CAPITOLO I: E POI LA TENEREZZA

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  ALICE

E' lunedì mattina e, come al solito, sono in ritardo. Stanotte è stato fantastico, come tutte le notti d'altronde! La sua dolcezza è unica e la sua tenerezza indescrivibile. Quando varco la porta del suo appartamento mi pare di entrare nel tunnel delle meraviglie, nella casa delle bambole e mi sento regina in un castello fatato. Appena varco la soglia, ogni sera, si avvicina e mi sorprende con i nuovi teneri baci ed infinita dolcezza e io incomincio a sciogliermi. Parto da casa mia con le migliori intenzioni, anche ieri sera mi ero detta "Alice, stasera devi dirglielo, devi dirgli che non sei disposta a continuare in quel modo, che tu vuoi una storia alla luce del sole".  Poi però, appena sono entrata, ho visto quella tavola apparecchiata per noi due, perfetta in tutti i dettagli, una tovaglia damascata rosa, bicchieri di cristallo, anche il vino nel cestello del ghiaccio e candele accese e lui che, prendendomi per mano, mi ha detto "Vieni nel tuo mondo di marzapane, amore mio". No, non ho saputo proprio resistere, un'altra volta baci infiniti, piccoli, dolcissimi baci e tenerissime carezze. Ho sentito i brividi, quei brividi che solo con lui riesco a sentire. Mi ha servito una cena a base di ostriche e aragosta, tutto accompagnato da un ottimo vino bianco, ma solo un bicchiere ha precisato, in modo che il mattino seguente non avrei potuto credere che quello successo a letto fosse colpa dell'alcool.

"Buongiorno, Allevi! Alla buon'ora!" tuona la sua voce severa che a me, però, pare dolcissima, come se mi ripetesse infinite volte "ti amo". Mi sono persa nel mio mondo fantastico e lo vedo come il cavaliere bianco che mi salva dall'uomo nero.

"Ehi, ma sei sveglia o hai bisogno di una secchiata di acqua fredda. come quel cadavere da vivisezionare e che, per aspettare te, ha dovuto attendere ben dieci minuti"  mi riporta alla realtà.

"No, no sono sveglia -  farfuglio - e poi è morto ormai, se aspetta dieci minuti non sarà mica la fine del mondo!" mi riprendo.

"Sì, sì, va bene".

Poi mi si avvicina all'orecchio e mi sussurra: "Ti ho detto mille volte che la notte non si fanno cosacce se poi al mattino non si riesce a connettere".

"Stasera te la faccio pagare" gli rispondo con un sorriso malizioso, di quelli che lo fanno capitolare, ma niente, davanti a tutti non fa una piega.

Il resto della giornata trascorre come sempre, tra gli insulti di Claudio durante l'autopsia e le noiosissime ricerche della Wally, ma oggi niente mi può turbare: è venerdì sera e tra poco raggiungerò il mio castello incantato dove mi aspetta il mio principe dagli occhi blu cobalto, le sue mani forti sfioreranno delicatamente la mia pelle profumata e setosa fino a quando non ci troveremo privi dei vestiti e ci ameremo allo sfinimento e poi ci ameremo ancora. Mi aspettano due giorni fuori dal Tempio delle umiliazioni, lontano da cadaveri freddi e vicino a quello che sogno possa diventare il mio uomo.


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