CAPITOLO XVII: PROPOSTE

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CLAUDIO

E' già una settimana che siamo tornati dall'ospedale, dopo quasi un mese; in questo tempo abbiamo imparato a convivere con gli attacchi di panico e a gestirli; la dottoressa Valentina Decapri, la psicologa che segue Alice, ci ha fatto vedere quali sono gli esercizi di rilassamento e di controllo del respiro; inoltre, attraverso un percorso di psicoterapia comportamentale, la mia piccola ha iniziato un lavoro sui pensieri distruttivi che dovrebbe farle superare il suo disturbo e ritrovare senso di benessere e di autoefficacia. Le crisi continuano e spesso si manifestano anche nel sonno, quando è rilassata e tranquilla. Non ha voluto venire a dormire nella nostra stanza, nonostante io le abbia detto che non mi permetterei mai di sfiorarla contro la sua volontà.

"Ho visto che in questi giorni mi sei stato sempre vicino! – ha esordito – Ti sei preso cura di me, non mi hai abbandonato un attimo, insomma hai dimostrato di amarmi come nessuno ha mai fatto...".

"Ma io ti amo! – le ho spiegato – Sei l'unica mia ragione di vita! L'ho fatto per questo, amore mio!".

"Sì, Claudio, lo so! – ha messo subito le cose in chiaro – Ma io in questo momento non me la sento di tenerti legato a me. Anche io ti amo da morire, ma non posso essere la tua donna!".

"Perché Alice?" mi sono meravigliato.

"Claudio, io riesco a farmi accarezzare da te, a farmi stringere, ad accettare i tuoi tenerissimi baci, ma non riuscirei mai a fare l'amore! – mi ha risposto – Non è giusto che io ti tenga legato a me, non è giusto che tu non abbia una tua vita sessuale, non devi sacrificarti per me! Non è giusto! Non è giusto!". Ha cominciato ad urlare, ad agitarsi e, man mano che io l'accarezzavo dolcemente, si è calmata.

"Ehi! – le ho mormorato scherzando – La mia vita sessuale, come la chiami tu, può aspettare fino a quando ti sentirai pronta!".

"E se quel giorno non dovesse arrivare?" mi ha domandato.

"Beh, in passato ne ho avuta così tanta di vita sessuale che ora posso anche diventare casto e puro!" ho continuato a prenderla in giro. Lei ha sorriso. Io, tornando serio, le ho proposto:

"Amore, tu ora devi solo pensare a guarire, a tutto il resto penseremo dopo".

"Contento tu!" è stata secca e si è girata dalla parte opposta.

Adesso sta dormendo, dopo un'ennesima crisi, i suoi lunghi capelli sono sparsi sul cuscino, è molto pallida, anche perché mangia pochissimo, piange spesso e passa molto tempo in silenzio, non vuole alzarsi da questo dannato letto e, quando io la spingo a farlo, comincia a dirmi che sa lei cosa deve fare e che devo lasciarla in pace. Aveva ragione Leo quando mi ha detto che dovevo armarmi di un'enorme dose di pazienza. Io, che non sono mai stato un tipo paziente, mi sto sorprendendo perché per lei lo sono diventato. Le sono sempre accanto e cerco di soddisfare ogni suo desiderio. Prima che Alice uscisse dall'ospedale sono andato a parlare con Paul e gli ho detto che, per un periodo, preferisco non fare sopralluoghi, non voglio avere nulla a che fare con quel maledetto maiale, mi fa troppo male quello che ha fatto alla mia donna. Malcomess, che conosce anche la storia di Daniela, ha fatto in modo che io ora mi occupi solo delle lezioni agli specializzandi, le terrò a distanza e dovrei convincere Alice a continuare i suoi studi, perché si ostina a dire che non ce la fa a studiare, non riesce a tornare in Istituto, non potrebbe sopportare gli sguardi della gente fissi su di lei. Il Supremo le ha dato la possibilità di seguire le mie lezioni da qui e anche di tenere gli esami on line. Ma lei non vuole sentire ragione, continua a dire che non se ne parla.

ALICE

Un timido raggio di sole attraversa le tapparelle, ho chiesto a Claudio di lasciarle semiaperte, mi spaventa il buio, anche se so che lui sta vicino a me fino a tarda notte e già all'alba viene a stendersi qui. Nonostante io spesso sia sveglia perché non riesco a dormire più come prima, faccio finta di non essermene accorta perché mi sento un po' meglio quando avverto che con un tocco delicato mi sfiora i capelli o le guance. Lo amo da morire e vorrei dargli tutto quello che merita, ma ora non ne sono capace! Questa mattina non è qui vicino, lo sento armeggiare in cucina. Cosa starà facendo?

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