CAPITOLO XII: PREPARATIVI

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ALICE

Pochi giorni ci separano dal Congresso e i preparativi fervono... almeno i miei, Claudio invece non ci pensa nemmeno, pensa solo al lavoro e, quando gli ho detto che forse è ora di fare le valigie, mi ha risposto che dovrei preoccuparmi di altro, tanto non ci vuole niente a mettere quattro cose in una borsa. La sera a casa mi dice che il giorno dopo dobbiamo preparare un lavoro insieme.

"Io e te?" gli chiedo curiosa.

"Nooo! – risponde ironico – La bella addormentata! No, no, aspetta! Ecco, meglio... Alice nel paese delle meraviglie... come... come... come..."

"Come cosa, Claudio? – lo interrompo quando capisco a cosa si riferisce – Cosa vorresti dire? Non ci posso credere? Vuoi, per caso, ricominciare?".

"E dai, Alice, non litighiamo! – si avvicina e mi accarezza i capelli – Scusa, hai ragione, stavo pensando proprio a quello str...!".

"Claudio!" lo rimprovero bonariamente.

"E' che ogni volta che il pensiero va a lui e... te insieme mi... insomma... il cervello mi va in fumo! – si giustifica – Non riesco a sopportare che qualcun altro ti possa aver guardato, baciato, toccato...".

Mi stringo a lui e cerco di rassicurarlo.

"Tranquillo, amore, io non vedo che te!" gli sussurro. Lui mi guarda dolcemente e, dopo avermi dato un tenero bacio sulle labbra, mi prende per mano, direzione camera da letto.

"Ehi, ma... non dovevi dirmi qualcosa?" – provo a domandargli – Non dovevi parlarmi di quello che dobbiamo fare domani?".

"Dopo... dopo..." biascica, mi prende in braccio e... appena varca la soglia... inciampa in un paio di scarpe che avevo dimenticato proprio vicino all'entrata e... catastrofe....!!! Finiamo tutti e due sul pavimento a gambe all'aria.

"Aliceee! – urla – Quando la finirai di lasciare tutto tra i piedi!!! Io ti sbatto fuori, te lo giuro!".

Mi alzo in piedi di scatto e rimango immobile in mezzo alla stanza, mentre grosse lacrime mi solcano il viso.

"No, amore, no, perdonami!" si rende conto di quello che ha detto e si avvicina piano.

"Va via, Claudio, me ne vado subito, stai tranquillo!" continuo tra le lacrime.

Allora si mette in ginocchio di fronte a me e anche il suo volto si riga di lacrime. Prende le mie mani rigide tra le sue e comincia a baciarle:

"Amore mio! – prosegue piangendo – Ti chiedo scusa! Quello che ho fatto è imperdonabile, ma sono stressato... ho paura...". Lo guardo e realmente il suo sguardo è quasi terrorizzato.

"Claudio, che hai? Dimmelo!" gli ordino perentoria.

"Oh, niente di irreparabile! – accenna un sorriso – E' che il promotore del Congresso ha chiesto a Malcomess di nominare me come presidente..."

Beh, dovresti essere contento, invece di fare il tragico, no? – lo prendo in giro – E' un onore!".

Mi attira a sé e mi bacia con passione.

"Stella mia, tu hai ragione... sempre...ma... mi perdoni?" sospira dopo quel bacio mozzafiato.

"Vediamo" rido, lo prendo per mano, lo conduco verso il letto e lì ci amiamo appassionatamente.

CLAUDIO

Alice ed io stiamo lavorando ininterrottamente, quasi senza pause e senza distrazioni. Mi è stato chiesto di presiedere il Congresso di Firenze e quindi dovrò monitorare tutti gli interventi e controllare che le trattazioni presentate siano in tema con l'argomento del convegno. Alice dovrà coadiuvare il mio lavoro e completare ogni mia presentazione, curerà anche la parte tecnica e insieme dovremo correggere alcuni test che verranno sottoposti ai partecipanti. Il lavoro non ci manca e non ci mancherà durante il seminario, però avremo anche parecchio tempo libero perché tutte le attività si concentrano al mattino e in più avremo libero anche l'ultimo sabato; la domenica mattina ci sarà la conclusione dei lavori, il pranzo di commiato e poi saremo liberi. Sto preparando una bella sorpresa ad Alice, perché le ho detto che dobbiamo trovarci in albergo il venerdì pomeriggio, invece dobbiamo essere a Firenze il sabato pomeriggio, quando ci sarà una breve presentazione degli argomenti che verranno trattati durante il meeteng, verranno assegnate le stanze, formati i gruppi di lavoro, a sera ci sarà la cena di benvenuto e poi... tutti a nanna!

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