11. Chakra sballati & minigolf

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Alla fine nonna Marlow ha deciso di fermarsi fino a domenica, e le mie giornate sono diventate decisamente più interessanti. Quando mi alzo per andare a scuola, la vedo sempre fare yoga in veranda mentre il sole sorge sulla città. Al mio ritorno, la trovo invece in cucina a fare dolci squisiti, e facciamo merenda insieme mentre io la aggiorno sulla mia vita e lei sulle sue avventure.
Oggi mi sta raccontando di come ha salvato un delfino da una rete abusiva, quando si ferma all'improvviso e mi fissa intensamente, gli occhi azzurri sgranati.
«Che succede? È un ictus?» chiedo, allarmata.
«Percepisco dell'energia negativa», mi risponde, poi solleva due dita in aria e me le poggia sulla fronte. «Sì, proviene proprio da qui. Cosa c'è che non va, amore mio?»
«Oh, forse quella che hai percepito è la mia ansia», le dico. Stasera devo uscire con Ethan, e non sono mai stata così tesa. Sto già preparando tutte le scuse per le mie stranezze.
Nonna Marlow poggia una mano sul mio ginocchio, e io smetto all'istante di muoverlo nervosamente su e giù.
«Come mai i tuoi chakra sono così squilibrati?»
«I miei che?» chiedo, confusa. «Se stai parlando dei miei neuroni: me lo chiedo anche io».
«I tuoi chakra, tesoro. I tuoi centri di energia. Ce ne sono sette fondamentali collocati tra il corpo etereo e quello fisico, e tu non ne hai uno in regola», mi spiega.
«Ah, tutto nella norma», minimizzo con un gesto della mano. Finalmente qualcuno ha diagnosticato cosa c'è che non va in me.
Nonna Marlow sorride dolcemente e mi prende le mani. «Vuoi parlarne, Emma?»
Alzo le spalle. «Niente di che, ho un appuntamento col ragazzo dei miei sogni per cui ho una cotta immane da quattro anni e non posso permettermi di fallire perché non me lo perdonerei mai».
«Wow, sono tante parole in un intervallo di tempo decisamente breve. Rilassati». Come se la sua voce parlasse direttamente ai miei... chakra, i muscoli perdono un po' della tensione accumulata.
«Credo di aver bisogno di fare meditazione», confesso.
«Hai solo bisogno di un po' di cioccolato». Prende un altro biscotto e me lo mette in mano, poi lancia un'occhiata alla piantina sul davanzale della finestra. «O anche di un piccolo rimedio naturale...»
«Non fumerò marijuana prima del mio appuntamento», biascico con la bocca piena.
«Peggio per te, saresti molto più rilassata», ride, e io faccio lo stesso.
«Grazie», le dico. «Mi sento già più calma».
«Lo so, sono biscotti alla marijuana».
«Cosa?» sgrano gli occhi.
«Scherzavo», scoppia a ridere. Mi rilasso all'istante. Ci mancava solo questa. Prendo un altro biscotto e me lo infilo in bocca. Alla faccia della palestra.
«...o forse no», aggiunge lei. Il biscotto mi va di traverso, e mi ritrovo a sputacchiare su tutto il tavolo da pranzo.
«Nonna!»
«Sto scherzando, sto scherzando... Perché non mi parli un po' di questo ragazzo? Ethan, hai detto».
Mastico in silenzio per un po', cercando di trovare le parole adeguate per un'adulta, per evitare di utilizzare invece il mio vocabolario da quattordicenne innamorata con un diario segreto – non che io lo sia mai stata e lei continui a vivere dentro di me, ovviamente.
«Lui è... perfetto, non c'è altro modo per definirlo», mormoro sognante.
«Nessuno è perfetto, Emma», sorride con dolcezza, ma io scuoto la testa convinta.
«Te lo giuro, nonna. È gentile, educato, rispettoso... tutti i suoi chakra sono a posto, al contrario dei miei», scherzo.
La nonna sembra pensierosa, poi chiede: «E quel ragazzo che ti piaceva tanto? È biondo anche lui, mi perdonerai se non ricordo il nome...»
Chiudo gli occhi e gemo, sofferente. Anche lei con questa storia. «Cedric?»
«Già, Cedric! Alto, bello, palesemente interessato a te...» Mi dà di gomito, e io sgrano gli occhi esterrefatta. Devo però spezzare una lancia in suo favore. Almeno nonna Marlow è convinta che tra me e Cedric possa esserci qualcosa dai tempi della mia cotta.
«Palesemente cosa? Ma vivete tutti su un altro pianeta oppure sono ingenua io? E poi quante volte l'hai visto? Dieci? Come fai a dire una cosa del genere? E poi mi piaceva quattro anni fa! Quattro!»
«Temo che sia la seconda, mia cara Emma. Ti sta sempre appiccicato! L'ultima volta che l'ho visto, a Natale, ho captato dalle sue vibrazioni un profondo interesse per te. Pensavo che a quest'ora sareste stati insieme da un pezzo... alle nuove generazioni piace proprio rendere le cose complicate».
