26. Il pinguino degli Antipodi

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Ci ho messo ore a calmarmi. Per un attimo ho pensato anche di fare dei biscotti, visto che per Grayson sembra un modo eccezionale di smaltire la rabbia, ma siccome mi faceva pensare a lui e ribollire il sangue ancora di più, ho optato per un film. In TV passano Shining, e per le mie pulsioni omicide è perfetto.
Grayson e Cedric, che evidentemente vivono per infastidirmi, mi hanno raggiunta poco dopo.
«Mi dispiace, Em», ha detto mio fratello. «Ma è stato troppo divertente».
«Stai zitto».
La nostra conversazione è finita lì. Grayson si è addormentato – come si fa ad addormentarsi con Shining? – e io ne ho approfittato per fare qualche domanda ad un Cedric terrorizzato.
«Hai avuto qualche altra informazione?»
«Le gemelle sono la parte peggiore del film», sibila, gli occhi sgranati fissi sullo schermo.
Sta stringendo il mio cuscino con la faccia di DiCaprio stampata sopra talmente forte che temo possa strapparlo. Considerando che fine ha fatto il mio cuscino preferito, glielo sfilo dalle dita quando sobbalza per un jumpscare. Non posso lasciare che faccia la stessa cosa a Leo.
«Grayson ti ha detto altro?» riprovo.
«Se mi tieni la mano, te lo dico».
Scoppio a ridere. Lui invece è bianco come un lenzuolo.
«Oh, sei serio».
Alzo gli occhi al cielo, ma gli stringo la mano.
«Ha detto che è un periodo particolare per lui e... possiamo levare questo film? Non lo stai neanche guardando!»
Sbuffo e spengo la televisione.
«Grazie... dicevo: ha detto che ha molto a cui pensare ed è preoccupato per gli esami finali, ma per il resto niente di rilevante su Riley».
Annuisco. Spero solo che non si arrabbi troppo.
«Allora... sei uscita con Ethan».
Non gliel'avevo detto. È arrabbiato? Non riesco a capirlo, è troppo buio. Mi allungo per accendere l'abat-jour sul mobile accanto al divano. La luce rosata illumina i suoi lineamenti. Sembra tranquillo.
«Già... senti, so che Ethan non ti piace, ma secondo me dovresti dargli una chance».
«Mi dispiace, Em, ma non succederà».
All'improvviso, la rabbia mi invade.
«Non è giusto! E se le cose diventassero serie? Continuereste a farlo sentire a disagio? Io non mi sono mai comportata così, con nessuna delle ragazze che avete avuto».
Quando anche l'ultima parola ha lasciato le mie labbra, mi torna in mente Melanie, e di conseguenza Liam. Liam, Cristo! È una settimana che non lo vedo né lo sento, non mi sono neanche preoccupata di chiedergli come sta... sono un'amica terribile.
Cedric sospira e lascia andare la mia mano. Ha gli occhi fissi sulla televisione spenta, quando dice: «Ti prometto che mi impegnerò di più, e ne parlerò con Gray».
All'improvviso non è più importante.
«Come sta Liam?»
Cedric solleva di scatto le sopracciglia, sorpreso dal cambio di argomento.
«Se la cava, anche se non vuole uscire di casa se non per ragioni strettamente scolastiche».
«Non se la cava!» gemo. «È a pezzi».
Cedric si gratta la nuca. «Forse siamo stati troppo concentrati su questa storia di Riley... domani io e Grayson dobbiamo studiare, ma tu puoi portarlo con te a fare un giro, magari gli torna la voglia di uscire. Io proverò a convincerlo a giocare a biliardo con noi».
«Domani non posso, ma la mamma mi ha chiesto di passare a prendere Jake e Daisy a scuola lunedì... non è un'uscita entusiasmante, ma è un inizio. Possiamo fare un salto da Starbucks dopo».
Restiamo in silenzio per qualche secondo, entrambi persi nei nostri pensieri. Io spero solo che le cose si aggiustino per tutti.
«Sveglio Gray? Gli verrà il torcicollo».
Con una risata lancio un'occhiata a mio fratello, che effettivamente ha la testa rovesciata all'indietro. Prima di alzarmi gli scatto una foto da aggiungere alla mia collezione in caso mi servisse per ricattarlo.
Aiuto Cedric a svegliarlo, poi loro se ne vanno in camera sua. Era talmente stordito dal pisolino che mi ha anche abbracciata per ringraziarmi di essere la sorella migliore del mondo. Parole sue, non mie. Spero solo che continui con questa linea di pensiero anche domani.
Gli ultimi istanti prima di addormentarmi, però, li ho dedicati a qualcun altro. Il viso e la risata di Ethan sono l'ultima cosa a cui ho pensato prima di crollare nel sonno.
Non ho idea di che ore siano quando un trambusto improvviso mi sveglia. Allungo una mano nel tentativo di raggiungere la lampada, ma la faccio finire a terra. Sbuffo un'imprecazione. Non ne vale la pena. Allora cerco di riaddormentarmi, ma il materasso si abbassa alle mie spalle con un cigolio.
«Em?» bisbiglia qualcuno.
Grugnisco, frustrata. Il sonno è sacro, e chiunque osi disturbarlo incorre nella mia ira.
«Em?» ripete la voce.
Afferro il cuscino e glielo lancio, soddisfatta quando sento un gemito di dolore.
«Ahi! Posso rimanere qui? Non voglio stare sdraiato per terra, all'altezza del luogo da cui provengono i demoni dell'altro mondo».
Sbuffo sonoramente.
«Perché non dai fastidio a Grayson, Ced?»
«Ci ho provato, ma mi ha cacciato. Ha detto che non condivide il letto con nessuno».
«E perché io dovrei?»
«Perché sei magnanima?»
Sbuffo di nuovo.
«Passami il cuscino». Mi strofino gli occhi e lo infilo di nuovo sotto alla nuca. «Va bene, puoi rimanere».
«Grazie mille, Em, lo sai che i film horror mi terrorizzano».
Le coperte frusciano e poco dopo percepisco il calore del suo corpo accanto al mio.
«Posso avere un cuscino?»
«Ce l'avresti se tu e Grayson non l'aveste fatto esplodere».
«Non ci passerai mai sopra, vero?»
Sorrido per il suo tono divertito.
«Esatto, adesso dormi. Buonanotte».
Sto per tornare tra le braccia di Morfeo, quando...
«Puoi abbracciarmi?»
«No».
«Per favore?»
Mi volto per guardarlo male.
«Okay, capito... buonanotte, Em».
Mi sfugge una risata. «'notte, Ced».

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