Oggi era il fatidico giorno dei cambi di banco.
La nostra classe era parecchio divisa. C'era la zona degli 'accollati'.
Tutte quelle persone che non anno amici e si accollano alla coppia di amichette che poi quando sono separate si insultano alle spalle.
Poi c'era la zona degli anti conformisti, ovvero quella dove un gruppo abbastanza ristretto di persone parlavano tra di loro.
Insomma, il lato 'diverso' della classe, che non aveva nessuna intenzione di accollarsi.
Poi c'erano alcuni membri esclusi perchè troppo sfigati per entrare in uno dei due gruppi.
Poi c'era un piccolo gruppetto che saltellava fra questi due gruppi ed infine c'erano i solitari, ovvero io.
Io ero quel soggetto in fondo alla classe che non calcolava nessuno, a meno che non si avvicinasse qualcuno.
Anzi no.
Scherzo.
Volevo essere una persona solitaria, ma quando cercavo di esserlo, mi rendevo conto di avere dei buoni amici che mi si avvicinavano fra una pausa e l'altra dalle materie.
Sofficio era il primo ad avvicinarmisi, e a ruota seguiva la Buccy.
Quando poi non si avvicinavano per rimanere con il gruppetto altalenante, mi si avvicinava Massimo, nonostante questo sfigurasse la sua immagine.
La classe, essendo divisa in gruppi, aveva aspettative e desideri su chi fosse stato il proprio compagno di banco, ma io non mi sono mai fatta aspettative.
Mi sono sempre detta 'chi capita, capita', senza sperare in un salvataggio del mese da parte della prof, mettendomi vicino alla buccy.
Compagno distratto e disconcentrante voleva dire attenzione da parte dei prof: Mese di merda.
Compagno troppo concentrato sul suo lavoro, non parlerebbe un attimo. Una persona noiosa: Mese di merda.
Compagno che sia un mix tra le due opzioni elencate: Buccy. Mese perfetto.
Probabilmente anche sofficio non sarebbe stata una cattiva idea.
Nonostante i continui battibecchi tra di loro, sofficio e la buccy erano molto simili.
Nessuno dice il contrario, a parte loro due, ovviamente.
Iniziò l'ora di italiano, e finí in banco con Sebastiano.
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lost light
Acak" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...