9. Ti piace Cedric

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Come ogni giorno della mia vita, il sole è sorto da un pezzo, gli uccelli cinguettano e sto discutendo con Grayson perché non vuole rispettare i patti prestabiliti.
«No, no e ancora no. La macchina spetta a me fino a domenica, e non ho intenzione di cedertela». Sono inamovibile.
«Andiamo, Emma! Solo per stasera, che ti costa? Tanto saresti comunque rimasta a casa!»
«Soltanto se mi dici perché ti serve così tanto».
Grayson sembra sorpreso dalla mia richiesta. «Che ti importa?»
«Voglio sapere perché dovrei rinunciare a un mio diritto. Spero che tu abbia una buona motivazione». E sono sicura che si chiama Riley Riddock. Avanti, Grayson, confessami i tuoi segreti...
Gray sbuffa, ma quando sta per rispondere la mamma entra baldanzosa in salotto. Maledizione, Cindy!
«Ragazzi», si annuncia. «Ho una notizia che vi piacerà da morire».
«Grayson si trasferisce da un'altra parte?» provo a indovinare.
«Ah-ah, che simpatica, Emma». Alza gli occhi al cielo lui.
«Potete smettere di litigare per un secondo e prestarmi la vostra attenzione?»
Io e mio fratello sospendiamo la guerra di sguardi truci in atto e ci concentriamo su nostra madre.
«Nonna Marlow viene a trovarci!»
Spalanco la bocca, poi inizio a saltellare per la gioia. «Che bello! Quando?»
«Stasera».
«Per quanto resterà?» chiede Gray.
«Oh, chi lo sa, stiamo comunque parlando di vostra nonna», dice la mamma.
Rivolgo un sorrisetto a mio fratello. «Vedi? Ora non hai più bisogno della macchina».
Nonna Marlow è la persona più stravagante che io abbia mai conosciuto, e le voglio un bene davvero incommensurabile. È uno spirito libero, ribelle e incurante delle regole. Quando il nonno è morto, cinque anni fa, ha venduto la loro piccola casetta a qualche chilometro dalla nostra e si è trasferita nel loro van. Decorato con motivi floreali e scritte colorate, Willow – il van – ha portato i miei nonni appena diciottenni e i loro amici al concerto di Woodstock del 1969, ed ora ospita tutti gli averi della nonna. Per la maggior parte dell'anno è in giro per l'America a sostenere le organizzazioni non profit che si occupano di salvaguardia dell'ambiente, ma ogni tanto passa per la Florida e viene a trovarci. Si può dire che è una settantenne davvero... particolare. Hippie convinta, coltiva una piantina di marijuana nel vaso che le ho regalato l'anno scorso per Natale, indossa pantaloni a zampa d'elefante e il nero è bandito dal suo vestiario. Ha persino il tatuaggio di un girasole sulla spalla sinistra. Sono i suoi fiori preferiti, e il nonno negli anni Settanta le ha chiesto di sposarlo dopo aver guidato per tre ore solo per raggiungere un immenso campo di girasoli. Hanno fatto l'amore al tramonto e la nonna è rimasta incinta di nostra madre. La loro storia d'amore farebbe saltare un battito anche al più duro dei cuori, me inclusa. Amo ascoltare i racconti di nonna Marlow, e non vedo l'ora che sia qui.
«Quando arriva?» Non riesco a trattenere la felicità.
«Dovrebbe essere qui per l'ora di cena».
«Devo fare un salto al supermercato, voglio comprarle la sua cioccolata preferita e dei girasoli». Mi fiondo all'ingresso, afferro la giacca al volo e sono subito in macchina.
«Emma, aspetta!» Una vocina mi ferma prima che metta in moto. Daisy corre sul vialetto per raggiungermi, poi apre lo sportello, si siede comoda e allaccia la cintura di sicurezza.
«Voglio venire anche io a scegliere i fiori per la nonna».
«Certo, agente segreto DH. Missione Accoglienza in atto da questo momento. Obiettivo: dare il benvenuto a nonna Marlow. Luoghi interessati: supermercato e fioraio. Cinture allacciate, si parte!»
Inforco un paio di occhiali da sole e poi metto in moto. Daisy si infila quelli trovati nell'uovo di Pasqua lo scorso anno, con la montatura rosa shocking, e io scoppio a ridere.
«Sei stupenda, D».
«Grazie, lo so», mi rivolge il suo miglior sorriso sdentato.
Mi immetto in strada in direzione del fioraio all'angolo, in radio c'è Wake Me Up Before You Go-Go degli Wham!, e mentre io canticchio, Daisy muove la testa a ritmo.
Qualche metro più giù rispetto al fioraio c'è casa di Cedric, che ogni tanto aiuta l'anziana signora Mallory con i fiori. Abbasso leggermente la radio e lancio un'occhiata a mia sorella. Il vento le smuove i capelli biondi, facendola sembrare un piccolo leone, e la luce del tramonto li imbeve di un bagliore dorato.
«Se siamo fortunate, dovremmo incontrare anche Cedric», le dico. Daisy si illumina e sul suo faccino si allarga un sorriso enorme.
Come previsto, quando accosto di fianco al piccolo stand traboccante di fiori di ogni colore, la prima cosa che vedo è la chioma bionda di Ced, che si confonde tra i girasoli e le rose gialle.
«Cedric!» Daisy si slaccia la cintura, spalanca lo sportello e corre verso di lui, che la prende al volo facendola girare. La risata di mia sorella si disperde nella sera, e fa sorridere anche me.
«Ciao, principessa! Che ci fai qui?»
«Stasera viene nonna Marlow!»
«Oh, allora bisogna prepararle un bel mazzo di girasoli». Cedric le fa l'occhiolino, e Daisy annuisce vigorosamente.
«Scegli tu quelli che preferisci», le dice, poi fa il giro dello stand per venire verso di me.
«Ehi, Ced», lo saluto. Gli ultimi sprazzi di luce si insinuano tra i suoi capelli biondi, facendoli risplendere di quel caratteristico, delicato color miele. Che ingiustizia essere l'unica ad avere i capelli castani. A parte nonna Marlow, che infatti mi reputa la sua preferita proprio per questo. Oltre al fatto che sono più intelligente di Grayson, ovviamente, e ha passato troppo poco tempo con Daisy e Jake per affezionarsi a loro come ha fatto con noi. Da piccoli, io e Grayson stavamo spesso a casa dei nonni, e loro ci viziavano in ogni modo possibile.
«Daisy mi ha detto che nonna Marlow è in città. Una sera dovete assolutamente invitarmi a cena, voglio sentire tutte le sue avventure degli ultimi tre mesi», mi dice Cedric.
«Sei sempre il benvenuto, lo sai», sorrido. Poi succede qualcosa di strano. Cedric continua a guardarmi, ma c'è qualcosa di diverso nel modo in cui lo fa che mi rende nervosa. Aggrotto le sopracciglia, confusa.
«Sei molto carina, stasera», dice, poi si gratta la nuca imbarazzato, come se non credesse davvero di averlo detto. All'improvviso è come se avessimo oltrepassato una linea invisibile e fossimo usciti dalla zona amicizia.
Allarme: interazione pericolosa, interazione pericolosa. Proteggersi dalla minaccia.
«Grazie, Ced». Indosso una salopette di jeans aperta su una spalla con un maglione bianco, niente di speciale, mi avrà vista così centinaia di volte. Sorrido, riscaldata dal complimento, poi mi schiarisco la gola e lui distoglie lo sguardo, arrossendo. Cedric che arrossisce! Nonostante l'imbarazzo, ridacchio.
«Ho scelto!» Ci comunica Daisy, e per fortuna rompe questo strano silenzio.
«Aspetta, piccola Hawthorne, vengo ad incartarli». Cedric fa di nuovo il giro dello stand e prende i girasoli dalle mani di mia sorella. Daisy corre verso di me e mi salta in braccio.
«Woah, principessa, io non sono il cavaliere Cedric, dotato di una forza illimitata», le dico con voce strozzata. Non è lei a pesare, sono io ad avere la forza di una gelatina. Dovrei seriamente considerare di andare in palestra. Cedric scoppia a ridere, e forse mi soffermo troppo a lungo sulla fossetta che emerge sulla guancia sinistra. È stata una serata strana.
Spolvero via il polline dalle guance rosate di mia sorella, e lei ridacchia. Le passo il mazzo che Cedric ha preparato, ma prima che possa salutarlo lui porge una rosa rosa a Daisy, che si scioglie come un gelato al sole.
«Alla mia Hawthorne preferita», le fa l'occhiolino. «Significa grazia, eleganza».
«Ehi!» protesto, offesa.
«Ne ho una anche per te, invidiosa». Scompare per un attimo dietro allo stand, mentre il mio cuore accelera i battiti, e quando ricompare tiene tra le dita una bellissima rosa rossa. Il significato è più che noto, e torna a crearsi quella strana atmosfera. Metto giù Daisy per avere le mani libere e prendo con delicatezza il fiore, per paura di spezzarlo.
«Grazie, Cedric», mormoro.
Lui si avvicina a me e abbassa la voce per non farsi sentire da Daisy. «Alla mia Hawthorne preferita».
Sgrano gli occhi. Sembra quasi che ci stia... provando? No, è impossibile. Nonostante tutto, un sorriso talmente grande si allarga sul mio volto che non riesco a nascondere quanto le sue parole mi abbiano resa felice. I complimenti fanno sempre bene all'autostima, no?
Quando torniamo in macchina, non riesco a cancellarmi il sorriso dalle labbra neanche se volessi. Mi sento leggermente confusa per tutti quei complimenti, e il modo in cui Cedric mi ha guardata, la sua voce... strano, davvero strano, non ha alcun senso.
«Ti piace Cedric. Ancora». Freno di botto, ma non basta a levare il sorrisetto furbo dalle labbra di mia sorella. Non è neanche una domanda, l'ha detto come se fosse scontato.
«Ancora
«Ti piaceva anche quattro anni fa».
«Co- Eri troppo piccola per saperlo», protesto.
«Avevo cinque anni, e tu scrivevi il nome di Cedric su tutti i tuoi quaderni. Lo so perché ti rubavo i fogli». La tranquillità con cui lo dice mi sconvolge.
«Daisy! Non si ficca il naso tra le cose degli altri», la rimprovero, arrossendo. Mi ricordo quei quaderni. Per fortuna mia sorella non sa del mio diario segreto, altrimenti mi sarei sotterrata.
«Non hai negato, però. Ti piace Cedric», sorride, fiera di sé stessa.
«Ma che dici, Daisy! Io e Cedric siamo amici. Da dieci anni. Le cose sono sempre state così e continueranno ad esserlo. Sarebbe troppo strano, e poi la cotta mi è passata da un pezzo».
Lei solleva le spalle con un sorriso furbo, nel frattempo si rigira la rosa tra le dita. «A me piace Cedric, è il mio preferito».
«Ma non mi dire», replico ironica. Con la coda dell'occhio lancio uno sguardo alla mia di rosa. I petali rossi si appoggiano delicatamente sul cruscotto, e mi tornano in mente le parole di Cedric: «Alla mia Hawthorne preferita». Non pensarci troppo, Emma. Di sicuro lo intendeva in modo amichevole. Cedric non renderebbe mai le cose strane tra di noi, e poi non è mai stato interessato a me in quel senso. Metto di nuovo in moto e mi dirigo verso il supermercato.
«È gentile, divertente, e mi prende sempre sulle spalle quando non riesco a vedere bene tra la gente. E poi è bellissimo, e tu gli piaci», Daisy continua la sua arringa in favore di Cedric. Alzo gli occhi al cielo.
«Non gli piaccio, D, e non farti scappare questa assurdità con Grayson, altrimenti lo torturerà fino alla fine dei suoi giorni». Il fatto che non gli sia mai interessata è ancora un tasto dolente, in realtà. Pensavo di averla superata, ma mi è piaciuto Cedric per così tanto tempo che l'unico modo per smettere è stato infatuarmi di Ethan. Il fatto che non mi ricambiasse è stato il dramma della mia pubertà, e non ho intenzione di ricaderci per qualche parola detta a caso e priva di significato. E poi siamo amici. Da dieci anni. Sarà stata sicuramente una mia proiezione mentale, oppure c'era qualcosa di strano nell'aria. Fatto sta che non devo e non voglio pensarci.
«Va bene», annuisce Daisy, ma il modo in cui strascica la a mi fa capire che resta convinta della sua idea. Siamo proprio uguali.
