Arrivai a scuola.
Era un altro noioso giorno di scuola ed avevo imparato a sopportare sebastiano.
Mi sedetti al mio banco e prima che riuscissi a rendermene conto, la buccy si era catapultata su di me abbracciandomi.
Stordita ma divertita dal suo gesto la salutai "ciau buccy".
Lei tutta euforica disse "ho scoperto chi mi ha mandato la lettera! Non puoi crederci. Hai presente quello in seconda, figo, con i capelli biondi? Sto impazzendo! È un sogno".
Spalancai la bocca che si tramutò presto in un sorrisone.
La mia amica aveva conquistato l'attenzione di un figo della madonna.
Saltellando poi, tornò al suo banco, lontana da me, perchè i prof sapevano quanto noi facessimo comunella, messe vicine.
Dopo pochi minuti arrivò sebastiano che mi abbracciò e mi disse "giorno stronza!".
Nonostante sia un insulto, è il suo modo di salutarmi.
Non penso si renda conto che qualcuno potrebbe offendersi, ma io la prendo alla leggera perchè so che scherza e che mi vuole bene.
Iniziò l'ora di latino e la prof. Drago iniziò la lezione.
"Vi dividerete in gruppi da tre per creare una piccola plopera teatrale con qualche frase latina di mezzo. A voi la scelta".
Sebastiano mi tirò per il braccio, allungando anche massimo verso di se e disse
"voi due con me. Dany tu scrivi, massimo fai lo scemo come al solito. Io recito". Che soggetto.
L'ora di latino si svolse alla grande, mentre la prof ci spiegava cosa fare per la mini opera.
Penso stessi ascoltando solo io, ma non importa.
Dopo altre 4 ore noiose di roba random, riuscí ad uscire da scuola. Dopo poco mi sentii tirare dallo zaino.
Era sebastiano.
"È per giovedí quella cosa. Ti aiuto. Vengo da te. Casa mia fa schifo".
Come potevo dirgli che abitavo in una stanzetta nella mia cantina?
Mi limitai a guardarlo scherzosamente male.
Mi urlò "domani alle 2" andandosene per la sua strada.
Avevo paura del suo arrivo nel mio tempio sacro (la mia camera).
Sono una maniaca dell'ordine e del pulito. Lui è un..waaah non lo so.
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lost light
Random" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...