CAPITOLO XLII: RELAX

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CLAUDIO

Siamo appena usciti dallo studio dell'ipnoterapeuta, camminiamo mano nella mano, nessuno dei due parla, ogni tanto Alice si ferma, mi guarda negli occhi, poi si abbandona tra le mie braccia e ricomincia a piangere. Non posso fare altro che stringerla più che posso per rassicurarla. Le accarezzo i capelli e le lascio teneri baci sulla testa.

"Ti accompagno a casa? – le chiedo appena si è calmata un po' – O vuoi fare una passeggiata?".

"Portami a casa! – scuote la testa – Sono tanto stanca!".

"Certo!" le accarezzo delicatamente una guancia.

Mi guarda e mi sorride e penso che il suo sorriso è meraviglioso, anche adesso che è appena accennato perché è così provata.

In macchina avverto il rumore del silenzio, è assordante e mi accorgo che mi fa male e che fa male a lei. Mi volto e vedo che si è assopita, sembra una bambina indifesa. Nel frattempo siamo arrivati sotto casa sua. Cerco di svegliarla con dolcezza, facendole tenere carezze sulle guance e scendendo poi sulle braccia, le prendo entrambe le mani e gliele stringo. Niente.

"Sarà normale?" mi domando.

Decido di prenderla in braccio e di portarla in casa, davanti al cancello mi rendo conto che sarà un'impresa cercare le chiavi nella baraonda che regna dentro la sua borsa, mi scappa un accenno di risata se penso a quella volta che le ho chiesto una monetina per prendere un caffè alla macchinetta e lei non la trovava, così ho versato sul tavolino tutto il contenuto della borsa senza però trovare quello che cercavo. Ero già innamorato senza saperlo. Entriamo e l'appoggio con dolcezza sul divano, Ricomincio a chiamarla, alzando un po' il tono di voce perché si svegli, ma nulla. Allora mi preoccupo e chiamo Leo, gli racconto della seduta di ipnosi e cerco di scoprire se è normale che dorma così profondamente.

"Non puoi immaginare, Claudio, quanto sia stancante una seduta di ipnosi! – mi spiega – Mettici pure che Alice ha ricordato praticamente tutti i sette anni che aveva rimosso, ti credo che ora sia così stanca!".

Sospiro.

"Stai tranquillo e lasciala dormire! – mi consiglia – Domattina vorrei vederla e, se puoi, accompagnala!".

La mattina seguente, mentre sono in cucina e ho preparato la colazione per entrambi, la sento sbadigliare rumorosamente, allora mi precipito in camera con il vassoio tra le mani.

"Buongiorno! – la prendo in giro – Dormito bene?".

"Claudio! – si guarda intorno in cerca del telefono – Ma che ore sono?".

"Quasi le dieci!" le dico.

"Oddio è tardissimo! – si preoccupa – Ma tu quando sei arrivato?".

"Alice, stai calma! – mi avvicino appoggiando il vassoio sul letto – Oggi niente lavoro! Ho già chiamato Lara informandola del fatto che noi due oggi non ci saremo e, se ci dovesse essere qualcosa di veramente urgente, provvederà a farcelo sapere!".

"Ma...!" obietta.

"Niente ma...! – le avvicino il vassoio – Hai fame?".

"Mmmm...! – mugugna – Quante attenzioni!".

Mi siedo e addento un cornetto integrale, mentre lei prende quello alla nutella e ne mangia un'abbondante porzione sporcandosi le mani e le labbra. Saprei io come pulirla, invece mi contengo e prendo un tovagliolo per togliere la cioccolata. Beve il suo cappuccino, mangia qualche pan di stelle, beve anche il succo all'arancia e poi con un sorriso tirabaci mi dice che è davvero piena.

"Claudio! – mi chiama diventando seria – Ti rendi conto che ho ricordato tutto?".

Annuisco.

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