33. Pace

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«Innanzitutto, voglio chiederti scusa. Mi sembra di non fare altro ultimamente», inizio. «Hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me, e magari non hai intenzione di perdonarmi, ma siamo fratelli, Gray, e siamo destinati ad essere uniti per sempre da questo legame».
«Un po' esagerato, non credi?»
Solleva un sopracciglio, scettico.
Alzo gli occhi al cielo. «Okay, sarò meno teatrale... quello che voglio dire è che ho sbagliato tutto, e mi dispiace, perché non avrei dovuto spiarti, ma avrei dovuto parlarti. E non sarei dovuta giungere a conclusioni affrettate su te e Riley, ma sono andata in panico. Sei mio fratello, e non c'è niente che possa separarmi da te, e anche se tu non vorrai più vedermi o parlarmi, io insisterò fino alla fine dei miei giorni, perché-»
«Emma», mi ferma, poggiandomi le mani sulle spalle. L'ombra di un sorriso gli tira le labbra. «Stai esagerando. Sì, hai sbagliato e sono arrabbiato con te, ma sei mia sorella. Non potrei mai tagliarti fuori dalla mia vita, neanche se mi facessi il torto più grande al mondo».
«Davvero?» mormoro.
«Certo, stupida».
«Davvero davvero?»
Mi guarda male.
«Okay, la smetto».
«Però dobbiamo chiarire una cosa».
Si sistema meglio contro i cuscini e allunga le gambe.
«Tutto per il mio fratello preferito».
Un'altra occhiata di fuoco.
«Va bene, la smetto sul serio», alzo le mani.
Gray si schiarisce la gola, poi sentenzia: «Devi imparare a farti gli affari tuoi. Se le persone vogliono dirti qualcosa, lo faranno, Em, ma non puoi spiarle perché pensi di essere tenuta a conoscere la "verità"».
Ouch...
«Se hai un dubbio: chiedi, e non coinvolgere gli altri».
«Ti riferisci a Cedric?»
Mi sento una bambina rimproverata con le mani piene di caramelle che non dovrebbe mangiare.
Lo sguardo di Gray vaga oltre la mia testa, poi si sofferma sul mio viso.
«Sai che Ced è molto amico di entrambi, non metterlo in condizione di scegliere», mi guarda con severità e scrolla le spalle. «Anche se sono offeso che si sia alleato con te piuttosto che con me. E che ti abbia detto di Riley».
Sorride, quindi capisco che non è davvero arrabbiato.
«Sai che non riesce a tenere i segreti... e poi sono stata io ad insistere», lo difendo.
Gray sospira, scuotendo la testa. «Infatti l'ho perdonato. Devo ammettere che ci sono andato giù pesante con lui, ero furioso quando è venuto a parlarmi».
Sospiro. «Ho fatto un casino, non è vero?»
«Abbastanza».
La sua risata riempie il piccolo spazio sotto al lenzuolo, facendo sorridere anche me.
«Sai... la verità è che ho agito d'impulso perché ero ferita», confesso.
«Ferita?»
Gray aggrotta le sopracciglia.
«Sì, dal fatto che non mi avessi parlato di una tua possibile cotta nonostante io fossi tua sorella... e forse anche perché non mi chiedi mai nulla di Ethan, e io invece vorrei parlarne con te. Non discutiamo mai di queste cose».
Sollevo le spalle, evitando i suoi occhi perché un po' mi vergogno. In realtà, neanche io gli ho mai detto di Cedric, ma non è la stessa cosa. Ced è il suo migliore amico, io Riley neanche la conosco.
«Em, non te ne ho parlato perché non c'è niente di cui parlare: abbiamo fatto un progetto insieme e siamo amici», gesticola. «Perché se ti senti così riguardo ad Ethan non me l'hai mai detto, invece?»
Mi stringo nelle spalle. «Non so... ho dato per scontato che, siccome non è la persona che ti sta più simpatica sul pianeta, non volessi saperne nulla».
Grayson sgrana gli occhi, gesticolando ancora di più. «Em, non ti ho mai chiesto niente per rispetto, perché aspettavo che fossi tu a parlarne, qualora avessi voluto farlo seriamente! Pensi che io non voglia sapere come vanno le cose tra voi? È la tua prima storia seria e io non ne so nulla!»
Restiamo a guardarci per qualche secondo, increduli, finché entrambi non scoppiamo a ridere.
«Avremmo decisamente dovuto farci uscire le parole prima», sospiro.
«Già... per questo ti dico che il dialogo è importante. Prometti che da questo momento in poi, ogni volta che vorrai sapere cosa succede nella mia vita, chiederai a me? Senza mezze vie?»
«Te lo prometto. Lo stesso vale per te, ovviamente... voglio sapere tutto!»
Grayson sorride, poi si allunga e mi attira in un abbraccio mozzafiato. Stringo la sua felpa tra le mani con il cuore colmo di serenità. Io e Gray ci siamo sempre detti tutto, ed è bello sapere di poterlo fare di nuovo, dopo questa infelice pausa.
Mio fratello mi lascia andare e torna ad appoggiarsi ai cuscini.
«Allora... ti piace tanto, non è vero?»
So che sta parlando di Ethan. Ho già gli occhi a cuore, ma esito prima di rispondere, perché le parole di Taylor e Diego echeggiano nella mia mente.
«No... cioè, sì», mi sfrego gli occhi, frustrata. «Vorrei solo che le persone smettessero di dirmi cose su Ethan e confondermi le idee».
Grayson sposta il peso da un braccio all'altro e si guarda intorno come se stesse cercando le parole adatte.
«Em... tu dai troppo peso a ciò che pensano gli altri. Fai bene ad ascoltare tutti, ma abbi più fiducia nella tua capacità di giudizio. Fondamentalmente, sei tu a dover decidere, perché si tratta della tua relazione con Ethan».