Il supermercato è poco affollato, e non ci mettiamo molto a fare la fila, pagare e ritrovarci nel parcheggio. Daisy ha insistito perché le comprassi una scatola di cioccolatini, e per non sentirla l'ho accontentata. A volte questa ragazzina paffutella e dall'espressione innocente sa essere davvero estenuante.
«Emma, sei tu?»
Mi pietrifico all'istante, lo sportello aperto e gli occhi sgranati. Daisy osserva confusa il ragazzo alle mie spalle, e io mi volto lentamente.
«Ethan, ciao», balbetto. Non sono pronta, i sistemi non erano preparati. L'allarme comincia a suonare nella mia testa.
Ti prego, non farmi dire stupidaggini...
«Che coincidenza incontrarti qui! È tua sorella?» Indica Daisy, che ora mi ha affiancato. Lei lo osserva diffidente, ma per fortuna risponde. Io non sono in grado.
«Mi chiamo Daisy».
«Ethan», le stringe la mano con un sorriso mozzafiato, poi con il mento indica la rosa da cui mia sorella non si è staccata neanche un secondo. «E quella chi te l'ha data? Il tuo principe azzurro?»
«Veramente è stato il principe azzurro di Em-». Le tappo fulmineamente la bocca con la mano, poi sorrido ad Ethan.
«Gliel'ha regalata Cedric. Come amico. Suo».
«Cedric è anche amico tuo», ribatte Daisy, la voce attutita dalla mia mano. All'improvviso mi morde, e sono costretta a lasciare la presa.
«Oh. Comunque... volevo chiedertelo domani, ma ormai ci siamo incontrati...»
Trattengo il respiro e aspetto che continui, tesa come una corda di violino.
«Ti andrebbe di andare a cena fuori, venerdì? Niente di formale, semplicemente... una cena. Voglio ringraziarti come si deve per ciò che hai fatto ieri. Non è stato un bel colpo per la mia virilità... piangere davanti a te, ecco».
Si gratta il mento in imbarazzo, con un sorriso troppo carino. Io sono totalmente in blocco. Motore in avaria. Sistemi in allarme.
«Venerdì Emma deve portare me e Jake a giocare a minigolf. E poi non è un male piangere davanti ad una ragazza», risponde mia sorella, ed è così seria che per un secondo ci credo anche io. Per non parlare della seconda parte della frase. Vorrei sotterrarmi. Ethan la osserva sconvolto. Oh, Gesù, ma perché a me? Che ti ho fatto?
«Cosa? No!» replico, forse con un po' troppa foga.
«La mamma in realtà aveva chiesto a Grayson, ma lui ha detto che non può, dunque tocca a te», continua Daisy.
«Ah, sì? E perché io non ne sapevo niente?» chiedo, scettica.
«Perché è successo stamattina».
«Possiamo fare un altro gio-», prova a dire Ethan, ma io lo interrompo.
«No, no, no. No! Assolutamente no!» Entrambi mi guardano leggermente scioccati, e io avvampo. Mi schiarisco la gola, poi recupero un tono di voce normale. «Venerdì sera va benissimo, possiamo andare al minigolf nel primo pomeriggio e uscire insieme intorno alle sette. Che ne dici?»
Mi vorrei dare il cinque da sola per la calma e il temperamento. Non pensavo ce l'avrei fatta.
«Va benissimo. Io ora devo andare, mia madre mi aspetta. Ciao, Daisy, è stato un piacere conoscerti». Ethan ci saluta e va verso la sua macchina, mette in moto ed esce dal parcheggio. I miei muscoli si rilassano all'istante, e tiro un sospiro di sollievo. Poteva andare peggio.
«Che pensavi di fare?» Incrocio le braccia e guardo male Daisy, che invece mi sorride candida.
«E quindi quello è Ethan».
«Tu che ne sai di Ethan?» Alzo un sopracciglio, scettica.
«Quaderno di matematica».
«Daisy!»

Ciao fiori di campo!🙊

Aggiungo sempre il commento dopo perché mi scordo... 😅

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di non essere in ritardo per le domande:

La pensate come Daisy? 🤔

Perché Cedric si comporta in modo così strano?

Siete contenti dell'appuntamento con Ethan?

Cosa succederà secondo voi? 😁

Come sempre vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra. Venite a seguirmi! 💘

Ci vediamo giovedì! 💘

Al prossimo capitolo!🔜

-A

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora