34. La versione di Ethan

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Ho fatto tutto quello che potevo fare in punizione per passare il tempo. E sono solo le due. Ho persino finito i compiti per il resto della settimana. Ho portato avanti una serie TV che avevo lasciato a metà mesi fa, sono andata a fare una passeggiata – intorno casa – con Bux, ho aiutato Jake con i compiti e Daisy a mettersi lo smalto... ho esaurito le opzioni.
In realtà mio padre mi ha chiesto se volevo aiutarlo a riordinare il garage, ma non sono così annoiata. La mamma è nello studio a finire di preparare le decorazioni per la Quinceañera della figlia di un suo cliente, Grayson sta facendo i compiti e i miei altri fratelli sono in salotto a vedere un film d'animazione.
«Nessuno vuole passare del tempo con me», dico a Bux con la voce soffocata dal cuscino a cui sono appoggiata. Lui ricambia la mia occhiata annoiata dal pavimento della camera con una assonnata, poi torna a poggiare il muso al tappeto sbuffando.
«Grazie per la considerazione».
Alzo gli occhi al cielo. Mi giro di schiena e fisso il soffitto, sforzandomi di non pensare ad Ethan, ma è già troppo tardi.
«Cosa starà pensando? Non ho risposto al suo messaggio e non l'ho più cercato... Perché sono così sfigata, Bux?» Torno a pancia in giù sul letto e mi sporgo oltre il bordo. «Riesco a farmi notare dal ragazzo per cui ho una cotta da quattro anni e finisco in punizione per la prima volta nella mia vita proprio durante una tempesta che ci costringe a non andare a scuola! L'unica volta che volevo andarci!»
Bux, probabilmente stufo delle mie lamentele, si alza ed esce dalla stanza.
«È la seconda volta in due giorni che te ne vai quando ho bisogno di te! Sei pessimo!» grido verso il corridoio.
Afferro un cuscino e lo tiro contro la porta, che con un tempismo assurdo viene aperta da qualcuno. Il cuscino si schianta contro la faccia di Grayson, e io scoppio a ridere. Lui indietreggia spaventato, rischiando di inciampare e finire col sedere sul pavimento.
«Emma! Trattieni le tue pulsioni omicide».
«Scusa, Gray, ce l'avevo con Bux».
Mio fratello si aggiusta i capelli con una smorfia, poi si avvicina al mio letto sorridendo. «Ambasciator non porta pena».
«Eh? Che c'entra?»
«Ho un messaggio per te».
Rotolo sul letto fino ad arrivare in piedi di fronte a lui. «Da parte di chi?»
La curiosità mi sta uccidendo. È forse Henry Cavill che ha finalmente notato i miei tweet e vuole uscire con me?
«È Henry? Dimmi che è Henry!»
Grayson aggrotta le sopracciglia, confuso. «Ma quanti ne hai?»
Scuote la testa, poi mi allunga un pezzetto di carta tutto sgualcito.
«Ti consiglio di leggerlo».
«Ah! Con chi pensi di parlare? Non riesco neanche ad aspettare che si cuocia il ciambellone e apro il forno di continuo, figurati se aspetto a leggere un messaggio segreto!»
Grayson ride ed esce dalla stanza, e io srotolo subito quel cilindro di carta.

Emma, non so se ho fatto qualcosa di sbagliato, ma ti prego di parlarmi.
Affacciati alla finestra.
Ethan

Con il cuore che mi batte all'impazzata mi precipito sul piccolo balcone che si affaccia sul fianco della casa e mi sporgo così tanto che rischio di cadere di sotto. Sarebbe una morte bellissima, perché c'è Ethan ad aspettarmi. Vorrei piangere di gioia. In primis perché significa che non è arrabbiato con me e non mi ha lasciata per messaggio, in secundis perché è venuto fin qui soltanto per me.
«Ethan! Che ci fai qui?»
Allarga le braccia con un sorriso. Il cielo è ancora grigio, ma uno spiraglio di sole si insinua tra le nuvole e lo colpisce in viso, facendo risplendere i suoi capelli biondi come se fossero fili d'oro. «Ero preoccupato perché non rispondevi ai miei messaggi, così sono venuto a casa tua. Grayson mi ha detto che sei in punizione».
«Infatti... se ti vedranno ti uccideranno!»
«Ahimè, che si nascondono più insidie nel tuo sguardo che non in venti delle loro spade. A me basta che mi guardi con dolcezza e sarò immune alla loro inimicizia».
«Eh?» sbatto le palpebre, confusa.
«La tua non era una citazione da Romeo e Giulietta
«Faccio schifo in letteratura inglese!»
Ethan scoppia a ridere e per un attimo il mondo smette di girare.
«Possiamo parlare?»
Anche se la sua frase è riferita a tutt'altro, l'incanto si spezza in un lampo e il mondo ricomincia a correre. Le parole di Taylor e Diego tornano ad impossessarsi della mia mente. Deglutisco, in difficoltà. So che devo parlargliene, ma ho paura di scoprire una verità che non voglio conoscere.
Mi guardo intorno attentamente. Non dovrebbe esserci nessuno nei paraggi, i miei sono impegnati. Devo rischiarmela.
«Aspetta lì».
Torno in camera ad aggiustarmi i capelli e levarmi i pantaloni del pigiama per indossare dei jeans. Mi spruzzo anche un po' di profumo.
«Arrivo!»
Scavalco la ringhiera in un impeto di agilità che non credevo di possedere e allungo un piede verso la quercia alla mia sinistra. Quando sono aggrappata al tronco dell'albero, prego velocemente chiunque sia in ascolto di non farmi cadere, ma il grande Qualcuno sceglie di ignorarmi. Il piede mi scivola mentre cerco di scendere, e succede tutto in un attimo. La maglietta si impiglia in uno dei rami e io precipito per più di un metro, atterrando sul sedere e sbattendo la schiena. L'impatto mi lascia senza fiato, ma è solo l'inizio.
Ethan accorre preoccupato, e quando gli faccio cenno di stare bene, il rossore sulle sue guance mi manda in panico.
«Ehm... la tua maglietta...»
Abbasso lo sguardo in un lampo, e mi rendo conto che sono nuda. Rapidamente mi allaccio le braccia attorno al torace con una risatina nervosa. Sento le guance infuocarsi, e sicuramente sembrerò un semaforo. Questa è la figuraccia peggiore della mia vita, e si colloca senza fatica al primo posto, superando la volta in cui sono caduta al supermercato davanti all'intero quartiere buttando giù una pila di carne in scatola che è rotolata per tutte le corsie.
Ethan fa del suo meglio per non abbassare lo sguardo e mi aiuta a rialzarmi. Non riesco neanche a guardarlo in faccia. Perché il grande Qualcuno mi odia? Non può fulminarmi tipo...ora?
La situazione si fa ancora più imbarazzante quando la mia cotta storica si solleva sulle punte per recuperare la mia maglietta, che è diventata un colletto con attaccati dei brandelli di tessuto.
La stringo tra le mani con un sorriso imbarazzato come ringraziamento. Ethan si gratta la nuca, più rosso di me, e per qualche secondo restiamo in silenzio a guardare per terra. In questi attimi mi vengono in mente tanti modi per svanire dal pianeta, e sono in procinto di metterli in atto tutti.
«Tieni».
Trovo il coraggio di sollevare lo sguardo e vedo la mano tesa di Ethan di fronte al mio viso, che stringe la sua maglietta. Alzo un po' di più gli occhi e nel mio campo visivo compaiono i suoi addominali mozzafiato. Boccheggio in cerca d'aria, e vorrei dirgli di non preoccuparsi, ma non posso restare un altro secondo in reggiseno davanti a lui, né privarmi di quella vista.
«Grazie mille».
La sua maglietta mi va lunga, ma le spalle di entrambi si rilassano quando le mie grazie tornano coperte. Ho appena flashato le mie tette ad Ethan Moore. Vorrei sbattere la testa contro questa dannata quercia e rimanerci secca una volta per tutte.
«Allora...»
«Quindi...»
Parliamo contemporaneamente, in imbarazzo.
«Carini i marshmallow», commenta lui con un sorriso, alludendo alla fantasia del mio intimo.
Torno ad arrossire come un semaforo. «Non sono mai più ammessi commenti su questa cosa! Non è mai successa!»
Ethan solleva le mani in segno di resa con una risata. «Va bene, va bene!»
«Di cosa volevi parlare?» chiedo.
Passato l'imbarazzo, la preoccupazione torna a fare da padrona. Scelgo di lasciar iniziare lui prima di gettare la mia bomba.
«Immagino tu non mi abbia più risposto perché sei in punizione, ma per sicurezza voglio comunque chiederlo: è tutto a posto tra di noi?»
Apro la bocca per rispondere, eppure non esce alcun suono. Lo sguardo di Ethan si incupisce all'istante.
«Emma?»
«Possiamo sederci?»
«Certo...»
Lo conduco sul retro della casa, dove c'è un dondolo in legno. Mi siedo con l'ansia che mi fa tremare le mani, ed Ethan fa altrettanto. Non riesco a decifrare il suo sguardo, e la cosa mi manda nel panico più di quanto sia disposta ad ammettere.
«Ho incontrato Diego e Taylor, ieri...»
Solo a sentire i loro nomi, Ethan si irrigidisce e sbuffa, mormorando sottovoce qualcosa che non riesco a capire.
«Taylor mi ha detto perché vi siete lasciati», continuo, valutando la sua reazione. Solleva di scatto lo sguardo su di me con la diffidenza a distorcere il verde magnetico delle sue iridi, ma non mi ferma. «Voglio conoscere la tua versione, prima di giudicare».
Resta immobile per qualche secondo, con lo sguardo fisso di fronte a sé e i muscoli così rigidi che sembrano fatti di pietra, poi le sue spalle si distendono e si abbassano, mentre un sospiro profondo abbandona le sue labbra. Nel frattempo, una goccia d'acqua piovana s'infrange sul selciato, delineando un cerchio frastagliato su cui la mia attenzione si sofferma troppo a lungo. Il silenzio sta iniziando ad uccidermi, quando Ethan finalmente dice: «Quello che ti ha detto Taylor è vero, sarebbe inutile negarlo. Non voglio iniziare qualcosa con te se questo è basato su una menzogna».
Dentro di me sapevo che Taylor non poteva aver mentito così bene, eppure c'era una parte che desiderava con tutta sé stessa che Ethan non fosse quel tipo di persona. E ora ha subito un duro colpo.
«Non ho bisogno di guardarti per sapere che sei delusa. Anch'io sono deluso da me stesso, e mi dispiace per tutto quello che ho fatto passare a Taylor».
La rabbia mi sale all'improvviso, tutta insieme, come se qualcuno avesse acceso un interruttore.
«Ti dispiace per quello che hai fatto passare a Taylor? Taylor viene ancora insultata ogni giorno con scritte terribili sul suo armadietto e gente che le dà della puttana senza alcun motivo! E non se lo meriterebbe neanche se ti avesse effettivamente tradito! È così difficile da capire? E tu stai solo contribuendo a questo stillicidio, perché se avessi avuto le palle di mettere da parte il tuo ego ferito non avresti lasciato che la ragazza con cui sei stato per quattro anni venisse trattata in questo modo dall'intera scuola!»
La mia sfuriata sembra coglierlo alla sprovvista, perché il suo sguardo saetta su di me, sorpreso. Prova a dire qualcosa, ma chiude la bocca senza aver emesso alcun suono.
«Lo so, non ho giustificazioni».
Credo di sentire il fumo che mi esce dalle narici. «Finché non le chiedi scusa e non fai cessare i pettegolezzi, tra noi non potrà esserci niente».
Mi sono spezzata il cuore da sola, ma non potrei mai stare con una persona che ha fatto una cosa del genere, neanche se è la mia cotta storica, neanche se finalmente mi ha notata, neanche se è la cosa che desidero di più al mondo.
Mi alzo in piedi e mi levo la sua maglietta, restituendogliela.
«Puoi tenerla, ho un cambio in auto per la palestra», mormora.
«Non ce n'è bisogno. Ci vediamo a scuola».
Do le spalle a lui e alla sua mano tesa che stringe la maglietta e rientro in casa dalla porta sul retro. Non appena me la chiudo alle spalle, crollo con la schiena contro il legno freddo. La pioggia inizia a battere sul tetto, e fa lo stesso rumore di proiettili indirizzati al mio cuore.
Ho chiuso con Ethan Moore.

Ciao fiori di campo!🙊

Questa volta sono davvero tornata col botto! Contenti?? 😁

Qualcuno sarà felice, qualcun altro meno, ma... pare che Emma abbia chiuso con Ethan! Secondo voi, messe da parte le antipatie, ha fatto bene??

Ethan non ha neanche provato a giustificarsi...

Ah e poi vorrei parlare della figuraccia di Emma... terribile 🤡

Sono già indietro sulla tabella di marcia, ma ci vedremo probabilmente lunedì!

Un bacetto!! 💘

Come sempre, vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra 💘

Al prossimo capitolo! 🔜

-A

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora