CAPITOLO X: ESAMI

1.6K 58 14
                                    

ALICE

Il giorno del primo esame con la strega è vicinissimo, è venerdì sera e lunedì mi aspetta una delle due prove, anche se ho studiato tantissimo e so praticamente tutto, mi sento impreparata, è come se avessi perso la memoria, mi pare di essere fuori del tempo e dello spazio. Forse è meglio che vada a casa, Claudio ne avrà ancora per un po', mi ha detto che deve correggere un'infinità di test che deve riconsegnare a metà della prossima settimana e vuole continuare a lavorare almeno fino all'ora di cena. Così entro nella sua stanza e lo trovo con il PC acceso e la pallina da tennis stretta fra le sue bellissime mani.

"Scusa, amore, non voglio disturbarti – gli dico – ma io vorrei cominciare ad avviarmi verso casa".

"Ti accompagno – mi risponde – dammi il tempo di correggere quest'ultimo test. Gli studenti del primo anno sono una frana, avranno preso la laurea in medicina con i punti del supermercato!".

"Tranquillo – sorrido – vado con i mezzi".

"Non è un problema?" afferma.

"Assolutamente – lo rassicuro – appena arrivo riguardo qualche argomento d'esame e poi preparo la cena".

"Amore mio, non stancarti – si preoccupa – e non pensare alla cena, quando ho finito passo io in pizzeria. Tu piuttosto cerca di riposare, sai tutto, non occorre che ti rimetti sui libri. Casomai, dopo cena o addirittura domani, riguardiamo qualcosa insieme".

"Claudio, mi pare di non ricordare nulla" gli dico.

"E' solo l'ansia!" mi consola e, alzandosi, mi viene vicino, mi sposta dietro l'orecchio la ciocca ribelle, mi prende il viso tra le mani e mi dà un bacio delicato sulla bocca".

"Allora vado" concludo. Lui mi sorride e io mi avvio verso l'uscita. Appena in strada, mi accorgo che c'è una pioggerellina sottile, qualche goccia, niente di più, sono senza ombrello, ma la fermata della metro non è distante, perciò vado lo stesso. Quando scendo ho i brividi, sarà l'aria umida o il fatto che ho i capelli bagnati, affretto il passo, salgo i cinque piani di scale di corsa perché mi sento svenire e, appena dentro, mi butto sul letto e perdo la cognizione del tempo e delle cose.

CLAUDIO

Per questa sera ne ho abbastanza, mi chiedo come sia possibile scrivere tante stronzate, nemmeno alle medie darebbero queste risposte! Va beh, me ne vado a casa, per oggi è meglio terminare qui! Sarà certamente più produttivo aiutare Alice che lunedì deve affrontare la perfidia fatta persona. Adesso passo a prendere due belle pizze, qualcuno dei rustici che piacciono tanto alla mia piccola, ceniamo e poi me la coccolo un bel po'. Per stasera niente studio. Se ne parlerà domani, poi la porterò a cena fuori e domenica assoluto riposo.

"Alice, amore! – chiamo appena entrato – Dove sei finita? Non mi dirai che ti sei rimessa sui libri? Sbrigati le pizze sono ancora calde e ho anche una sorpresa per te!".

Non ottenendo risposta vado dritto in camera da letto e... la trovo lì... esanime... e... mi assale il terrore.

"Alice, Alice! – incomincio ad urlare – Rispondimi! Cosa è successo?".

Vedo che fa un piccolo movimento con la bocca, sembrerebbe un sorriso, poi sussurra appena:

"Claudio, non spaventarti, ma... credo... di essere svenuta".

"Beh, nel caso lo avessi dimenticato, sono un medico e lo avevo capito! – scherzo – Ti sei sentita male?"

"Non lo so – mi risponde – appena uscita dall'Istituto, ho visto che piovigginava, ma mi sono avviata lo stesso verso casa e ho preso la metro. Poi, quando ho varcato il portone del palazzo, ho avvertito una strana sensazione, come se le forze stessero per abbandonarmi. Ho aperto la porta, mi sono buttata sul letto e poi non ricordo più nulla".

TI PROTEGGERO 'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora