16. La vendetta è un biscotto ripieno

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(Molto) più tardi – finalmente – Grayson ha recuperato la calma. Ho capito l'entità della rabbia che gli ho fatto provare soltanto quando si è ritirato in cucina per preparare dei biscotti, attività a cui si dedica quando – sue testuali parole – gli ribolle il sangue nelle vene. Nessuno ha ovviamente osato disturbarlo, e ormai è in ritiro spirituale da due ore.
Il mio scherzo ha svegliato tutti, e la situazione è stata abbastanza comica. Seth e Maya sono stati i primi ad uscire in corridoio, seguiti da Daisy e Jake e infine da mamma e papà. O così mi hanno raccontato, io ero troppo occupata a scappare da Grayson e dalle sue pulsioni omicide. Né io né mio fratello avevamo informato i nostri genitori che sarebbero rimasti a dormire i nostri amici, quindi non oso immaginare la sorpresa sui loro volti. Cedric mi ha detto che nostra madre indossava la vestaglia di seta azzurra che le ha regalato papà lo scorso Natale, con tanto di maschera verde per il viso e le sue pantofole preferite, quelle fucsia con una palla di pelo rosa sopra.
«Oh, che piacere vedervi tutti qui alle sei di mattina, ragazzi», ha detto lei.
Allora loro le hanno sfilato davanti per scendere al piano di sotto con una sfilza di «Buongiorno, Cin, scusa il disturbo» e «Ciao, Will».
Lei, in ogni caso, non si è fatta sfuggire l'occasione: «Già che siete qui, preparatemi il caffè, grazie!»
Abbiamo fatto colazione tutti insieme e salutato nonna Marlow, che è ripartita sul suo van color erba alla volta della California.
Ho affondato il naso nella sua maglia dai motivi floreali e inspirato a fondo l'odore dell'incenso per trattenere una parte di lei. Qualche lacrima è scesa, ma alla fine sono riuscita a lasciarla andare. È sempre difficile, perché non so mai quando la rivedrò, ma a nonna Marlow piace così. Dice che in questo modo rivedersi sarà mille volte più bello.
Alla luce di questi avvenimenti, è stata una mattinata intensa. Non ho fatto altro che sbadigliare, ma la notte in bianco è stata ripagata egregiamente dalla botta che ha dato mio fratello contro il pavimento. Alla fine, tra l'altro, la lampada non aveva neanche riportato danni gravi, ma non rimpiango niente.
A metà mattinata, Grayson riemerge finalmente dalla cucina, portando con sé tre teglie di biscotti. Il profumo mi attira subito in sala da pranzo, dove lui le sta sistemando sul tavolo.
«Ma buongiorno G-»
«Non ci provare», mi minaccia, schiaffeggiandomi la mano, che stava per planare sulla teglia come un falco sulla sua preda burrosa e invitante.
«Sei crudele!» protesto. «Lo sai che adoro i tuoi biscotti».
«Lo so», mi guarda con le sopracciglia sollevate, sfidandomi a dire qualcosa.
«Sono la tua sorellina preferita», sbatto le ciglia, ma la sua espressione non muta.
«Attualmente sei al quarto posto».
Incrocia le braccia al petto, e io mi porto una mano al cuore, scioccata.
«Così mi ferisci, Gray. Tu sei sempre il mio numero uno».
Alza gli occhi al cielo, poi chiama a raccolta tutti gli altri, che arrivano in sala da pranzo come zombie. Qualcuno occupa le sedie, mentre io, la mamma, Liam e Seth rimaniamo in piedi.
«Che vuoi, Knam?» lo schernisce Maya, ma Grayson aggrotta le sopracciglia, confuso. Allora lei alza gli occhi al cielo e gli spiega: «È un famoso pasticcere».
«Non può comunque competere con me», ribatte Grayson con un ghigno che trasuda sicurezza, poi ci lancia uno sguardo determinato.
«Da sinistra a destra: cannella e cioccolato, ripieno di crema chantilly, ripieno di crema di pistacchi con polvere di mandorle. Aspetto le vostre recensioni».
Ciascuno prende un biscotto per tipo, e le espressioni sulle loro facce promettono un viaggio di sola andata verso il piacere più puro. Grugnisco, infastidita, e un po' - ma proprio poco poco - mi pento del mio scherzo.
Grayson mi guarda a lungo, compiaciuto, poi sbuffa. Afferra un biscotto dalla teglia a destra e me lo porge. I miei occhi si illuminano all'istante.
«Forza, Emma. D'altronde sei la mia assaggiatrice di fiducia».
Saltello per la gioia e quasi gli strappo la delizia zuccherosa dalle mani. Il sapore è estasi pura. Un incontro perfetto tra i pistacchi e le mandorle, dolce ma non troppo.
«Sono divini, Gray», gemo. Quando apro gli occhi, lo vedo lì, oltre il tavolo, che ridacchia compiaciuto, e il mio istinto di sorella minore mi dice che non significa nulla di buono.
«Credo proprio che sia meglio per te se ti incammini verso il bagno», ghigna.
Strabuzzo gli occhi, ma sono costretta a riconoscere che è stata una mossa da maestro. Infima, ma comunque da maestro. «Il buon, vecchio lassativo, eh?»
Grayson ride, con tanto di testa reclinata all'indietro e mani al cielo come i malvagi nei film. Poso il biscotto, stoica nella mia dignità, e con la testa alta gli faccio un applauso.
«Complimenti, Gray. Hai vinto tu».
Purtroppo, però, la dignità subisce un duro colpo dall'intestino, e sono costretta a darmela a gambe levate verso il bagno. Tuttavia, la fuga non mi impedisce di sentire la stoccata finale di quel troglodita di mio fratello: «La vendetta è un biscotto ripieno!»

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