CAPITOLO XIV: CONGRESSO E...RITORNO

2.2K 52 15
                                    


CLAUDIO

Appena in albergo, infilo Alice nella doccia, dopo aver regolato l'acqua ad una temperatura accettabile per lei, anche se avrebbe bisogno di acqua gelata. Mi viene da sorridere se penso che bastano un paio di bicchieri di buon vino per mandarla in estasi. Va bene che quello che ci ha proposto Nandone era corposo e, per questo, invitante, ma è anche colpa mia se ora è un po' brilla, dato che non mi sono accorto che stava esagerando. Mi chiedo se basterà una doccia fresca e mezz'ora di viaggio per rimetterla in sesto.

"Alice, sei pronta? – la sollecito dalla stanza da letto, mentre finisco di vestirmi – Guarda che fra un'ora dobbiamo essere a Firenze e per arrivare ci vogliono trenta minuti".

"Alla tua velocità ci vorrà metà del tempo" mi risponde mentre entra in camera, si toglie l'accappatoio bianco, lo getta a terra e rimane completamente nuda.

"Oh, oh! – esclamo avvicinandomi e cominciando a sfiorarle i seni – Potrei anche ridurre i tempi di percorrenza se siamo veloci a fare una certa cosina!".

"Claudiooo! – si ribella – Non credo proprio! Non vorrai arrivare davvero in ritardo?".

"Va bene – mi arrendo – andiamo, su! E' meglio!".

Quando arriviamo in albergo, mi presento come Claudio Conforti, medico legale.

"Ma lei è il presidente? – mi chiede la receptionist dopo aver controllato il registro dei partecipanti – E' già pronta la suite Florence all'ultimo piano".

Rimango senza parole, la segretaria lo nota e mi dice che se non sono soddisfatto ci sono stanze altrettanto magnifiche, come la Noblesse Oblige o la Summer suite.

"No, no, va benissimo! – mi affretto a precisare – Ma...".

"Mi dica? – domanda prontamente – Desidera altro, dottore?".

"Volevo dirle che la signorina Allevi è la mia assistente – la informo – in quale camera deve andare?".

"Alleluia! – interviene sarcastica Alice – Ti sei finalmente ricordato di me!". Poi si avvicina al mio orecchio e mi prende in giro chiedendomi se ho finito di ammirare il panorama e si riferisce ai pettorali quasi scoperti della signorina della reception.

Quando l'inserviente ci accompagna nelle nostre stanze, scopriamo che sono confinanti e comunicanti.

"Dottore – mi spiega come se Alice non esistesse – il direttore del nostro hotel, in accordo con l'organizzatore, ha pensato che fosse più comodo che lei e la sua assistente alloggiaste in locali adiacenti. In questo modo, quando dovrete lavorare oltre gli orari delle lezioni e delle relazioni, starete più comodi. Se però lei non è d'accordo, ci sono altre soluzioni".

Regalo ad Alice uno dei miei sguardi più maliziosi e rispondo che è tutto perfetto.

ALICE

Appena ci sono state consegnate le chiavi delle nostre camere e Claudio apre la porta della sua, mi trovo davanti una visione da sogno e sento tutto il mio intimo riempirsi di un sapore antico. Questo ambiente nasconde piccoli tesori, che vanno dall'armadio d'epoca, al soffitto a volta tutto di legno, sopra la spalliera del letto intarsiata sovrasta un affresco sicuramente di un pittore famoso, un incomprensibile messaggio è scolpito tra gli intagli della boiserie, sul pavimento un parquet d'altri tempi, un lampadario realizzato su due livelli con struttura in bronzo e collane di gocce che scendono lungo tutto lo scheletro pende dal soffitto, sui comodini troneggiano le abat jour a riporto.

Nemmeno la mia stanza è da meno: il soffitto è sempre a volta e interamente decorato a mano con motivi floreali nei toni pastello e delicate sfumature. Gli arredi hanno un gusto classico e contemporaneo: un accenno di letto a baldacchino che mi ricorda un po' il mio primo congresso con Claudio, morbide nicchie, dettagli di ottone brunito, velluti preziosi e splendidi tessuti. Nella mia camera spicca un raffinato lampadario a sei luci realizzato in vetro di Murano, dai colori che vanno dal giallo delicato all'arancio, dal rosa pastello al bianco trasparente.

TI PROTEGGERO 'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora