5-non servono gli occhi per ascoltare

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Era martedì, ed il martedì per me era una tra le giornate meno piene ma più stancanti che ci potessefo essere.

Io ero seduta vicino a Massimo. Era un ragazzo con la parlata facile.

Parlava e parlava di cose che nonostante non mi interessassero mi facevano ridere e divertire.

É uno di quei ragazzi che ti raccontano delle cose anche più sconvolgenti con una calma ed un modo di fare così speciali che non ci si sconvolge mai.

Suona due strumenti musicali; il mandolino e i suoi denti.

La prima ora di scuola filava liscia con la prof di latino che parlava in un modo tanto solenne e filosofico da farti crescere nella mente una marea di dilemmi esistenziali.

Alla seconda ora c'era diritto ed io non avevo nessuna voglia di vedere la faccia della professoressa per un secondo di più.

Era un cumulo di rughe con gli occhi che si muoveva tutto all'aprirsi della sua bocca.

Mi appoggiai al banco con gli occhi chiusi ascoltando la lezione, sperando di non dover prendere appunti.

Dopo qualche minuto la prof. Si zittì ed i miei compagni iniziarono a ridere.

Udì un sonoro "DANIELA ASCOLTI LA LEZIONE".

Ero già molto nervosa ed irritata per la brutta serata passata a non dormire.

Alzai il capo guardando indifferente gli occhi della prof. Che si incendiavano di rabbia.

Risposi con tutta calma "nessuno le ha mai detto che non c'è bisogno degli occhi per ascoltare?". La stavo sfidando e sen'era accorta.

Boccheggiò cercando le parole da dire ed esclamò "allora saprai di certo dirmi cosa ho appena detto!".

Sorrisi per un attimo con fare malizioso e dissi "ha detto esattamente: le norme giuridiche sono coattive in quanto minacciano ammende a chi non le rispetta;

Sono astratte perchè si riferiscono a casi ipotetici e generali e perchè si rivolgono a tutti.

Poi ha rimproverato Marcello dicendogli di non disturbare la classe canticchiando.

Poi si è zittita e mi ha interpellata. può bastare?"

lost lightWhere stories live. Discover now