CAPITOLO XLVI: SEI TROPPO FORTE!

1.7K 53 19
                                    


CLAUDIO

Ferragosto è passato da due giorni ed io sono a Sperlonga con i bambini, purtroppo Alice è dovuta ripartire perché ci sono stati grossi problemi con il progetto che sta mettendo a punto con l'Università di Londra. Dovrebbe partire ad ottobre, ma pare che se non si risolvono alcune questioni saltano i fondi che sono stati stanziati. Alice era furiosa quando l'ha saputo, è dovuta tornare in istituto e ne avrà almeno per una settimana. Volevo andare con lei per aiutarla, ma Sophia è partita per le vacanze, far venire Amalia non se ne parla perché non è il caso che si assuma una responsabilità così grande come quella di stare con le due pesti al mare, allora abbiamo convenuto che Alice se la cava benissimo anche da sola ed io starò con i bambini.

Sono mattiniero e alle sette sono già in piedi, mi sto godendo il panorama dalla veranda, è bello gustare la pace che può trasmettere il mare prima che si riempia della calca dei turisti di agosto. Mi viene da pensare alle vicende di questi ultimi anni o forse a tutta la mia vita, a quando mi definivo anaffettivo, alla prima notte con Alice, a quando lei non voleva riconoscere che eravamo fatti l'uno per l'altra, a quando sono stato io a non volerlo capire e cercavo una relazione clandestina, alla violenza, al suo cadere nel baratro, alla sua forza di risorgere, a Mattia e alla sua malattia, al dolore che mi ha reso insensibile, al perdono che Alice ha saputo darmi e a questi due figli che sono una benedizione, nonostante Amalia ora mi odi.

"Che fai, ti sei imbambolato? – è proprio lei che arriva – Non lo sai che la domenica non andiamo al mare? La mamma prima ci porta a messa, poi al parco, andiamo a pranzo fuori e nel pomeriggio ci porta ai gonfiabili.".

"Va bene!" confermo prima di tornare a guardare la distesa azzurra.

"Va bene cosa? – ribadisce – Vuoi andare a svegliare quel cretino di mio fratello che continua a dormire?".

"A che ora c'è la messa?" chiedo.

"Alle undici!" mi informa.

"Amalia, sono le sette! – le faccio notare – Lasciamo che Samuele dorma un altro po'! Magari si sveglia da solo!".

Allora preparami la colazione! – ordina – Ho fame!".

"Non ho sentito la parolina magica! – sorrido – Come si dice?".

"Uffa! – borbotta – Per favore!".

"Mi aiuti? – propongo – Tu apparecchi ed io preparo!".

"No!" si impone.

"E se anch'io ti dicessi che non ho voglia di mettere il latte nel pentolino, di accendere i fornelli e tutto il resto?".

"Lo farei da sola!" non si arrende.

"Non credo proprio, piccola peste!" rido e comincio a prendere il bollitore, il latte e il cacao. Intanto Amalia ha preso le tovagliette e sta apparecchiando in veranda.

Arriva anche Samuele, ci sediamo e facciamo colazione, poi con calma li faccio lavare e vestire e ci accingiamo ad uscire, quando arriva una video chiamata di Alice.

"Buongiorno, amori miei! – il sorriso che la contraddistingue è spento – Devo dirvi una cosa e non è tanto bella!".

"Che è successo? – mi preoccupo – Niente di grave, mi auguro!".

"Nulla di grave! – conferma – Ma una rogna! Purtroppo devo partire per l'Inghilterra, urge la mia presenza lì! Dovrei averne per una settimana e poi finalmente posso raggiungervi!".

"Alice! – mi propongo – Vuoi che ti accompagni?".

"No, Claudio! – mi dice – Lì non c'è nulla che tu possa fare! Preferisco che resti con i bambini, mi fido solo di te!".

TI PROTEGGERO 'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora