31. Compromesso

418 47 26
                                    

Non tornerò mai a casa prima di mio padre. Mi sono arresa a questa consapevolezza dopo la terza volta che ho provato a sgattaiolare fuori e Diego me lo ha impedito.
«Non voglio vederti sotto una palma al telegiornale», ha decretato.
Ormai è passata mezz'ora dall'annuncio e io non ho neanche il cellulare per avvisare mio fratello o i miei genitori che sto bene.
Mi uccideranno. Tanto vale finire sotto alla palma.
«Non pensarci nemmeno», Diego mi legge nel pensiero mentre osservo la pioggia abbattersi su Miami.
Per quanto io non voglia rischiare la mia vita, devo comunque avvisare i miei genitori. Nessuno sa dove sono, e farli morire d'infarto non è tra le mie priorità. Posso comunque inventarmi una strabiliante scusa che giustifichi il motivo per cui non ero a casa subito dopo la scuola. C'è solo un piccolo problema... qual è il numero di casa? Ci penso e ci ripenso, ma riesco a ricordarmi solo le prime cinque cifre. Inizio a mormorarle per vedere se suscitano qualche ricordo, ma non c'è niente da fare.
«Stai offrendo la tua anima a Satana in cambio della fine della tempesta?»
Diego mi scruta con il solito ghigno divertito.
Sbuffo e alzo lo sguardo su di lui. «Sto cercando di ricordarmi il numero di telefono di casa».
«Casa di chi?»
«Casa mia».
Restiamo in silenzio per un paio di secondi, Diego che mi guarda confuso, io che ricambio. Poi scoppia a ridere.
«Chi è che non sa il numero di telefono di casa propria?»
Alzo gli occhi al cielo, ma lui continua a ridere.
«Siamo nel Ventunesimo secolo! C'è ancora qualcuno che usa la linea fissa?» Mi difendo.
«Chiamali al cellulare, allora».
Il mio silenzio è più che eloquente, e Diego scoppia di nuovo a ridere. Alzo gli occhi al cielo senza riuscire a reprimere un sorriso.
«Mi presti il cellulare per chiamare Cedric, allora?»
Diego smette di ridere e sembra esitare per un secondo, come se volesse dire qualcosa, ma quell'ombra scompare con la stessa velocità con cui si è presentata, e mi allunga il cellulare.
Non è la prima persona che vorrei sentire in questo momento, soprattutto perché non so se tra noi le cose sono a posto, ma è probabilmente l'unico di cui Diego ha il numero. Il cuore mi batte all'impazzata.
Risponde al secondo squillo.
«Diego?»
«Ced, sono Emma».
«Em! Dove diavolo sei? Stai bene?»
Resto interdetta per il cambiamento nel suo tono, che si macchia di preoccupazione, ma la spiegazione arriva subito: «Grayson mi ha chiamato almeno quattro volte nell'ultima mezz'ora, è passato a prendere i tuoi fratelli e quando è tornato a casa tu non c'eri».
«Sto bene», lo rassicuro, dato che temo stiano per esplodergli le coronarie.
«Dove sei? Ancora a scuola?»
«No, sono...» esito. Lui sa la verità. «Al Doc's con Diego».
Il rumore di sottofondo che c'era prima cessa all'improvviso, come se stesse camminando e si fosse fermato di botto.
«Al Doc's con Diego?» La sua voce trasuda confusione.
Sospiro. «È una storia lunga... comunque, potresti dire a Grayson che sto bene?»
«C'è un altro problema».
«Ovvero?»
«I tuoi sono a casa, e si chiedono perché tu non ci sia».
«Merda», mugugno. Grayson non mi coprirà mai. Non quando ce l'ha a morte con me e i nostri genitori lo stanno sicuramente torchiando sul perché io non sia a casa.
«Gray mi ha detto che sei in punizione, o meglio dovresti esserlo», sospira. «Facciamo così: ti copro io e dico ai tuoi che ci siamo fermati insieme a scuola perché ti ho chiesto di aiutarmi con un progetto».
Il sollievo mi investe.
«Grazie, grazie, grazie!»
Cedric sospira. «Non muoverti, appena spiove vengo a prenderti».
Attacco e faccio per restituire il cellulare a Diego, ma il suo ghigno divertito mi blocca sul posto.
«Che c'è?»
Scuote la testa. «Niente».
Non voglio neanche approfondire. Diego, però, non è della stessa opinione.
«Penso solo che il modo in cui Cedric è sempre dalla tua parte sia carino».
Vorrei rispondere con una battuta sagace, ma quelle parole toccano un tasto profondo nella mia anima. Cedric ed io siamo sempre stati dalla stessa parte, come un generale col suo colonnello. Siamo cresciuti insieme, giocando insieme, sbagliando insieme. Non ci siamo mai voltati le spalle, e coprirmi oggi è solo l'ennesima dimostrazione del profondo affetto che ci lega.
«Credo sia giunto il momento di chiarire. E forse di parlare sul serio di Ethan», confesso.
Diego solleva un sopracciglio. «Che intendi?»
«Come hai visto anche tu, ogni volta che parliamo di lui finiamo per discutere. Forse dovremmo mettere dei paletti».
«Forse gli piaci».
Per un attimo penso che si stia riferendo ad Ethan, e sto per rispondere che credo e spero di sì, ma poi capisco che sta parlando di Cedric. Chiudo gli occhi e lascio ricadere la testa sul tavolo.
«Non iniziare anche tu con questa storia».
Diego alza le mani in segno di resa, per fortuna.
Se per un attimo, ma proprio piccolo piccolo, prima erano riusciti anche solo a pensare di convincermi, ora so per certo, conoscendo Cedric, che la ragione del suo odio per Ethan sta in ciò che ha fatto a Diego. Io non c'entro niente.
«Come vi siete conosciuti tu e Cedric?» gli domando. Me lo chiedo da quando li ho visti insieme il giorno del compleanno di Ethan.
«Come immagino tu sappia, Ced adora il biliardo, ma ai suoi amici non piace. Dunque giocava sempre con Hunter, che l'anno scorso si è diplomato e si è trasferito in Europa per frequentare l'università. Il fato ha voluto che anche a me piacesse il biliardo, così ci siamo conosciuti al tavolo e siamo diventati amici».
Annuisco, ma un'altra domanda continua a rimbalzarmi in testa da quella fatidica sera, una a cui, purtroppo, Diego non può rispondere: perché Cedric non me l'ha mai detto?
Nel giro di venti minuti, il temporale si allontana verso l'entroterra. La pioggia, ormai sottile e silenziosa, continua ad abbattersi sulle palme, ma il vento ha smesso di tirare.
Come promesso, dopo dieci minuti il campanello sopra la porta suona e Cedric entra nel diner. Sia io che Diego ci alziamo per andargli incontro, ma entrambi piantiamo i piedi a terra quando lo sguardo di Ced, prima di trovare noi, si sofferma su Taylor. È appena uscita dal bagno, con gli occhi lucidi e le spalle tremanti. Lui le afferra un polso prima che possa raggiungere il bancone. L'intensità con cui la guarda mi fa annodare lo stomaco.
«Stai bene?»
Il tono è dolce, rassicurante, e le spalle di Taylor si rilassano. Esita, ma annuisce, e un segreto rimbalza tra i loro occhi. Qualcosa che possono capire soltanto loro, e per la prima volta mi sento esclusa. Pensavo che Taylor e Cedric fossero stati amici soltanto per qualche mese il primo anno, ma è chiaro che c'è qualcosa di più.
«Hai visto anche tu, oppure sono i miei occhi a non funzionare?» bisbiglia Diego.
Annuisco, perché sono senza parole. Una sensazione spiacevole, mai provata prima, si insinua sotto alla mia pelle, fino ad attorcigliare le vene. Un profondo fastidio mi punge sul vivo e, anche se faccio di tutto per schiacciarlo, resta lì, tra lo stomaco e il cuore.
«Ehi», Diego si schiarisce la gola, interrompendo quel contatto visivo così intenso.
Taylor abbassa gli occhi di scatto, Cedric invece lascia andare il suo polso come se scottasse. Il suo sguardo si sposta su Diego, e poi su di me.
«Emma... stai bene?»
Il disagio è palpabile. Mi limito ad annuire, perché le parole sembrano non voler tornare.
«Ti porto a casa».
Cedric fa un cenno di saluto a Diego, poi si sofferma su Taylor per qualche secondo, come se le stesse dicendo qualcosa senza parlare. Infine, si dirige verso la porta dopo aver mormorato un «ci vediamo».
Saliamo in macchina ancora in silenzio. Vorrei fargli tante di quelle domande... ma, per una volta, decido di mettere da parte la mia curiosità sfrenata.
«Grazie. Per tutto», gli dico quando ci immettiamo in strada.
«Figurati».
Cala di nuovo il silenzio. Il tragitto è breve, dunque se voglio chiarire le cose, devo farlo adesso che non può scappare se nomino Ethan.
«Diego mi ha raccontato ciò che è successo tra lui ed Ethan».
Le sopracciglia di Cedric scattano verso l'alto.
«Da quando sei così in confidenza con Diego?»
Tenta di cambiare argomento, ma io voglio chiarire una volta per tutte.
«So che è questa la ragione principale per cui non sopporti Ethan, e lo rispetto, ma-»
«Vuoi continuare ad uscirci nonostante quello che ti ha detto Diego?»
La sua occhiata delusa e incredula mi ferisce, ma mi sforzo di mantenere la calma.
«Ethan non gli ha detto nulla di specifico, e prima di prendere qualsiasi decisione, voglio conoscere la sua versione dei fatti... anche per quanto riguarda Taylor».
«È impossibile che Diego sia andato a letto con lei, Em», ribatte, come se si stesse rivolgendo ad una bambina capricciosa.
«Lo so, Ced, ma voglio comunque sentire cosa ha da dire Ethan, non ti sembra giusto?»
Stringe le mani attorno al volante con così tanta forza che le nocche gli diventano bianche.
«No, non in questo caso, perché tanto si inventerà qualche altra stronzata a cui tu crederai ciecamente, perché quando si parla di Ethan hai i paraocchi e vedi solo ciò che vuoi vedere».
«Sei ingiusto! In una discussione, io ascolto sempre la versione di entrambe le parti, e tu lo sai perfettamente!»
«Non-»
Lo interrompo, furiosa: «E se proprio vogliamo essere sinceri, io sono sempre stata chiara con te, anche riguardo ai miei sentimenti per Ethan, sei tu invece che continui a disprezzarlo per chissà quale ragione, e ogni volta che ti chiedo di spiegarmi il motivo, te ne esci con una risposta evasiva!»
«Perché tu-» esplode, ma poi si ferma all'improvviso. Un sospiro abbandona le sue labbra, e il silenzio scende tra noi come un macigno.
«Mi dispiace, hai ragione», mormora infine.
Sospiro, sfregandomi gli occhi con i palmi delle mani.
«Non voglio avere ragione, Ced, voglio solo che i miei sentimenti per Ethan non distruggano la nostra amicizia. Tutto qui».
All'improvviso ho voglia di piangere, ma mi mordo il labbro così forte da concentrare l'attenzione su qualcos'altro.
«Forse la soluzione migliore sarebbe smettere di parlarne. Io non ti dirò più cosa fare, e tu mi lascerai fuori dalla vostra relazione», propone.
Non mi piace, ma se è l'unico modo per evitare di fare a pezzi la nostra amicizia, sono disposta ad accettare il compromesso.
«Va bene. Faremo così».
A quanto pare, dopo dieci anni, siamo riusciti a trovare un argomento su cui generale e colonnello non riescono a comunicare. Spero soltanto che questo non conduca rovinosamente alla diserzione di uno dei due...

Ciao fiori di campo!🙊

Gli ultimi capitoli sono davvero tesi 😅

Tranquilli, torneranno anche quelli spensierati, ma ormai siamo nel vivo della storia!

Cosa ne pensate di Diego? Vedete una possibile amicizia con Emma?

Cosa c'è stato/c'è veramente tra Cedric e Taylor? E perché non ne ha mai parlato ad Emma?

Ma, soprattutto, secondo voi i dubbi di Emma sono ragionevoli e lui era tenuto a parlarle sia di Diego che di Taylor?

Emma prima o poi risolverà tutti i suoi dubbi!

A breve tornerà anche Ethan, forse già dal prossimo capitolo... e conosceremo il suo punto di vista 😁

Chi pensate abbia ragione in tutta questa storia?

La relazione tra Emma ed Ethan incrinerà la sua amicizia con Ced? Riusciranno davvero a non parlarne?

Troppe domande oggi, ma sono curiosa (e confusa a mia volta, stanno succedendo troppe cose 😅)

Non ho studiato per scrivere questo capitolo, quindi attendo con ansia i vostri commenti 😡

Baciii 😁

Noi ci vediamo lunedì!💘

Come sempre, vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra 💘

Al prossimo capitolo! 🔜

-A

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora