6. Ho cresciuto due cavernicoli

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«Emma!» Una voce acuta e fastidiosa interrompe il meraviglioso sogno in cui io ed Ethan ci stiamo per giurare amore eterno. La scaccio e mi giro dall'altra parte nel letto, tentando di ritornare al mio sogno.

«Vuoi tu, Emma Hawthorne, prendere come tuo legittimo sposo Ethan Moore, amarlo e onorarlo, finché morte non vi separi?»

Sto per gridare il più grande della mia vita, quando la voce acuta e fastidiosa penetra di nuovo nella mia mente, nelle sembianze di un corpo piccolo e appiccicoso.
«Emma, è ora di colazione!» Daisy salta sul mio letto, facendo dissolvere Ethan e il matrimonio in una nuvola bianca. Vorrei urlare per la frustrazione, ma la verità è che il sabato è il mio giorno preferito della settimana. A casa Hawthorne è il momento della colazione di famiglia, a cui prendono parte da anni anche Cedric, Liam, Maya e Seth, e non è permesso mancare.
«Dammi gli ultimi aggiornamenti, agente sotto copertura DH», biascico assonnata. Daisy raddrizza la schiena e nel suo tono da agente segreto risponde: «Sono tutti indaffarati, papà sta cercando di apparecchiare e di scollarsi di dosso Bux, Grayson non stacca gli occhi dal cellulare da quando si è alzato, Jake sta aiutando la mamma in cucina, Cedric e Liam aiutano papà con la tavola, Seth e Maya bisticciano perché entrambi vogliono sedersi nello stesso posto. Manchi solo tu, come ogni sabato».
«Perdindirindina, devo correre ad illuminare tutti con la mia radiosa presenza!» Scatto in piedi lanciando in aria le coperte e mi fiondo nel bagno. Devo sbrigarmi, oppure inizieranno senza di me e mi fregheranno i pezzi migliori di bacon. Ed è uno scenario che non posso permettermi.
«Oh, e la mamma ha detto che se non contribuisci non sei più ammessa a colazione», grida Daisy nel corridoio. Stavo per chiudermi la porta del bagno alle spalle, ma arresto la mia corsa facendo stridere i talloni sul marmo, col rischio di schiantarmi contro il lavandino.
«Cosa?! Non può farmi questo! Quale sarebbe il tuo contributo nella preparazione, ad esempio?»
«Io vengo a svegliarti tutti i sabati», ribatte Daisy con un'alzata di spalle, poi saltella lungo le scale ed esce in veranda.
Oh no, Cindy Hawthorne non mi priverà mai della colazione del sabato!
Mi spazzolo velocemente i capelli, arrendendomi al fatto che sono un groviglio inestricabile, poi mi infilo una salopette nera di jeans con delle improbabili margherite rosa ricamate e per un pelo rischio di scendere senza maglietta. Me la dimentico sempre, quando indosso le salopette. Arpiono il corrimano e barcollo pericolosamente in avanti, verso le scale infinite che portano al piano di sotto, già convinta di farle ruzzolando, quando riesco a ritrovare l'equilibrio e schizzo in camera mia. Recupero una maglietta bianca stropicciata – perché l'avevo abbandonata a terra accanto alla scrivania – e volo di sotto – non letteralmente, per fortuna, ma scendendo le scale. Corro verso la veranda come un fulmine, ma prima faccio una tappa in salotto e afferro un orribile candelabro antico ereditato dalla prozia Judith. Esco fuori come una furia, o almeno era quello che avrei fatto se non mi fossi scontrata con quasi due metri di muscoli inamovibili.
«Ouch, scusa, Cheddy», mormoro.
«Figurati, Em, mi hai solo schiaffeggiato con un candelabro di ottone», si lamenta Cedric con voce soffocata.
«Ohmiodio!» Mi tiro a sedere di scatto e abbasso lo sguardo su di lui che si massaggia la guancia con un'espressione sofferente. «Scusami tantissimo! Ti senti bene? Quante sono queste? Hai la nausea? Sicuro di non dover svenire? Dannazione, parlami, Cedric!»
«Oh, Dio, taci per favore», replica lui, e il tono divertito mi fa capire che non l'ho ferito a morte.
«Ti sembra carino farmi preoccupare per nulla?» Per rimproverarlo lo colpisco al fianco col candelabro.
«Emma!»
«Oh, scusa», sbatto le ciglia, innocente.
«Cedric! Tutto bene? Emma, che hai combinato?!» Arriva mia madre, che aiuta Cedric a tirarsi su. Allargo le braccia, esterrefatta.
«Io sto bene, mamma, grazie per aver chiesto! E poi che ne sai che non è stato lui a investire me?» Lei mi osserva con un sopracciglio alzato, scettica, e il messaggio arriva forte e chiaro. «Hai ragione, capisco la tua posizione. Bando alle ciance! Ho contribuito portando il candelabro della prozia Judith, quindi sono ufficialmente ammessa a colazione, alla faccia vostra!»
Corro verso il tavolo senza dare peso alle raccomandazioni di mia madre di andare più piano, e rischio di investire anche Bux, che mi viene incontro scodinzolando allegro. Papà tira un sospiro di sollievo e finisce di sistemare i bicchieri, mentre io individuo Maya e Seth che litigano in fondo al tavolo.
«Questo è il mio posto da almeno tre anni, Vain, non provarci neanche!» Sta dicendo Seth a una Maya a cui esce letteralmente il fumo dalle orecchie.
«Ogni sabato sempre la stessa storia, Jonas: questo è il posto più lontano da quell'idiota di Grayson, e non ho intenzione di cedertelo», ribatte lei.
Lancio un'occhiata verso il diretto interessato, pronta ad assistere ad un litigio coi fiocchi, invece lui continua a guardare il cellulare come se non fosse successo nulla. La cosa mi sciocca ai massimi livelli. Grayson non perde mai occasione per insultare Maya. Starà scrivendo a Riley Riddock? Un leggero sorriso gli tira le labbra. Ohmiodio. È proprio quel sorriso, lo stesso che ho io quando scorro le foto di Ethan su Instagram. E lo faccio almeno tre volte al giorno. Sospirando.
«Non me ne frega niente! Convinci Cedric a cederti il suo», insiste Seth. La mia attenzione torna a concentrarsi su loro due, ma il Problema Grayson è solo temporaneamente archiviato nel mio sistema. Lo analizzerò il prima possibile.
«Ehi, ragazzi», li saluto nel tentativo di interrompere la loro discussione, che continua con un animato botta e risposta.
«Ehi», ci riprovo, e sventolo una mano tra i loro volti che si squadrano in cagnesco. «Sono Emma, la vostra migliore amica, avete presente? Siete felici di vedermi? Oh, sapevo che l'avreste detto! Anche io sono contenta di trascorrere il mio tempo libero con voi». Nemmeno questo teatrino riesce ad attirare la loro attenzione, allora levo le tende e vado ad infastidire Liam. Ho bisogno di attenzioni la mattina, altrimenti potrei avere una convulsione. Sta chiacchierando con mio padre e Daisy, appoggiato col fianco ad una sedia. Mi dà le spalle, e posso vedere solo il suo cespuglio di capelli ricci e neri. C'è un motivo se Liam è il mio preferito e ci capiamo alla perfezione: non è biondo.
«Liam!» Lo saluto con un gran sorriso, e lui ricambia.
«Ciao, Em, come stai?»
«Sto-»
«Tutti a tavola!» Mia madre compare in veranda accompagnata da Jake con le prime portate. Ergo un piatto fumante di bacon. «Ne riparliamo dopo, adesso ci sono altre priorità!»
Mi preparo per la guerra, conquistando il posto strategicamente adatto ai miei scopi, ovvero invadere Baconlandia col minor numero di perdite possibile. Ovviamente finisco davanti a Grayson, che ha il mio stesso obiettivo. L'odore del bacon è riuscito persino a farlo staccare dal cellulare. Allungo la mano, già pregustando il sapore soave della pancetta con gli occhi socchiusi, ma qualcosa non va come previsto.
«Non pensarci neanche», decreta il mio avversario. Mi schiaffeggia addirittura la mano.
«Grayson! L'ho preso prima io!»
«Non è vero, Emma, e adesso molla il bottino», ribatte, agguerrito. Non gliela darò mai vinta. Prima regola: non mostrare al nemico che sei debole. Cominciamo a bisticciare sempre più accanitamente, finché non interviene la mamma, che sposta il piatto più giù.
«Ma'!», esclamiamo all'unisono io e Grayson, increduli.
«Ho cresciuto due cavernicoli», borbotta lei, senza dare peso alle nostre proteste.
«Vedo che continua a non cambiare nulla tra di voi». Liam si siede accanto a me. Mi scompiglia i capelli con un sorriso radioso. «Chi è in vantaggio?»
«Io», rispondiamo all'unisono io e Grayson. Ci guardiamo mezzo secondo negli occhi, poi ricominciamo a discutere per decretare quanti punti abbiamo accumulato nella nostra eterna lotta per decidere chi sia il primo a dover accedere a tutti i servizi offerti dalla nostra casa, che includono: bagno, automobile, pietanze, televisione e l'amore dei nostri genitori.
«Perché ho fatto questa domanda?», Liam scuote la testa mentre noi litighiamo, poi inforca un pezzo di bacon e se lo ficca in bocca con un'espressione estatica. «Ooh, ecco perché».
«Traditore!» esclamo, indignata, mentre Grayson si allunga sul tavolo per raggiungere il piatto.
«Voi due per ultimi», decreta la mamma, e non servono a nulla le nostre proteste.
La colazione del sabato è una tradizione che è rigorosamente vietato saltare. Penso che lo fosse già da prima che io e Grayson nascessimo, e ha continuato ad esserlo, arricchendosi di nuovi partecipanti. Quando il tempo lo permette, si esce in veranda alle nove e mezza e si mangia tutti insieme, anche in hangover – non che io abbia esperienza, ovviamente –, da malati, se si hanno altri impegni, col cuore spezzato o in qualsiasi altra condizione. Non c'è niente che dei soffici pancake e del bacon croccante non possano risolvere. Nostra madre ce lo dice sin da quando siamo piccoli, e finora ha sempre avuto ragione.
«Buon appetito!» esclama papà quando tutti abbiamo i piatti pieni, e scende un piacevole silenzio, interrotto solo dalle battute e le risate tra un waffle e l'altro.

Ciao fiori di campo!🙊

Cosa ne pensate del capitolo? Vi piace la famiglia di Emma?
Io penso ci sia un rapporto meraviglioso tra tutti loro 🥺❤️

William e Cindy poi... sono i miei sweethearts 💘

Domandina... Siete team #Emman o team #Cemma?

Chi shippa Cemma sarà molto contento del prossimo capitolo... 😁❤️

Come sempre vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra. Venite a seguirmi! 💘

Ci vediamo lunedì! 🥰

Al prossimo capitolo!🔜

-A

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