CAPITOLO IX: PAURE

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ALICE

Mancano oramai pochi giorni agli esami e credo di essere abbastanza preparata. Grazie all'aiuto di Claudio, conosco quasi a perfezione tutti gli argomenti, non mi resta che riguardarne qualcuno un po' più ostico, ritornare ad alcune immagini che chiariscono il significato dei testi, chiedere qualche altra spiegazione al mio paziente maestro, che me la dà sempre volentieri, e poi... immagino di essere pronta, anche se... ho una sensazione che se non è ansia vi assomiglia molto.

Da quando questa mattina sono arrivata nella stanza degli specializzandi, provo come un turbamento, percepisco come da lontano la voce di Lara che mi riporta alla realtà:

"Oh, Alice, ma ci sei?" mi chiede.

"Sì, sì, tranquilla! – rispondo – Stavo solo pensando che mancano pochi giorni al primo dei due esami con quella malefica e ho paura di farmi prendere dall'agitazione".

"Ma va! – mi rassicura – Mai come questa volta hai studiato come una pazza! Non angosciarti vedrai che andrà tutto bene".

"Lo spero! – continuo – E' che le sto talmente sullo stomaco che farebbe di tutto per vedermi sconfitta".

"E dai, Alice! – cerca di consolarmi la mia amica – Va bene che la Wally non ti può vedere, ma nella commissione non c'è mica solo lei?".

"Ehhh – commento – ma l'ultima parola è sua!".

Mentre mi tormento e Lara cerca di rassicurarmi entra Sergio e ci saluta con un "buongiorno ragazze", visto che Paolone oggi non c'è, e con un sorriso a trentadue denti.

"Buongiorno" rispondiamo entrambe.

Sergio poi mi chiama in disparte dicendomi che ha un po' di tempo libero prima che Anceschi gli dia il risultato di alcuni test e mi chiede se lo accompagno a prendere un caffè al bar di fronte. Vorrei rimettermi sui libri ma poi penso che una breve pausa la merito. Ci sediamo, lui si fa portare un caffè e io un cornetto con un cappuccino. Appena fuori, io mi dirigo verso l'Istituto, lui invece mi blocca chiedendomi:

"Ti va di fare una passeggiata nel parco qui vicino?".

"Davvero, Sergio – gli rispondo – devo mettermi a studiare. Tra pochi giorni ho l'esame e non vorrei tralasciare nulla".

"E dai! – insiste – Solo pochi minuti, fino a quando Anceschi non mi chiamerà per dirmi che i risultati sono pronti".

"Non so! – dico titubante – Fa anche freddo e non vorrei ammalarmi prima della prova".

"Oh, è vero, fa freddino ma posso darti questa" si toglie la sciarpa di cashmere color cammello e me la mette delicatamente attorno al collo.

"Va meglio?" continua.

"Sì, molto meglio – gli sorrido – ma solo pochi minuti, Sergio, davvero devo tornare a studiare se voglio stracciare quella strega della Wally".

Lui appare sinceramente divertito e commenta:

"Parola di lupetto, solo pochi minuti".

Mentre passeggiamo nel parco, mi accorgo che conosce a memoria il nome di tutte le varietà di alberi che incontriamo.

"Ehi, vedo che sei ferrato in materia di piante!" gli faccio notare.

"Beh, mio nonno aveva un casale tra i boschi dell'Umbria, veramente ai confini con il Lazio. Io trascorrevo lì tutte le estati, ci sono andato fino al quinto liceo...".

"E poi?" gli chiedo.

"Poi mio nonno è morto e non ci sono più tornato fin quando non l'ho ereditato" risponde.

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