... a che signora! La signora Conforti!".

"Intanto io sono sempre Alice Allevi! – si risente – E poi perché sarei sbadata e pasticciona?".

Ahhh! – la sorprendo in flagrante – Lo hai dimenticato!".

"Ma cosa? Cosa? – ripete scendendo dalle mie ginocchia e continuando a darmi piccoli pugni sul petto – Dimmelo dai!".

"No! – insisto – Indovina?".

"No! No! No! – corre per tutta la stanza – Dimmelo dai!".

"Non te lo dico! – gioco – Non telo dico! Piuttosto corri a preparare una bella valigia per ben dieci giorni! Si parte, cara mia!".

"E dove andiamo? – continua a chiedere con insistenza – E il lavoro? Non possiamo allontanarci per così tanto tempo?".

"Intanto hai perso la memoria, per caso? – le domando – Lo vedi che sei sbadata?".

"Ma perché?" si arrabbia.

"Hai scordato che ti avevo promesso che dopo gli esami ti avrei portato in viaggio di nozze!" le dico abbracciandola, ma subito mi accorgo che è rigida e capisco immediatamente cosa sta pensando.

"Alice, stai tranquilla! – le propongo – Se non te la senti, non andremo! Ma se stai pensando che io ti porti in viaggio di nozze per un secondo fine, hai capito male! Quante volte te lo devo dire che, contro la tua volontà, io non ti toccherò nemmeno con un dito?".

Si avvicina, mi sfiora una guancia, poi si siede a terra, si rannicchia su se stessa e piange sommessamente. Mi inginocchio accanto a lei e le accarezzo i capelli, poi l'avvolgo in un caldo abbraccio e lei mi lascia fare.

"Scusa! – alza la testa e tira su col naso – Non volevo! Lo so che non mi toccheresti mai se io non lo voglio, ma ogni volta che penso a quella cosa là mi assale il terrore, mi tornano in mente quelle terribili immagini e dimentico che tu sei tu!".

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