Le sue parole levano un peso enorme dalle mie spalle, che si rilassano come se avesse premuto un tasto nascosto.
«Hai ragione, dovrei allontanare queste voci per un po'...»
Gray sorride. «Se c'è anche quella di Cedric, sappi che lui ti vuole bene e vuole proteggerti, ma fidati di me quando ti dico che la sua opinione, per te, ha talmente tanta importanza che senti la necessità di avere la sua approvazione ad ogni costo».
Sono già pronta a mettermi sulla difensiva, ma c'è della verità in ciò che sta dicendo. Il giudizio di Cedric è sempre stato fondamentale per me, perché lo stimo molto. Mi piace il suo modo di pensare, di vedere le cose, e le sue opinioni sono sempre sostenute da ragionamenti sensati e mai da capricci, per questo voglio la sua approvazione. È come un sigillo di qualità per me, come se averla significasse che sto andando nella direzione giusta. È per questo che la sua opposizione ferrea ad Ethan mi destabilizza, ed è il motivo per cui insisto nel cercarle una ragione.
«Il punto è che... Cedric non fa mai le cose per ripicca, quindi non capisco quale sia il suo problema con Ethan», confesso.
«Em, per quanto Cedric sia un ragazzo pragmatico e riflessivo, quando sono coinvolte altre persone, anche lui ragiona sulla base di sentimenti. Ethan gli starà antipatico e basta».
«Ma Cedric è amico di tutti!» protesto.
Gray sospira, poi mi poggia le mani sulle spalle e mi guarda dritta negli occhi.
«Non puoi ragionare così. Nessuno è amico di tutti, e a te non deve interessare se a lui piace o non piace Ethan. È questo che intendo quando dico che la sua opinione ha troppa importanza per te. Separa la vostra amicizia dalla tua relazione, e se lui non approva deve farselo andare giù. Conoscendo Ced, sono sicuro che non ti abbia detto il contrario né abbia fatto uno di quei discorsi idioti alla "o me o lui"».
Sospiro, sconsolata.
«Ovviamente no, perché Cedric è perfetto e non deve darmi un motivo per accusarlo di star sbagliando», scherzo. «Abbiamo deciso di non parlarne più, proprio per evitare di distruggere la nostra amicizia».
«Allora la cosa è risolta, vedrai che gli passerà e alla fine scenderà a compromessi. Con te lo fa sempre».
Mi fa l'occhiolino e io mi sforzo di sorridergli, ma questo discorso mi lascia comunque l'amaro in bocca. Forse ho portato avanti troppo a lungo l'illusione infantile che non avremmo mai avuto opinioni diverse su qualcosa di importante, perché siamo Em e Ced, ed Em e Ced sono sempre d'accordo. Crescere significa accettare che non è più così, evidentemente.
«Comunque... questa ricostruzione del nostro fortino mi ha fatto venire in mente che l'altro giorno, mettendo a posto la libreria in camera, ho trovato un reperto storico».
Mi dice di aspettare e se ne va, per poi tornare con un oggetto che non pensavo neanche avessimo ancora.
«Non posso crederci!» Allungo le mani per afferrarlo. Il legno è ancora perfettamente liscio dopo tutti questi anni. «È il boomerang che aveva intagliato il nonno quando eravamo in campeggio».
Grayson annuisce con un sorriso. Nessuno di noi ha mai veramente imparato come si lancia, ma ci divertivamo da matti a tirarlo per vedere se tornava davvero indietro. Spoiler: non ci tornava mai, ma perché, con ogni probabilità, sbagliavamo qualcosa noi.
«Che ne dici di...» Gray solleva le sopracciglia e indica il boomerang tra le mie mani.
«Assolutamente sì».
Usciamo dal fortino e ci mettiamo fianco a fianco in salotto.
«Come si lancia?» chiedo.
Grayson fa spallucce. «Guardiamo un tutorial su YouTube. Quanto può essere difficile?»
Dopo aver passato mezz'ora a vedere tutorial, abbiamo decretato di avere abbastanza esperienza.
«Chi lo fa?»
«Insieme, in onore dei vecchi tempi».
Lo afferriamo entrambi dallo stesso lato e iniziamo a contare. Al tre, pieghiamo la mano indietro e lo lasciamo andare, forse con un po' troppa forza. Il boomerang, come previsto, non torna indietro, perché colpisce la statuetta preferita della mamma, quella a forma di gatto, sul mobile accanto alla televisione, che si frantuma in mille pezzi. Era di vetro di Murano, l'aveva comprata a Venezia anni fa, e ci teneva come se fosse un figlio...
«Oh no».
Lancio un'occhiata a Gray, che osserva i frammenti con gli occhi spalancati. Tre secondi dopo, un grido disumano dal piano superiore ci fa sbiancare. Ed urla i nostri nomi.
«Siamo finiti», dichiaro.
Grayson mi lancia uno sguardo preoccupato e sentenzia: «Che fai ancora ferma? Scappa!»

Ciao fiori di campo!🙊

Perdonatemi, ma sono in piena sessione invernale e sto abbastanza esaurita, con una media di 50 pagine studiate al giorno 😅

Nonostante tutto, sono riuscita a finire questo capitolo... se qualcuno si sta godendo questo aggiornamento notturno, fatemelo sapere con un commento! 😎

Siete d'accordo con le parole di Grayson? Contenti della rappacificazione? 🥰

Noi ci vediamo lunedì! 💘

Come sempre, vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra 💘

Al prossimo capitolo! 🔜

-A

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora