CAPITOLO VII: CHE MAESTRO!...

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ALICE

"Ho deciso, ci vengo a casa tua –irrompo come un treno ad alta velocità nella stanza di Claudio – ma solo per studiare. Hai ragione tu, se mi tolgo quei due odiosi esami può darsi che quella malefica della Wally mi tormenterà di meno!"

"Oh, ecco che riconosco la mia Alice! – mi risponde – Quella che entra senza bussare, senza salutare e che comincia a parlare a raffica!"

"Non cambiare discorso! – lo riporto a quello che ho intenzione di fare – Vengo da te solo fino a quando non avrò finito di studiare e solo perché Cordelia ha fatto della sua casa un teatro, li hanno sfrattati dal locale dove facevano le prove e ora tutta la troupe si è trasferita da noi. Non credo proprio di poter studiare in mezzo a tutto quel caos!"

"Tranquilla – interviene nel mio discorso che non fa una piega – come vuoi tu!".

Non capisco cosa nasconda dietro quell'aria sorniona e faccio per andarmene. Lui mi si para davanti e, sorridendo con quel sorriso che fa cadere tutte le mie difese, mi guarda tenendomi bloccata per un braccio:

"Sei bellissima! – mi sussurra – Vedrai non ti pentirai di questa decisione". Allenta la presa e, quando si accorge che non sono più in grado di opporgli resistenza, comincia ad accarezzarmi il contorno degli occhi, scende lungo il naso fino ad arrivare alle labbra che sfiora con un tocco leggero delle dita. Poi, prendendo le mie mani tra le sue, mi lambisce la bocca con un bacio delicato... e poi un altro... e un altro ancora... ma poco a poco quei baci divengono più voluttuosi e io mi abbandono senza pensare più.

"Non muoverti!" mi dice e va a chiudere la porta a chiave.

"Claudio... Claudio... no... no..." balbetto.

"Non vuoi? – mi chiede – Guarda che contro la tua volontà non ti toccherei nemmeno con un fiore!"

"Mmmm..." mugolo e mi lascio andare. Poi sul divano, su quel divano candido, succede tutto quello che non avevo dimenticato, che non saprei mai dimenticare.

CLAUDIO

Ci siamo rivestiti e Alice è appena uscita. Con quanta tenerezza l'ho amata oggi! Non potrò mai dimenticare quando ad un tratto mi ha bisbigliato in un orecchio:

"Claudio, ho bisogno di dolcezza! Ti prego, sii romantico e sentimentale".

Allora le ho pronunciato tutte le parole più affettuose e melliflue che conosco, ho percorso il suo corpo con un tocco delle mani esperto ma delicato e perfino nel momento in cui mi sono perso dentro il suo corpo turgido di desiderio sono stato un amante sensibile e premuroso.

Siamo rimasti d'accordo che dopo l'uscita, siccome io devo trattenermi per organizzare la lezione di domani da tenere agli specializzandi del primo anno, lei tornerà a casa con i mezzi e si metterà a studiare. Al rientro, io penserò alla cena. Non voglio che si distragga, deve stare tranquilla, deve essere serena e rilassata se vogliamo che quella strega di Valeria non possa dire, quando sosterrà gli esami, che Alice è mediocre. Non la sopporto più, anche perché la mia Alice non è affatto come dice lei, per me è la migliore, ma non posso dirglielo troppo spesso, altrimenti si lascia andare.

"Povera cucciola mia! – penso – Chissà perché mi avrà chiesto di essere tenero con lei? Forse sono stato un po' duro l'altro giorno, ma l'ho fatto per spronarla e i risultati si sono visti, eccome se si sono visti!". Sorrido ripensando alla faccia verde della Boschi quando ha realizzato che l'articolo classificato al primo posto era opera di Alice. Che soddisfazione! Mi dispiace solo che la mia piccola ieri mi abbia detto tutte quelle cose brutte, ma tanto so che non le pensa davvero!

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