Mentre torniamo a casa, le sue parole continuano a ripetersi nella mia testa. Non tanto quelle nello specifico, quanto il tono con cui le ha dette.
Sì. Sì, lo sei.
Il mio cuore non ha rallentato la sua corsa sfrenata neanche quando siamo saliti in macchina, e non riesco a rilassarmi. Percepire continuamente la sua presenza al mio fianco non mi sta aiutando. Nemmeno che sia così bello, e neanche il breve tuffo nel passato di prima.
Sono insolitamente tesa. Il nostro rapporto – messa da parte la mia cotta – è sempre stato... tranquillo, e gli voglio bene come a un fratello. Questa cosa non può assolutamente cambiare.
«Hai fame?»
Vorrei rispondergli di no, ma il mio stomaco mi tradisce quando passiamo davanti al Doc's. Mannaggia ai cheeseburger! Il solo pensiero mi ha fatto venire l'acquolina in bocca...
Cedric accosta e ci sediamo al miglior tavolo, accanto alla finestra. Affondo nel divanetto, concedendomi un sospiro di sollievo. Mi sfilo lo stivale e poggio la caviglia dolorante sul tessuto morbido accanto a lui, anche se ci arrivo a malapena e sono praticamente sdraiata.
La sua tranquillità, il luogo familiare e l'odore di fritto riescono a rallentare il battito del mio povero cuore, complice anche l'adrenalina che ormai ha iniziato a svanire, soppiantata dalla stanchezza.
«Allora», mormora Cedric, con la bocca piena di patatine. «Cosa faremo con le informazioni che abbiamo ottenuto questa sera?»
Picchietto con le unghie sul tavolo, riflettendo su mio fratello e Riley Riddock.
«Non ne ho idea. Volevo a tutti i costi scoprire cosa ci fosse sotto, e ora che l'abbiamo fatto mi sento un po'... offesa?»
Cedric alza lo sguardo dalle patatine per scrutarmi con curiosità.
«Offesa?»
Sospiro, rubandogli una patatina. «Sì. Io e Gray ci diciamo tutto, e il fatto che abbia tenuto questa cosa per sé mi ferisce».
«Sai com'è Grayson: non gli piace parlare delle ragazze che frequenta. Se la cosa diventerà seria, sono sicuro che ce la presenterà».
Allunga un braccio sul tavolo fino a stringermi la mano. Brividi che non vorrei sentire mi corrono lungo le vene.
Alzo gli occhi dal portatovaglioli per incontrare quelli di Cedric, e mi rendo conto che ho evitato di farlo da quando siamo saliti in macchina. Lui è lì, che ricambia il mio sguardo con un sorriso. Eppure è diverso dal solito. C'è una scintilla che non riesco a decifrare, che non voglio decifrare.
«Grazie, Ced. Per tutto».
E sono un sacco di cose.
Lui scuote la testa con un sorriso.
«Per quanto cerchi di tirarmi indietro, ogni volta mi lascio coinvolgere, Em, e la verità è che io farei qualsiasi cosa per te, anche se sei inarrestabile, testarda e non accetti mai un no come risposta. Paradossalmente, è ciò che più mi piace di te».
Fatico a deglutire, perché il cuore che mi è schizzato in gola ostruisce tutte le vie, soprattutto quelle respiratorie. Non riesco a scrollarmi di dosso la spiacevole sensazione che sia cambiato qualcosa tra di noi, a partire da quel giorno in cui sono andata a comprare i fiori per nonna Marlow, e mi fa sentire a disagio. Un disagio che tra noi non c'è mai stato, neanche quando Cedric mi piaceva.
Sto ancora cercando le parole giuste – forse grazie? – quando arriva la cameriera con i cheeseburger. Non posso negare di aver tirato un sospiro di sollievo.
Alzo lo sguardo su di lei per ringraziarla, ma resto di sasso.
«Taylor».
Aggrotta le sopracciglia e mi osserva con circospezione, una ciocca di capelli color caramello le è sfuggita dalla coda, finendole davanti agli occhi, ma non si prende la briga di spostarla. Non è truccata, e l'uniforme la fa sembrare più magra, più piccola.
«Ci conosciamo?»
Risucchio un respiro. A parte le intere serate passate ad architettare un modo per ucciderla ed avere Ethan, io e Taylor García non abbiamo avuto nessun altro tipo di interazione.
«C'è- È scritto sul tuo cartellino. Grazie per i cheeseburger».
Con l'indice punto la targhetta di plastica col suo nome. Bella salvata, Emma!