«Io. Non. Piaccio. A. Cedric», sbatto la testa contro il tavolo ad ogni parola, poi mi massaggio la fronte. «Ahi».
«Mi correggo, i tuoi chakra non sono squilibrati. Sono completamente sballati», commenta nonna Marlow, e nonostante tutto scoppio a ridere.
«Hai ragione, domani mattina faccio yoga con te».
«Emma! Andiamo a giocare a minigolf? Io e Jake ti stiamo aspettando da mezz'ora». Daisy piomba in sala da pranzo con un cappellino troppo grande in testa e una salopette giallo senape. Sospiro rassegnata.
«Non era una scusa per non farmi uscire con Ethan?»
«Sì, ma pensavo ci andassimo davvero». Il suo sguardo deluso mi colpisce dritto al cuore, e cedo come una principiante.
«Va bene, va bene! Andiamo, ma dobbiamo essere a casa per lei sei. Devo provare ogni singolo vestito presente nel mio armadio e decretare quale farebbe istantaneamente crollare Ethan in ginocchio per implorarmi di sposarlo».
«Emma». Anche Jake arriva in sala da pranzo, e il tono allarmato mi fa voltare subito nella sua direzione.
«Che- Oh santissimo Gesù, che ci fai qui?» Il mio povero cuore si ferma di colpo, per poi riprendere a battere alla stessa velocità con cui arrossisco. Perché, perché, perché...
Ethan mi guarda a metà tra il divertito e il confuso. Avrà sentito? Ma chi voglio prendere in giro, è la mia vita, certo che avrà sentito!
Per fortuna nonna Marlow mi salva dall'imbarazzo, distogliendo l'attenzione del ragazzo dei miei sogni dalla mia faccia paonazza.
«Tu devi essere Ethan... Piacere di conoscerti, io sono Marlow», gli porge la mano, e lui la stringe con un sorriso.
«Piacere di conoscerla».
«Sono la loro nonna. So che è strano, ma giuro che è la verità», scherza lei, mettendo Ethan a suo agio. Io sono in blocco totale. Penso che la mia dignità non sia mai stata così a terra.
«Emma, ti prego riprenditi», mi sussurra Jake. «Stai fissando il vuoto con gli occhi sbarrati da almeno due minuti».
«Scusa, sono scioccata», rispondo con un filo di voce. Daisy alza gli occhi al cielo, poi viene rapida verso di me.
«Devo fare tutto io. Quando si blocca bisogna fare il reset del sistema operativo». Mi pianta il tallone contro il collo del piede, e il dolore rimette in moto i miei sistemi. Questo spegnimento improvviso mi ha sicuramente danneggiato i pochi neuroni buoni rimasti.
«Ethan! Come mai sei già qui?» Inizio a sventolarmi con le mani per abbassare la temperatura della mia faccia. Con scarsi risultati. Lui mi guarda confuso, come se mi fosse spuntata una seconda testa.
«Sei stata tu a dire che saremmo andati prima al minigolf e poi a cena, no?»
I miei occhi si allargano sempre di più, le mani paralizzate a mezz'aria. Oh no...
«Io intendevo che sarei andata al minigolf coi miei frat-»
«Sì, l'ha detto», mi interrompe Daisy, e le sono grata. «Devi sapere che Emma soffre di un grave disturbo per cui si dimentica il trenta percento delle cose che dice. Deve esserci finita in mezzo anche quella frase. Ops
Socchiudo gli occhi, imbarazzata, ma è comunque meglio di qualsiasi altra stupidaggine che avrebbe potuto abbandonare la mia bocca. Salvata da Daisy. Devo averle fatto proprio pena.
«Allora andiamo al minigolf o no?» chiede Jake, sempre più confuso.
«Andiamo», gemo, esasperata.
«Scusa se mi sono presentato senza alcun preavviso, ma non mi avevi dato un orario e non ho il tuo numero...», dice Ethan mentre andiamo verso l'ingresso dopo aver salutato nonna Marlow.
«Non hai il mio numero, certo», ripeto, ancora rossa come un peperone. Il reset non ha funzionato benissimo. Daisy mi tira un calcio sullo stinco, poi sussurra: «Dagli il numero, idiota!»
«Oh. Oh, certo. Ti do il mio numero».
«In modo più naturale», geme Daisy, e io mi sforzo per sembrare normale. Dovrà pensare che sono pazza. Gesù benedetto.
Prendo tra le mani il suo cellulare e digito il mio numero, poi glielo restituisco. Qualche secondo dopo, il mio squilla nella tasca posteriore dei jeans.
«Oh, chi sarà?»
Sì, ho ufficialmente perso gli ultimi neuroni funzionanti.
«Sei uno strazio, Emma», dice mia sorella tra i denti, e io sospiro. Ethan, tuttavia, non sembra turbato dal mio imbarazzo, anzi mi sorride tranquillo.
«Rilassati, Emma, non ti mangio mica», ridacchia. Oh, ora sì che sono tranquilla. Tranquillissima. Non vedo l'ora di scoprire cosa mi riserva il karma. Di sicuro, i miei chakra non arriveranno integri alla fine di questa giornata.

«Buca in un colpo!» Daisy esulta, poi corre a recuperare la pallina. Io ed Ethan ci scambiamo uno sguardo esterrefatto.
«Non pensavo fosse così brava», commento per la decima volta.
Jake mi lancia un'occhiata come a dire "te l'avevo detto".
«Sottovaluti quanto possa essere competitiva», commenta mio fratello.
«Anche tu non scherzi», gli dice Ethan, mentre segna altri punti per Daisy e scorre con lo sguardo il foglio con i nostri nomi. «Noi facciamo schifo, Emma. Siamo ultimissimi», ride.
«Sei sorpreso? Io per niente», replico.
Jake solleva le spalle, poi fa un sorriso pacato. A volte mi ricorda nonna Marlow, e non so se sia un bene o un male. «Sta tutto nel modo in cui ti poni per colpire la palla. Se non sei in equilibrio, il tiro non sarà preciso».
«Woah, woah, woah. Woah. Fermo lì, campione», lo interrompo, poggiando la mazza su una spalla. «Punto primo: hai undici anni, piano con questi paroloni. Punto secondo: anche tu adesso con l'equilibrio e i chakra? Punto terzo: perché sai così tante cose di golf?»
«Hai mai passato un sabato sera con papà?» replica Jake con un sopracciglio alzato.
«No, mi rifiuto di passare il sabato sera a vedere la televisione con papà».
«Ecco, lui guarda soltanto il golf».
«Oh, così si spiegano tante cose», rifletto.
«Io sono una vostra creazione, il fulcro delle vostre personalità. Ecco perché sono strano. È colpa vostra», scrolla le spalle, tranquillo.
«Mi fai seriamente paura, non puoi essere un undicenne normale?»
«C'è qualcuno che rispetti i canoni della normalità nella nostra famiglia?» chiede retorico Jake. Sollevo la mazza per puntarla nella sua direzione.
«Ottima osservazione, soldato semplice».
«Soldato semplice? Pensavo che mi avessi promosso almeno a sottotenente! Cedric è colonnello!» protesta Jake.
Ethan osserva il nostro scambio nella confusione più totale, e io minimizzo con la mano.
«Una cosa di famiglia».
Jake raggiunge Daisy alla prossima buca, e io ed Ethan rimaniamo finalmente da soli per qualche minuto. Ho avuto tempo per calmarmi e racimolare le idee, e finalmente sento di poter sostenere una conversazione normale come una persona sana di mente. La figuraccia di prima ha incanalato tutte le altre a venire. Dovrei essere salva per il resto della giornata.
«Allora... tu e Cedric siete molto legati».
Cristo santo. Anche lui vuole parlare di Cedric. Prima Daisy, poi nonna Marlow e ora anche Ethan. Vorrei gridare per la frustrazione, ma mi limito a colpirmi con la canna della mazza. Vorrei sapere chi è stato il primo a mettere in giro questa storia che piaccio a Cedric. Ho una vaga idea di chi possa essere il sospetto numero uno. Lancio un'occhiata di fuoco verso mia sorella, ma lei è troppo impegnata ad essere la regina del minigolf.
«Siamo amici. Da dieci anni».
Forse la stanchezza nella mia voce è più che eloquente, perché Ethan cambia argomento.
«I tuoi fratelli sono simpatici, Daisy è una vera forza della natura», sorride guardando i diretti interessati che si sfidano all'ultimo sangue.
«Già, a volte mi terrorizzano. Non sembrano due bambini di nove e undici anni, ma trentenni navigati. La maturità di Jake mi spaventa. Io non sono ad un livello così elevato nella vita. Mi sembra di dover ancora superare il tutorial».
Ethan ride della mia battuta squallida, e il cuore fa una capriola nel petto.
«Allora siamo in due».
Si volta e mi rivolge un sorriso mozzafiato, che gli arriva fino agli occhi. Per un secondo il tempo si ferma, e ci siamo solo noi due nel mondo. Ho desiderato così a lungo tutto questo che ho paura di svegliarmi da un momento all'altro e scoprire che era solo un sogno. Per sicurezza mi do un pizzico.
Sorrido, perché fa male.

Ciao fiori di campo!🙊

L'appuntamento di Emma ed Ethan continua nel prossimo capitolo, e vi anticipo che alcuni saranno felicissimi, altri delusi... chissà in quale categoria cadrai tu, proprio tu che stai leggendo 😁

A parte questo... vi è piaciuto il capitolo? Emma è davvero un disastro 😂

Quanti inquietati da Jake? Io lo adoro, il mio piccolo genio 🥺

Cosa vi aspettate dalla seconda parte del capitolo?? Non indovinereste mai...

Dunque, come sempre, vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra 💘

Ci vediamo giovedì 🥰

Al prossimo capitolo! 🔜

-A

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora