Sentí qualcuno bussare alla porta della mia camera.
Pensando fosse mia sorella, mi asciugai le lacrime e uscí dalla stanza, chiudendo la porta dietro di me.
Mi voltai e lui era li, davanti a me, con il fiatone e i capelli scompigliati.
Aveva le mani dietro la schiena e mi guardava colpevole.
Disse, sospirando per il fiatone
"Dany..io non so che cosa abbia fatto, ma qualunque cosa sia, non volevo fare niente che ti recasse disturbo.".
Sospirai e ricominciai a piangere, gettandomi fra le sue braccia, cercando di controllarmi per il contatto fra le sue mani e la mia schiena.
"S-..m-i p-piacciono.." non sapevo creare o completare una frase di senso compiuto in quel momento.
Volevo dirgli tutto, per liberarmi di questo peso, ma avevo paura della sua reazione.
Sospirò e mi disse "Se ti piacciono, non vedo dove sia il problema.".
Come aveva capito? E se..lo aveva capito da tempo? Giocava con me..?
Gli dissi, cercando di contenermi
"m-..s-sono un'ossessione..n-non vanno via.".
"Hai mai provato ad arrenderti?..tu sei tu..perchè devi reprimerti per essere chi non sei?"
"perchè è sbagliato!".
Mi tirò su il mento con il dito, guardandomi negli occhi e disse
"ognuno di noi ha istinti che ritiene sbagliati, ma se non ci prova non saprà mai se è davvero cosí".
All'imrpovviso ci baciammo.
Sentivo le sue labbra, cosí soffici, sfiorare le mie.
Il calore, che dalla pancia saliva al petto..non l'avevo mai sentito per nient'altro.
Adesso lui mi bacia, lasciando in bella vista tutto quel che riteneva sbagliato.
Gli appoggiai una mano sulla guancia, continuando a baciarlo e continuando a sentire quel calore, che aumentava piano piano.
Mi portò la mano sul collo, ora era il mio turno..
Portò le sue dita sulle mie labbra, intrise di quel bacio da lui tanto atteso, e le accarezzava leggermente, un po' titubante, guardandomi negli occhi per cogliere qualsiasi segno di disapprovazione.
Chiusi gli occhi assaporando quel momento, quelle sensazioni.
Avevo liberato l'ignoto, di qualcosa di magnifico, ma probabilmente distruttivo.
Tirò di scatto in dietro la mano, preso alla sprovvista dal suono di una sveglia, in camera mia, che indicava che mancavano 30 minuti all'inizio della festa al canale.
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lost light
Random" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...