Lei abbassa lo sguardo come se la vedesse per la prima volta. «Oh... non c'è di che. Per caso vai alla Jackson? Mi sembra di averti già vista...»
«Sì».
Ti prego, non essere gentile, voglio odiarti senza rimorsi.
«Oh! Allora è lì che devo averti incontrata... ciao, Ced».
Per fortuna la sua attenzione si sposta su Cedric, che sta aggiungendo altra maionese al suo già oltremodo farcito cheeseburger.
«Ehi, Taylor, come va? Da quanto tempo lavori qui?»
Lei si appoggia il vassoio al fianco e strizza gli occhi. Perché deve essere così carina pure con i capelli in disordine e l'uniforme marrone del Doc's? È profondamente ingiusto.
«Un paio di settimane, credo... ho più che altro turni pomeridiani, ma con gli allenamenti di nuoto e il resto sono sempre impegnata, dunque ho accettato anche qualche turno serale. Venite spesso qui?»
La conversazione va avanti ancora per qualche minuto. Il mio contributo è minimo, perché mi sto ancora chiedendo come Cedric conosca Taylor. Sembrano anche abbastanza in confidenza. Quanto devo essere chiusa nel mio mondo per non averlo notato?
Quando lei se ne va, mi fiondo su Cedric.
«Conosci Taylor?»
Si ferma con la bocca spalancata a un centimetro dal cheeseburger.
«Sì, perché?»
«Perché è... Taylor!»
Aggrotta le sopracciglia. «Quindi?»
Le mie spalle si affossano contro lo schienale del divanetto. «Lascia perdere».
Cedric poggia di nuovo il panino sul piatto.
«Sei tu a creare tutte queste assurde categorizzazioni, Em. Inserisci le persone in dei riquadri e per te non possono essere viste in nessun altro modo. Taylor non è solo la ex di Ethan, è una ragazza che si impegna molto, a scuola, nello sport e in tutto ciò che fa. Ha due fratelli gemelli più piccoli, i suoi sono divorziati e per niente in buoni rapporti, e lei si dà costantemente da fare per accontentare tutti. È davvero una tipa forte».
Le sue parole mi feriscono un po', ma so che in fondo in fondo sono vere. Forse è per questo che fanno male.
«Come vi siete conosciuti?»
Cedric sembra sorpreso dalla mia domanda, probabilmente si aspettava una scenata. Me la aspettavo anch'io.
Fa spallucce e riprende in mano il panino. «Conosco un po' tutti, lo sai. Io e Taylor eravamo molto amici il primo anno, poi lei si è messa con Ethan ed è sparita. Parliamo sporadicamente quando lei lascia la piscina dopo gli allenamenti mentre io vado in palestra».
Ecco perché non lo sapevo. Cedric, Liam e mio fratello sono più grandi, quindi quando loro frequentavano il primo anno, io ero al mio ultimo di scuole medie.
«Sembra carina...» esito, ma alla fine decido di dirlo ugualmente. «Nonostante quello che ha fatto ad Ethan».
Gli occhi di Cedric si soffermano brevemente sui miei, poi un profondo sospiro lascia le sue labbra. Incrocia le braccia contro il petto e mi osserva con la testa leggermente piegata a sinistra. Il tipico atteggiamento di quando sta per dirmi qualcosa che mi farà arrabbiare.
«Em... ti sei mai chiesta perché, pur giocando nella stessa squadra, non siamo mai stati amici di Ethan? E mi conosci, sai che non sono il tipo che ha pregiudizi o crea divergenze».
«Non lo so... forse non lo avete mai incluso?»
Mi infastidisce trovarmi subito sulla difensiva, ma non posso farne a meno.
Cedric sbuffa. «No, ma non sta a me dirtelo... lo capirai da sola».
«Oh, andiamo Ced, lo sai che odio le risposte evasive. Se c'è qualcosa che vuoi dire, dilla».
L'aria attorno a noi crepita, e so che se non ci diamo una calmata finiremo per discutere.
«Quello che voglio dire, Emma, è che Ethan è... chiuso. Tradizionalista. Conservatore. E tu non sei così, nessuno di noi lo è, per questo non ha mai fatto parte del nostro gruppo».
«Conservatore? Taylor è latinoamericana!»
«Pensi che basti uscire con una ragazza ispanica per avere una mentalità aperta?»
«Beh, di sicuro non è segno di una mentalità chiusa!»
«Taylor è un essere umano, Emma, non la "prova" di una mentalità aperta o chiusa! Questo discorso non ha alcun senso...»
«Hai iniziato tu! Devi sempre trovare qualcosa che non va in Ethan!»
Mi rendo conto un secondo troppo tardi di aver alzato la voce. E il sedere dal divanetto. Cedric scuote la testa, un lampo di delusione gli guizza negli occhi.
«Vedi solo ciò che vuoi vedere, Em, ma stai attenta con lui. Finirai per farti male».
Poggia il tovagliolo sul tavolo e se ne va verso il bagno. Osservo la metà del suo cheeseburger abbandonata nel piatto, poi il mio ancora intatto.
Una spiacevole sensazione di freddezza si allarga nel mio petto.
Torno seduta con un profondo sospiro.
Questa giornata non è finita nel modo in cui speravo.«Grazie per il passaggio».
«Non c'è di che».
Siamo davanti alla porta di casa mia. Solo Bux che ci scodinzola attorno interrompe il silenzio gelido che è calato tra di noi come un ospite indesiderato.
Ho già la mano sulla maniglia, ma lentamente la sollevo e la porto al braccio di Ced, che se ne stava andando. I suoi occhi si soffermano sul punto che le mie dita stanno stringendo, per poi seguire il profilo del braccio, fino ai miei occhi.
«Mi dispiace», mormoro.
E mi dispiace davvero, perché ho esagerato. Ethan mi piace, e ogni volta mi trovo insensatamente sulla difensiva se qualcuno prova a criticarlo. È una cosa stupida, specialmente nei confronti di Cedric, che conosco da così tanto tempo, e che non direbbe mai qualcosa per ferirmi di proposito.
«Anche a me, Em, ma sai che ti voglio bene. Tutto ciò che dico, non lo dico per farti del male, ma soltanto perché l'affetto che provo per te è smisurato».
Di getto, affondo il naso nella sua maglietta, stringendolo tra le braccia. Profuma di notte e vento fresco.
«Lo so. Anche io ti voglio bene».
Restiamo per qualche minuto così, finché Cedric non si allontana, schiarendosi la gola.
«Allora ci vediamo domani a scuola».
«Sì. Buonanotte, Ced», gli sorrido.
«'Notte, Em».
Lui ricambia il mio sorriso con uno vacillante, poi si incammina verso l'auto dopo aver lasciato qualche carezza sulla testa di Bux, che lo segue fino al cancello.
Quando si allontana lungo la strada, mi trovo a rilasciare l'ossigeno che non sapevo di aver trattenuto, e nel mio petto si fa strada una sensazione molto simile a quella provata il pomeriggio del dodicesimo compleanno di Cedric.
Per fortuna, a distrarmi da tutto ciò che è successo nell'ultima ora, è la notifica dell'arrivo di un messaggio. Estraggo il cellulare mentre la porta si richiude alle mie spalle.
È Seth, che ha scritto sul gruppo in cui ci siamo sia io che Maya.Dobbiamo parlare.
Ciao fiori di campo!🙊
La situazione si fa molto interessante... se vi ricordate, qualche capitolo fa, Seth era stato interrotto proprio mentre stava per confessare qualcosa a Maya ed Emma... di cosa si tratterà?
Lo scoprirete nella prossima puntata - forse! 😁
Poi, poi, poi... i nostri Cemma hanno qualche problema in Paradiso, e il suo nome è Ethan... ora potete anche allontanare i forconi dalla mia gola, grazie 😅
Pensate che Cedric provi qualcosa per Emma oppure sia solo protettivo nei suoi confronti in quanto uno dei suoi più cari amici?
Ed Emma? C'è veramente solo Ethan nel suo cuore?
La storia sta entrando nel vivo, e la confessione di Seth segnerà una svolta!
Ultima ma non meno importante... Taylor. Anche lei un personaggio fondamentale a far quadrare tutti i tasselli...
Vi piace?Mamma mia, siamo solo all'inizio! 🤩
Spoiler: nel prossimo capitolo torneranno Daisy e Jake 👧🏼🧒🏼
Spero di rivedervi giovedì, ho già iniziato a scrivere, quindi dovrei farcela! 🥰
Come sempre, vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra 💘
Al prossimo capitolo! 🔜
-A✨
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Che disastro!
RomanceQuando Emma Hawthorne è venuta al mondo, il Signore onnipotente l'ha impostata secondo criteri non riscontrati in nessun altro essere umano: per la maggior parte sarcasmo - un solido settanta percento -, una consistente tendenza a straparlare - alme...